Parte il nuovo bando del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che finanzierà progetti di sperimentazione e ricerca sulle tecnologie 5G.
L’avviso ministeriale del 17 marzo 2023 – che segue il Decreto di novembre 2022, pubblicato a gennaio in GU – è rivolto agli enti pubblici con il supporto di imprese, pmi e startup, ma anche università e centri di ricerca.
Ha come obiettivo la realizzazione, su territorio nazionale, di progetti di ricerca e sviluppo di prodotti, processi, servizi o modelli di business e organizzativi relativi alle tecnologie emergenti.
C’è dunque tempo fino al 19 maggio 2023 per presentare progetti a sostegno dell’innovazione nelle imprese, con la promozione di nuove tecnologie che valorizzino e tutelino il Made in Italy.
Il Programma di supporto alle tecnologie 5G
Per migliorare i servizi alle imprese è stato ideato uno specifico programma di supporto, nell’ambito delle tecnologie emergenti 5G. Saranno promossi, sul territorio nazionale, i progetti di sperimentazione che prevedano lo sviluppo di prodotti, processi, servizi o modelli di business e organizzativi innovativi, realizzati attraverso le tecnologie emergenti, con lo sviluppo e l’utilizzo del 5G, con reti mobili ultra veloci.
Con l’adozione di nuove tecnologie quali blockchain, Intelligenza Artificiale, Internet delle cose (IoT), Edge computing e Tecnologie quantistiche, e grazie all’operato delle Case delle tecnologie emergenti, le competenze scientifiche delle università e degli enti di ricerca potranno coniugarsi con le esigenze delle imprese.
In particolare, le Case delle tecnologie emergenti avranno l’obiettivo di supportare i progetti di ricerca e sperimentazione. Favoriranno il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese e sosterranno la creazione di startup, attraverso lo sviluppo delle reti mobili ultraveloci (5G) e la ricerca sulle reti mobili di nuova generazione (6G).
Bando tecnologie 5G: chi sono i destinatari?
Le proposte progettuali potranno essere presentate da un soggetto capofila, che dovrà essere un ente pubblico, affiancato obbligatoriamente da una università (pubblica o privata). In aggiunta o in sostituzione di questa può subentrare un ente e centro di ricerca pubblico o privato. Sarà poi necessaria la presenza di una impresa, una PMI o una start up, anche estera ma già costituita e operativa su territorio italiano.
Considerando la partecipazione di aziende private al partenariato, sarà necessario che queste posseggano una serie di requisiti richiesti solitamente dai bandi pubblici. È inclusa l’assenza di specifiche condizioni societarie, quali fallimento, liquidazione coatta, concordato preventivo o procedimenti in corso per la dichiarazione di una delle suddette. È inoltre necessario che non vi siano altre cause ostative (ricomprendendo tra l’altro specifiche condanne penali) anche in relazione a soci, amministratori e rappresentanti.
I soggetti che hanno già partecipato ai precedenti bandi sempre nel medesimo ambito (edizione 2019 ed edizione 2022), e sono risultati aggiudicatari dei benefici, non potranno presentare nuovamente una domanda di ammissione: dovranno lasciare spazio a nuovi “competitor”.
Le proposte progettuali delle tecnologie 5G
L’Allegato 2 del bando (“proposta progettuale”, nella sezione Documenti), contiene le indicazioni specifiche da trasmettere. In particolare dovrà essere dettagliatamente descritta la modalità con cui si riusciranno a coniugare le competenze scientifiche e tecnologiche dei diversi partner con le esigenze del tessuto imprenditoriale, per riuscire ad aumentare la competitività dei territori.
Dovranno altresì essere descritte le diverse attività che verranno realizzate, attraverso l’utilizzo delle tecnologie emergenti, ovvero blockchain, Intelligenza Artificiale, Internet delle cose (IoT), Edge computing e Tecnologie quantistiche.
Nella proposta progettuale si dovranno inoltre indicate le figure professionali impiegate, così come la necessaria dotazione finanziaria per ogni linea di attività. Bisognerà anche determinare la durata del progetto, con un cronoprogramma nel rispetto dei termini, considerando che sono concessi solo 12 mesi dalla stipula della convenzione finanziaria tra MIMIT e proponente.
Infine, bisogna descrivere gli obiettivi di ricerca e sviluppo che si intendono raggiungere, riportando anche le condizioni che rendono il progetto immediatamente realizzabile (cantierabile, rectius).
Risorse finanziarie e spese ammissibili
Le risorse finanziarie ammontano a complessivi 11 milioni di euro e rientrano nei fondi del Piano di Sviluppo e Coesione 2014-2020, di cui il MIMIT risulta titolare. Ogni proposta progettuale riceverà un finanziamento massimo dell’80% dell’intero importo preventivato, che non potrà però superare i 2 milioni di euro. Le spese per la restante quota del 20% dovranno invece essere sostenute dal proponente, obbligato ad attuare completamente il programma.
La quota concessa dovrà essere utilizzata per le spese ritenute ammissibili, sostenute solo dopo la firma della convenzione e fino alla data di completamento del progetto, come indicato nella tempistica. Le spese dovranno risultare effettive, legittime, localizzate, tracciabili, temporali e pertinenti, rispettando il divieto di cumulo (ovvero la richiesta di più incentivi sul medesimo costo).
Potranno riguardare importi per:
- personale dipendente impegnato direttamente nella realizzazione del progetto;
- assegni o borse di ricerca;
- acquisto di strumenti e attrezzature (comprese le quote di ammortamento);
- materiali utilizzati direttamente per la realizzazione delle attività previste dal progetto;
- l’acquisto di software specifici;
- servizi di consulenza e altri servizi utilizzati per l’attività del progetto;
- spese generali (non oltre il 3% sul totale).
Anche l’IVA è una spesa qualora non recuperabile.
La procedura per partecipare al bando tecnologie 5G
La domanda di partecipazione potrà essere presentata non oltre le ore 12 del 19 maggio 2023, e dovrà essere redatta come stabilito dall’Avviso pubblicato il 17 marzo 2023 (punto 7 della normativa), utilizzando il format dell’Allegato “domanda di partecipazione”.
Diversamente da altri bandi, non è prevista una piattaforma per l’inserimento dell’istanza che, invece, andrà inviata tramite posta elettronica certificata all’indirizzo dgscerp.div1@pec.mise.gov.it. Qualora troppo pesante, la domanda si può consegnare, in formato cartaceo, brevi manu o via posta ordinaria.
Con l’aiuto di una apposita Commissione, il MIMIT valuterà le proposte progettuali, tenendo conto del rispetto di termini e modalità di presentazione. Nei successivi 60 giorni dalla chiusura dello sportello arriverà una graduatoria di merito, pubblicata sul sito del Ministero.
Dunque, la procedura non seguirà l’ordine cronologico di presentazione: in questo specifico caso sarà scelto il progetto più meritevole, ovvero quello che risponderà pienamente alle richieste del bando, per realizzare esigenze di un mercato sempre più innovativo.