Il MiSE (futuro Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha avviato in ottobre una nuova selezione di proposte progettuali per realizzare nuove “Case delle Tecnologie Emergenti”, dopo quelle avviate a Torino, Roma, Bari, Prato e L’Aquila, con bando edito nel 2019.
Si tratta di centri di trasferimento tecnologico che coniugano le competenze scientifiche delle università e dei centri di Ricerca con le esigenze del tessuto imprenditoriale. Fino al prossimo 18 novembre 2022, quindi, sarà possibile presentare nuovi progetti che puntino allo sviluppo di programmi di ricerca, sperimentazione e trasferimento tecnologico verso startup e pmi. Vediamo come.
Obiettivi e finalità delle Case delle Tecnologie Emergenti
Le Case delle tecnologie emergenti puntano all’accelerazione di startup, sostenendo il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese, attraverso lo sviluppo delle reti mobili ultraveloci (5G) e la ricerca sulle reti mobili di nuova generazione (6G), con la realizzazione di progetti di ricerca e sperimentazione che riescano ad ampliare e migliorare l’offerta di servizi nel territorio.
Le risorse, che ammontano a 80 milioni di euro, finanzieranno le spese per lo sviluppo di prodotti, processi, servizi e modelli di business ed organizzativi, per l’applicazione e la diffusione delle tecnologie emergenti – ovvero Blockchain, Intelligenza Artificiale, realtà aumentata/virtuale/immersiva, Internet of Things (IoT) e tecnologie quantistiche.
L’uso di queste dovrà essere subordinato alla disponibilità delle reti mobili ultra veloci (5G) e allo sviluppo delle reti mobili di nuova generazione (6G): dovranno essere utilizzate in diversi settori, tra cui la robotica industriale.
I partecipanti al progetto tecnologico
Il soggetto beneficiario è ogni Comune nel quale è presente una rete a banda ultra larga in tecnologia mobile 5G. Tuttavia, al Bando si parteciperà attraverso un partenariato in cui lo stesso Comune sarà capofila di un gruppo composto da due diverse categorie di soggetti. Da un lato ci saranno università pubbliche e private, enti e centri di ricerca pubblici o privati; dall’altro imprese, pmi e startup già costituite, italiane o estere, con una sede operativa sul territorio nazionale.
Attraverso il partenariato andranno sviluppati progetti di ricerca, sperimentazione e trasferimento tecnologico all’interno delle Case, riuscendo a fondere assieme le competenze scientifiche del primo gruppo assieme a tutte quelle necessità tipiche del substrato imprenditoriale, in settori ritenuti strategici per la crescita della competitività.
Il partenariato dovrà avere una durata pari o superiore a quella del progetto presentato e sarà necessaria la presenza di un soggetto per ogni categoria di partecipanti. Qualora nel gruppo siano presenti appartenenti ai Centri di competenza nazionali ad alta specializzazione (tra quelli selezionati dal già MiSE), in sede di valutazione se ne terrà conto. Allo stesso modo, verrà premiata la presenza, nel gruppo, di una delle Case delle Tecnologie già realizzate nel 2020.
Le proposte progettuali
Ogni singola proposta progettuale dovrà avere un importo compreso tra gli 8 e i 15 milioni di euro, e dovrà contenere una serie di dati, tra cui l’indicazione dei vari soggetti afferenti al partenariato, la descrizione dettagliata della distribuzione delle competenze scientifiche e tecnologiche (tra i vari partner) e l’individuazione della “location” per la nuova Casa della tecnologia, offerta -gratuitamente e in esclusiva - dal Comune coinvolto.
Sarà poi necessaria una descrizione delle dotazioni necessarie da acquistare, affinché la Casa possa essere operativa, riportando tutte le linee di intervento di ricerca e sviluppo, basate sull’utilizzo delle tecnologie emergenti.
Infine, andranno indicate le figure professionali, che il Capofila e i partner decideranno di attivare per poter realizzare l’intervento, ma anche la dotazione finanziaria e la tempistica progettuale, con durata e cronoprogramma. I progetti, una volta approvati, andranno completati entro due anni dalla stipula della Convenzione.
Le spese ammissibili e finanziabili
Le spese dovranno essere pertinenti alle attività di realizzazione del progetto, e sostenute solo di seguito alla firma della convenzione tra il (già) MiSE e il Capofila del partenariato: non verranno finanziate le spese sostenute successivamente alla fine del cronoprogramma previsto e comunicato.
Sono ammesse le spese per le dotazioni funzionali all’attivazione delle Case, tra cui quelle per l’allestimento degli spazi - comprendendo anche gli arredi - e quelle per l’acquisizione di impianti ed attrezzature tecnologiche, nonché hardware e software funzionali alla realizzazione del progetto.
Verranno finanziati anche i costi di progettazione, sviluppo e implementazione di software specifici, nonché i costi per il personale dipendente impegnato nel progetto. Sono infine ammesse alle spese agevolate le quote di ammortamento di strumenti e attrezzature (per il periodo specifico di realizzazione), le spese per le consulenze, per brevetti e licenze, i costi per la comunicazione e l’Iva qualora non recuperabile.
Come partecipare al progetto?
La domanda di partecipazione dovrà essere presentata entro le ore 12:00 del 18 novembre 2022. Rispetto alle classiche procedure telematiche per i Bandi on line, questa modalità di accesso al bando è leggermente più articolata, perché coinvolge una serie di soggetti anche istituzionali, tra cui il Sindaco del Comune capofila.
All’articolo 7 dell’Avviso sono riportati tutti i dettagli e, per la presentazione, potrà essere utilizzato il modello riportato nell’Allegato 1. Non è prevista la solita piattaforma online ma la documentazione, con tutti gli allegati, andrà inviata con posta elettronica certificata o, se eccessivamente pesante, spedita tramite posta o corriere. Entro il 18 dicembre 2022 si concluderà l’istruttoria e verrà pubblicata una graduatoria sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.