Il titolo del nostro editoriale si configura come un’affermazione, mentre sarebbe più corretto proporre la frase come domanda e poi individuare gli elementi a sostegno della tesi. Presentazioni e tavole rotonde di recenti manifestazioni fieristiche hanno permesso di acquisire informazioni sull’andamento di alcuni settori manifatturieri il cui elemento comune pare essere una positiva variazione percentuale della produzione tra il 2013 e il 2014, con ulteriori prospettive di crescita per l’anno in corso anche per settori che da tempo erano in sofferenza. Nella maggior parte dei casi protagonista è l’export, a riprova che l’economia mondiale cresce e il manifatturiero italiano riesce a mantenersi agganciato. Al di là dei valori numerici, che non sempre sono esaltanti, si evidenzia però un dato per noi molto significativo: nel perido 13-14 la variazione del peso dei componenti di automazione è cresciuta, e molto di più di quella della produzione. Va da sè che non esiste una legge matematica che lega le due voci, ma questo dato si presta ad alcune interessanti considerazioni, non ultima quella per cui le aziende hanno ripreso, chi più chi meno, a investire in automazione, e diversamente non poteva essere stante il peso dell’export che impone quell’innovazione dei processi che sola, con una frase spesso usata in questi casi, “può aiutare a vincere la concorrenza globale”. Ma vediamo alcuni esempi. Nelle macchine per Packaging la variazione percentuale del peso dei componenti di automazione è, pur superiore, quasi uguale a quella della produzione, e il motivo è facilmente intuibile: il settore è tra i più vitali, con la più alta propensione all’export, oltre l’80%, con elevato livello tecnologico-qualitativo delle soluzioni proposte. Detto diversamente, il settore è allo stato dell’arte con costanti investimenti in automazione e non può quindi manifestare un salto percentuale significativo essendo già alto il livello. Diverso il discorso del tessile, che dopo una crescita di poco superiore a un punto percentuale tra 2013 e 2014, manifesta un ulteriore graduale aumento di quasi l’1,7% per il 2015. In pratica c’è ripresa, ma sarà molto graduale, e dopo anni di fermo degli investimenti le aziende riprendono a investire, e questo non tanto per incrementare i volumi, stante che la capacità è già al 70-80%, ma per innovazione tecnologica e per crearsi gli strumenti per aggredire nuovi mercati. La nuova propensione a investire è evidenziata da una variazione superiore al 10% del peso dei componenti di automazione. Traduzione: gli impianti stavano quasi correndo il rischio di diventare obsoleti e le aziende si stanno attivando. Discorsi analoghi possono essere fatti per Ceramica, Legno e in parte anche per la Plastica, tutti settori in cui la variazione del peso dei componenrti di automazione è ben superiore a quella della produzione, sempre per crescita dell’export. Particolarmente significativo il caso della Ceramica che ha la più alta variazione percentuale di produzione, ma anche la più alta come automazione, quasi che i due fattori siano intimamente connessi. In questo contesto di grande positività, una nota stonata: il settore delle macchine utensili. Qui, a fronte di un buon incremento produttivo da 2013 a 2014, la variazione percentuale imputabile al peso dei componenti di automazione è praticamente irrisoria. A nostro avviso la spiegazione potrebbe essere quella per cui il settore da tempo investe in automazione, e adesso raccoglie i frutti, e del resto, come ha affermato il presidente di UCIMU, il 2015 si apre sotto buoni auspici. Quindi, sì, sempre più automazione.