Il primo progetto di robotica liquida arriva dall’Istituto italiano di Tecnologia. Il suo nome è Cogitor, è sferico come una cellula e all’interno ha un liquido che opera come un computer di controllo.
Nuovo concetto di sistema cibernetico artificiale
Il progetto Cogitor si propone di formulare un nuovo concetto di sistema cibernetico artificiale, prendendo il nome dalla massima di Cartesio "Cogito, ergo sum" e ispirandosi alla nuova frontiera della robotica che mira a ridurre, se non annullare completamente, la rigidità del sistema.
La fonte di ispirazione è la cellula
Un sistema cibernetico è, per definizione, un sistema di regole che governano l'interazione tra un soggetto individuale e l'ambiente esterno. Come la cellula di un essere vivente è un sistema con un nucleo al centro, circondato da una membrana e riempito con una sostanza liquida e organelli che svolgono funzioni specifiche, così il sistema Cogitor sarà composto da sfere concentriche contenenti solventi arricchiti di nanoparticelle e con un chip di silicio al centro.
Una tecnologia per ambienti estremi
Adatto all'esplorazione di ambienti estremi o di altri pianeti, Cogitor è ricoperto da una pelle sensibile, simile a un touch screen, che permetterà l'interazione con l'ambiente. Per realizzare la sfera, i ricercatori mirano a sviluppare un polimero capace di autoripararsi in caso di danno. L'idea è che Cogitor sia un sistema robotico che potrà essere impiegato in futuro in ambienti come il fondo dell'oceano, luoghi con intensi campi magnetici o per esplorare i pianeti gassosi.
Il sostegno dell’Unione europea
Il progetto Cogitor, che ha una durata di quattro anni e che sarà interamente guidato dall'Istituto italiano di Tecnologia di Genova, in collaborazione con la University of the West of England, i laboratori svizzeri dell'Empa, Plasmachem di Berlino e la belga Pno, è diventato realtà grazie al sostegno dell’Unione europea, che ha messo a disposizione tre migliori e mezzo di euro.
Massimiliano Luce