Gli utenti, i system integrator e anche i produttori di sistemi robotizzati sembra abbiano una percezione ottimistica dell’industria dei robot per quest’anno. L’impressione è che il 2013 si configura come un buon anno per questo segmento dei sistemi per l’automazione industriale, anche se non così buono come sono stati il 2011 e il 2012. Stando a rilievi statistici oramai consolidati, il mercato dei robot aveva iniziato a crescere con il 2009, e questa espansione continuerà, anche se a ritmi più ridotti. Per alcuni l’indicatore di riferimento è l’industria automobilistica, che aveva notevolmente ridotto gli investimenti per poi cambiare completamente atteggiamento: considerando per esempio gli Stati Uniti, l’automotive rappresenta circa il 67% del mercato della robotica, e la rivitalizzazione del settore non può che impattare positivamente in generale sui sistemi di automazione e in particolare sui sistemi robotizzati, oramai considerati come la base tecnologica per mantenere competitività e flessibilità produttiva. Dato che tradizionalmente l’industria in genere ha sempre presentato un gap di circa due anni rispetto al comparto automotive, vi sono ancora interessanti margini di espansione. Come settori applicativi dei robot in prevedibile espansione, le ricerche di mercato specializzate indicano soprattutto packaging e pallettizzazione, ma anche l’assemblaggio, dove vi sarà un crescente apporto di lavoro robotizzato. Ma sono anche molto alte le aspettative sul “bin picking”, con prelievo random di oggetti e pezzi da cassoni. Molti leader della robotica puntano particolarmente su queste applicazioni, e la scommessa ha tutti i numeri per essere vincente in quanto l’evoluzione tecnologica congiunta di visione artificiale tridimensionale, algoritmi software specializzati e nuova sensoristica ha raggiunto un livello tale che si può oramai ipotizzare un punto di svolta, con il passaggio da implementazioni quasi sperimentali a realizzazioni affidabili e robuste, oltre che economicamente praticabili. Come diretta conseguenza di tutti questi avanzamenti tecnologici caratterizzati da marcata multidisciplinarietà, la robotica potrà entrare in settori del tutto nuovi, segnatamente quelli dell’assemblaggio di prodotti di elettronica di consumo e di componenti per l’automotive. La miglior capacità di manipolazione di prodotti diversi porterà poi a un’estensione dell’utilizzo dei robot nell’industria del food & beverage, dove vi sono ancora ampi margini per aumentare l’automazione. Secondo alcuni analisti di settore, l’impatto sarà soprattutto sulle operazioni di picking e pallettizzazione, dove la sostituzione di manodopera con sistemi robotizzati può portare a individuare rapidamente e con precisione valori e tempi di un ritorno dell’investimento. L’unico settore sul quale vi è una convergenza di dubbi sulle possibilità di una più ampia penetrazione dei sistemi robotizzati è quello medicale. Sono stati concepiti e sono disponibili sistemi anche molto sofisticati sia per attività di supporto alla medicina e alla diagnostica, che per coadiuvare interventi operatori complessi, ma questo mercato dipende molto dagli investimenti delle strutture sanitarie, spesso a loro volta dipendenti dalla scelte degli enti governativi preposti alla salute pubblica, che a loro volta devono fare i conti con un panorama economico che può presentare priorità diverse. Infine, una nota sulla delocalizzazione. Se molte aziende hanno nel passato scelto di spostare i propri impianti produttivi in paesi con manodopera a basso costo, il benessere apportato da queste nuove attività imprenditoriali ha portato alla richiesta di tenori di vita più alti, con stipendi in crescita della forza lavoro locale, da cui una minor convenienza alla delocalizzazione. Molti iniziano a vedere un’alternativa nei sistemi robotizzati, che inaspettatamente diventano lo strumento per mantenere le produzioni in casa, a tutto vantaggio di una ripresa dell’economia dei paesi più industrializzati.
Aldo Cavalcoli