Nell’attuale scenario globale di incertezza, con le conseguenti problematiche della supply chain, la crisi climatica e le recessioni economiche, le aziende stanno cercando di sviluppare nuove strategie di produzione per affrontare le nuove sfide globali. Tra queste, la stampa 3D ha un ruolo sempre più determinante.
Le supply chain manuali devono attualmente affrontare molte sfide che ostacolano la produttività. Tra queste, ci sono una significativa carenza di manodopera qualificata, i problemi di inventario, le limitate capacità di produzione di tipo geometrico e i cambiamenti generali nei processi di assemblaggio.
Secondo le previsioni di Deloitte e del Manufacturing Institute Manufacturing Talent Study 2021, entro il 2030 l'industria manifatturiera statunitense avrà 2,1 milioni di posti di lavoro vacanti se non verrà introdotta una soluzione innovativa.
Il ruolo della stampa 3D per una supply chain più resiliente
Con l'elevata domanda di innovazione e tecnologie nel settore manifatturiero, la stampa 3D può contribuire a sostenere le supply chain grazie a una produzione di massa scalabile. Può consentire soluzioni di produzione distribuita, sia a breve sia a lungo termine, in grado di rispondere in modo quasi immediato ai rapidi cambiamenti del mercato.
Il valore aggiunto della stampa 3D e dell'implementazione di soluzioni digitali all'interno delle supply chain è rivoluzionario, poiché non ci si affida al lavoro manuale. La stampa 3D è in grado di ripetere le operazioni di assemblaggio, migliorando la qualità dei prodotti, e di realizzare nuove geometrie complesse.
Grazie ai progressi tecnologici, la stampa 3D è sempre più competitiva dal punto di vista dei costi rispetto ai metodi di produzione tradizionali. I brand, grandi e piccoli di tutti i settori (industriale, medicale, consumer e automotive) potranno beneficiare dei vantaggi della digitalizzazione nei loro impianti di produzione. Si favorisce così una supply chain globale più efficiente.
Stampa 3D, additive manufacturing e produzione di massa: verso l'iper-personalizzazione
Il 71% dei consumatori si aspetta la personalizzazione e il 76% si sente deluso quando non la trova, secondo i recenti dati McKinsey. In un contesto di scarsa fidelizzazione, lo stesso rapporto McKinsey ha rilevato che il 75% dei consumatori ha scelto di cambiare brand durante la pandemia. Questa instabilità non è di buon auspicio per quelli che non riescono a differenziarsi o a comprendere le esigenze e i desideri del pubblico.
A fronte delle tendenze in costante evoluzione e delle preferenze di acquisto che influenzano la fidelizzazione al brand, la personalizzazione diventa un approccio cruciale ed economicamente vantaggioso. Questo è vero soprattutto per le aziende che desiderano attrarre e fidelizzare i clienti in un mercato competitivo alimentato dalla stampa 3D.
Ogni settore ne vedrà i benefici, dalle calzature, ortesi e protesi personalizzate agli articoli sportivi come le mazze da golf e le maschere da sci. Le aziende che adotteranno la trasformazione nel modo di lavorare e di pensare, metteranno la produzione digitale al servizio proprio e dei propri clienti. Potranno così ottenere più successo nel loro settore di riferimento.
Con metodi di produzione tradizionali, la personalizzazione di massa può rappresentare una sfida. Essa rende quasi impossibile la creazione di stock prima del tempo, con difficoltà a prevedere le tendenze e i picchi di vendita o a pianificare le impennate della domanda. Questo può avere un impatto su tutti gli elementi della supply chain di un'azienda. Soprattutto in caso di tempi di attesa o di aumento dei costi di manutenzione dei macchinari necessari per la personalizzazione.
La stampa 3D è sufficientemente flessibile da consentire piccole tirature rapide ed economicamente vantaggiose. Permette di ridurre complessivamente la necessità di utilizzare diversi tipi di macchinari e di archiviare i file di progettazione in formato digitale. Le diverse parti infatti possono essere prodotte localmente e, soprattutto, on-demand. I tempi di consegna sono ridotti rispetto ai metodi tradizionali.
I benefici della stampa 3D in termini di sostenibilità: la svolta
Un'indagine Deloitte del 2022 ha rilevato che, durante la pandemia Covid-19, quasi la metà dei consumatori ha modificato le proprie attività o i comportamenti d'acquisto. Lo ha fatto soprattutto per contribuire a contrastare il cambiamento climatico. Per rimanere competitive nel mercato attuale, le aziende stanno dunque cercando alternative sostenibili ai tradizionali processi di produzione e supply chain.
È in questo ambito che l’additive manufacturing (AM) e la stampa 3D rivestono un ruolo di primo piano. Il cambiamento delle priorità in materia di sostenibilità richiede infatti una trasformazione del modo in cui le aziende producono, distribuiscono e utilizzano i prodotti.
Un numero sempre maggiore di produttori, tra cui il 50% dei decision maker globali in ambito digital manufacturing e stampa 3D intervistati nel report Digital Manufacturing Trends di HP, è interessato all'utilizzo di questa tecnologia. Confidano che essa possa promuovere un'economia circolare, riducendo il numero di materiali utilizzati nella produzione e semplificando e ottenendo maggior valore dai sistemi di produzione.
Ad esempio, l'AM sta supportando l'industria del packaging nel prendere decisioni commerciali più smart e, allo stesso tempo, nel progredire verso soluzioni più sostenibili. Sta democratizzando l'accesso a soluzioni come il molded fiber. Si tratta di un'alternativa ecologica e biodegradabile al packaging in plastica, che elimina il ricorso a metodi di smaltimento dei materiali costosi e dannosi per l'ambiente.
Si prevede inoltre un aumento delle applicazioni reali basate su un’economia circolare, alimentate dalla produzione digitale e stampa 3D. Nuove partnership e collaborazioni permetteranno ai brand di creare business value operando in modo più sostenibile, inclusi incentivi per le modalità di utilizzo, riutilizzo e smaltimento di polveri, parti e materiali esausti.