Riparte dall’ecosistema per accelerare l’innovazione di prodotto. È l’azienda media lombarda Fantini Cosmi, con un centinaio di dipendenti, 23 milioni di euro di fatturato, una distribuzione su 5.000 punti vendita e i laboratori di Ricerca e Sviluppo al proprio interno, con una decina di addetti internazionali, per il 30-40% donne. Dopo il periodo della pandemia, in cui era continuata la produzione dei dispositivi industriali, ma erano state interrotte le collaborazioni con l’università, il secondo semestre del 2021 ha segnato la ripresa delle relazioni con il Politecnico di Milano. Giovani tesisti hanno lavorato a progetti di sviluppo, coordinati direttamente dal direttore della Ricerca e Sviluppo, salito a bordo poco prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria.
«Grazie alle piattaforme collaborative, che abbiamo attivato subito, sono riuscito a impostare il mio reparto con un approccio trasversale, di collaborazione e scambio tra funzioni (progettazione hardware, progettazione firmware, progettazione software, meccanica e stampa additiva per la prototipazione) e con le altre divisioni aziendali, dal concepimento dell’idea alla realizzazione del nuovo dispositivo, passando per i test, le sperimentazioni e le certificazioni esterne. Ora siamo ripartiti anche con le relazioni con l’università», racconta Roberto La Capruccia, direttore Ricerca e Sviluppo di Fantini Cosmi, una lunga esperienza di ricerca di base e applicata prima all’Università Federico II di Napoli e poi all’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova, nel reparto di robotica avanzata.
IoT, sensoristica, algoritmi, biomedicina e deep learning sono le sfide più avanzate sulle quali l’azienda ha deciso di investire, per realizzare sia dispositivi con funzionalità sempre più avanzate, sia nuovi prodotti smart per una gestione intelligente e differenziata del microclima (riscaldamento e ventilazione), tenendo conto delle diverse abitudini e reazioni corporee negli ambienti casalinghi e industriali.
Oltre a ingegneri meccanici, elettronici, meccatronici e aereonautici, infatti, serviranno presto anche ingegneri biomedici. Intanto, si parte dalle tesi svolte sul campo. La tesi di laurea condotta in azienda è un periodo di formazione, di sviluppo di nuove idee e risoluzione di sfide aziendali, un progetto che si configura come un lavoro di approfondimento scientifico su un tema di interesse aziendale.
I vantaggi reciproci della collaborazione
Il progetto è partito nel 2021 con le tre prime tesi di laurea e, nel 2022, sono già due gli ingegneri laureatisi al Politecnico di Milano, con una tesi sviluppata in Fantini Cosmi. Per il primo, con una laurea magistrale in Energy and Engineering, Green Power System dal titolo “Decentralized Heat Recovery Mechanical Ventilation Unit: CDF modeling and Analysis”, è stato realizzato un ambiente simulativo dell’unità di ventilazione con recupero di calore e, sulla base di test e considerazioni relative a risultati ottenuti sperimentalmente, è stato possibile modificare la produzione di alcuni componenti, che oggi permettono di ottenere prestazioni largamente migliori in termini di portata d’aria e di prevalenza.
Il secondo laureato, in Ingegneria dell’Automazione e del Controllo, ha svolto una tesi dal titolo “A temperature control algorithm for maximum comfort and minimum cost”, per la quale è stato aiutato nella modellazione e nella realizzazione di algoritmi di controllo della temperatura per la regolazione ambiente di zona mediante una valvola termostatica, per conciliare aspetti legati al risparmio energetico e a quelli di termoregolazione e contabilizzazione del calore delle singole zone delle unità abitative. Altre tre lauree sono in dirittura di arrivo e l’idea è di ospitarne 7-8 all’anno.
Il beneficio è win-win: lo studente trascorre 6-8 mesi a contatto con l’intero processo di sviluppo e produzione di un nuovo dispositivo o di una nuova funzionalità, facendo una esperienza a tutto tondo, dall’idea ai test, alla messa in produzione, incontrando complessità, particolarità e imprevisti che non sempre emergono dallo studio teorico. Trova la disponibilità dei colleghi coinvolti nel progetto e si abitua a un confronto continuo con professionisti esperti, che stimolano la sua capacità di esporre idee e punti di vista, anche differenti da quelli del gruppo, senza soggezione. Viene anzi incoraggiato a intervenire, a fare domande e a contribuire con la propria soluzione, senza la pressione dei tempi, del ruolo e dei risultati da portare. In questo modo anche l’azienda ottiene il proprio beneficio dal coinvolgimento dello studente prossimo alla laurea.
«In Fantini ho portato la mia esperienza di correlatore di tesi in Ingegneria Elettronica per corsi di laurea magistrale e di relatore di tesi di dottorato in Meccatronica. Mi è sembrato naturale continuare questo percorso anche in Fantini Cosmi, dove mi è stata data carta bianca. Grazie al tesista, infatti, possiamo dedicare una risorsa intera al progetto di sviluppo. Inoltre, confrontandosi con più funzioni, il nostro impegno di tutoraggio viene distribuito su più figure e, soprattutto, riceviamo il punto di vista fresco ed esterno di un giovane nel pieno della sua creatività», spiega La Capruccia.
L’approccio informale e cross-funzionale all’innovazione
L’errore in Fantini Cosmi è ammesso come parte dello stesso processo creativo, con un approccio aperto al contributo di tutti. Ciascuno impara e restituisce in tempi rapidi grazie all’organizzazione per team di progetto. «L’approccio è molto informale, le migliori idee vengono ancora alla macchinetta del caffè, lasciamo la flessibilità di orario e giornate per non rendere rigida la flessibilità stessa e contiamo sul buon senso e sulla responsabilità dei nostri ingegneri. Nel lavoro di gruppo, infatti, la relazione fisica aiuta molto la scintilla del problem solving e dell’idea risolutiva», racconta l’ingegnere.
La divisione R&D è strutturata infatti con team di progetto flessibili e trasversali, in modo che il contributo innovativo possa arrivare da qualsiasi area coinvolta: dal progettista, dal programmatore software, dal meccanico per la parte hardware, dal tesista stesso che è lì proprio per rompere gli schemi.
«Quando ho deciso di riprendere a ospitare i tesisti, aleggiava una qualche preoccupazione su un possibile rallentamento dei lavori, mentre ho rassicurato che questo è il metodo più veloce ed efficace per innovare: l’apertura all’ecosistema in una struttura organizzativa cross-funzionale», precisa il Manager. Il giovane tocca con mano l’intero processo, inizia a imparare i ritmi e i tempi dell’azienda, le regole, i riti, la puntualità, il lavoro di gruppo e, al contempo, contribuisce allo sviluppo tecnologico dell’azienda che, intanto, fa scouting rispetto a eventuali nuove risorse da inserire appena la crescita lo consenta. Per ora, è in programma l’apertura dell’ecosistema agli istituti tecnici industriali e agli ITS Academy per formare e coinvolgere tecnici meccatronici e informatici.