Con il primo mese dell’anno che volge al termine, tardano ad arrivare le risposte che in tanti attendono. Tutto tace. Ci riferiamo, in particolare, al pagamento della quinta rata da Bruxelles. Ma anche, e soprattutto, al Decreto PNRR che dovrebbe dare ufficialmente il via al Piano Transizione 5.0. A che punto siamo e quanto ancora devono “pazientare” le aziende?
Facciamo allora un recap sugli eventi accorsi tra novembre e dicembre 2023. Proviamo a ipotizzare una tempistica. Negli ultimi tre mesi abbiamo assistito a un proficuo dialogo tra l’Italia e la Commissione europea. Diverse e interessanti le novità. Tra queste, la modifica del PNRR è indubbiamente la più significativa. Ma non solo. Procediamo, quindi, per gradi.
Il PNRR e gli eventi dell’ultimo trimestre
Il 24 novembre 2023 la Commissione europea aveva approvato la variazione presentata dall’Italia, con un nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, composto ora da sette Missioni. Tra le novità c’era anche l’avvio del Piano Transizione 5.0. Per quest'ultimo si attendeva l’ufficializzazione attraverso un Decreto Legge che sarebbe dovuto arrivare già a fine anno passato. E che invece è fortemente in ritardo.
Qualche giorno dopo, il 28 novembre 2023, la Commissione ufficializzava la valutazione positiva per il raggiungimento dei 21 traguardi e 7 obiettivi del primo semestre 2023 (da conseguire entro il 30 giugno 2023). Esattamente un mese dopo (il 28 dicembre 2023) comunicava all’Italia il pagamento della quarta rata. L'ammontare era pari a 16,5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto e 14,5 in prestiti.
Dopo sole 24 ore, il 29 dicembre 2023, Palazzo Chigi annunciava di aver inviato, alla Commissione europea, la richiesta di pagamento della quinta rata del PNRR. L’istanza era logicamente funzionale al raggiungimento dei 52 obiettivi richiesti, e il valore complessivo ammontava a 10,6 miliardi di euro.
Come sostenuto dal Governo, l’Italia sarebbe quindi riuscita a realizzare tutti gli investimenti previsti per il secondo semestre del 2023. Sì, ma quali, precisamente?
L’assessment per gli obiettivi del PNRR
Da luglio a dicembre 2023 l’Italia avrebbe dovuto realizzare (rectius, ha realizzato) investimenti in diversi settori. Si spazia dall’aumento dell’efficienza dei sistemi di irrigazione al trasporto pubblico a zero emissioni, dall’efficientamento energetico a variegati interventi per la transizione digitale. Inoltre, anche nell’ambito delle Riforme, sarebbero stati raggiunti gli obiettivi. Tra questi, la piena operatività del sistema nazionale di e-procurement e l’entrata in vigore delle normative per la concorrenza gli appalti pubblici.
Il quantum che Bruxelles dovrebbe versare (10,6 miliardi) si andrà ad aggiungere ai 101,9 delle prime quattro rate. Il dubbio ora è sulle tempistiche del saldo. Secondo la timeline, le risorse dovrebbero essere concesse tra febbraio e marzo 2024. L’Italia però è ancora scottata dal forte ritardo in concomitanza del pagamento per la terza tranche, giunta ad ottobre 2023, dopo mesi di attese.
Aleggia infatti un timore costante. Quanto durerà l’iter di valutazione per appurare il raggiungimento di obiettivi e milestone? Soprattutto, ci sarà l’allineamento tra quanto compiuto da Roma e quanto “preteso” dall’UE? La fase si assessment sarà, molto probabilmente, più rigorosa di sempre, perché l’Italia è attenzionata, alla luce delle modifiche che ha cercato ed ottenuto.
Eppure il Ministro Fitto è fiducioso. La richiesta della quinta rata è risultata puntuale, e addirittura in anticipo rispetto agli altri Stati Membri, a conferma dell’eccellente risultato raggiunto grazie a un dialogo produttivo e costante.
La modifica del PNRR e il capitolo REPowerEU
Intanto bisogna anche fare i conti con il capitolo REPowerEU, il programma finanziario che ha l’obiettivo di velocizzare l’iter green dell’Unione, favorendo gli investimenti finalizzati al risparmio energetico, alla produzione di energia pulita e alla diversificazione dell’approvvigionamento, per un’Europa indipendente dal combustibile fossile russo.
Con la modifica del PNRR sono state apportati 144 cambiamenti, o novità se si preferisce chiamarle così. Tra queste anche l’introduzione del capitolo integrativo REPowerEU, per la transizione energetica. In particolare, delle sette nuove Riforme, cinque sono per il Piano, con una nuova sezione che punta sulla diffusione delle energie rinnovabili, attuabili grazie a procedure semplificate nelle autorizzazioni.
A tal proposito, lo scorso 25 gennaio 2024 la Commissione europea ha erogato all’Italia 551,2 milioni di euro di prefinanziamento. Il Paese riceverà complessivamente 2,76 miliardi di euro, in sovvenzioni non rimborsabili. La cifra è pari al 13,8% del totale, la maggior quota destinata a uno Stato Membro. A questi, se ne aggiungeranno ulteriori 8,4 provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dunque, un REpowerEU “rafforzato” per un pacchetto di oltre 11 miliardi.
Ora dobbiamo solo assistere alla realizzazione di tutti i progetti che piacciono a Bruxelles. E sperare in una veloce risposta della Commissione, per la quinta rata. Poi, forse, la strada sarà finalmente in discesa. Intanto, pur felici per le notizie d’Oltralpe, le imprese restano sempre in attesa del Decreto PNRR, per dare avvio alla chimerica Transizione 5.0. Ma l'attesa continua. E siamo praticamente a febbraio.