Più flessibili, più compatti e più economici, i nuovi sensori presentati da wenglor sensoric sono progettati per resistere ad alte temperature e possono essere utilizzati in settori come l’alimentare e l’automobilistico. Si tratta dei sensori induttivi della gamma INTT2 e INTT3 che si arricchisce di 12 ulteriori modelli.
I nuovi sensori induttivi INTT2 e INTT3 per alte temperature sono in grado di rilevare oggetti metallici senza contatto in condizioni operative con temperatura da −10 a +250° C. Questa tipologia di sensori viene utilizzata principalmente in settori come quello dell’industria alimentare, automobilistica e chimica per effettuare il riconoscimento di oggetti e parti metalliche al fine di controllarne la presenza e il corretto posizionamento.
I nuovi dispositivi si configurano quali sensori più flessibili, più compatti e più economici rispetto ai precedenti e presentano una serie di caratteristiche fisiche e tecniche che li rendono ancor più efficaci dal punto di vista operativo e qualitativo.
Principali vantaggi
I due principali vantaggi offerti dai sensori delle serie INTT2 e INTT3, che i clienti wenglor considerano determinanti, sono: da una parte la vita del prodotto, la cui durata media è superiore a 5 anni, il che si traduce in una sensibile efficienza economica; dall’altra la presenza di una centralina di analisi integrata all’interno del connettore, cosa che rende il sensore particolarmente compatto.
Qualsiasi sia il sistema entro il quale si devono integrare, i sensori si dimostrano sempre molto facili da installare e flessibili nell’impiego grazie all’innovativa tecnologia weproTec. Si tratta di un accorgimento tecnico brevettato da wenglor che impedisce a più sensori montati uno accanto all’altro di interferire l’un l’altro.
Ciò permette quindi di installare due o più sensori anche in spazi ristretti e rende i risultati migliori e maggiormente sicuri grazie alla ridondanza dei dati raccolti. Grazie a weproTec, è possibile anche montare due sensori uno di fronte all’altro, riducendo la luce libera per il rilevamento degli oggetti da 8 a 1,5 volte la distanza di commutazione nominale.
I nuovi sensori sfruttano le potenzialità di IO-Link per le operazioni di configurazione, che può essere gestita individualmente su più dispositivi tramite unità di controllo. È possibile inoltre sostituire facilmente i sensori senza alcuno sforzo di programmazione grazie al plug&play con funzione di storage.