Nella torrida estate del 2024, mentre tutta l’attenzione confluiva sul Piano Transizione 5.0, la macchina del PNRR non si fermava. Anzi, avanzava, e in maniera lineare. L’attesa del Decreto Attuativo per Transizione 5.0 - adottato poi il 24 luglio 2024 - ha assorbito gran parte dell’attenzione pubblica. E i progressi realizzati nell’ambito del Piano Nazionali di Ripresa e Resilienza sono forse passati in sordina.
Se il Piano Transizione 5.0 rappresenta un importante passo verso modernizzazione e sostenibilità, il merito va anche al PNRR. E in particolare alla nuova Missione 7, introdotta poco meno di un anno fa. Ed è giusto capire, allora, quali risultati concreti abbiamo ottenuto e a che punto siamo.
Il PNRR, tra critiche ed elogi, resta uno strumento cruciale per il rilancio economico e sociale del Paese. È la fonte di finanziamento per le agevolazioni destiate alle imprenditorie italiane. Ma siamo arrivati al giro di boa, intraprendendo la fase discendente. L’Italia ha ricevuto cinque delle dieci rate stabilite, e i prossimi mesi saranno ancora più importanti di quelli passati. Perché il 2026 è dietro l’angolo.
PNRR, una modifica che inizia nel 2023
Il 24 novembre 2023 la Commissione europea ha approvato una modifica del PNRR presentata dall’Italia. Dunque, ulteriori risorse e Riforme, con il rafforzamento delle vecchie. E anche la nuova Missione, la 7, che ha poi dato avvio a tutto l’iter per il Piano Transizione 5.0. Ma il Governo è andato oltre.
Nel mese di marzo 2024 Palazzo Chigi ha chiesto una aggiuntiva revisione su 23 misure (tra investimenti e riforme). Accordate dalla Commissione il 26 aprile 2024, e in linea con quanto già stabilito l’8 dicembre 2023. Si è trattato, più che altro, di un cambiamento di natura tecnica. L’UE, con la Decisione di esecuzione del 14 maggio 2024, ha accolto il petitum italiano.
Le novità introdotte erano finalizzate all’ottenimento dei migliori risultati. Ed effettivamente con la revisione del maggio 2024 sono cambiati i traguardi e gli obiettivi per l’ottenimento della quinta e della sesta rata. Si è passati da 52 a 54 nel primo caso, e da 39 a 37 nel secondo. Sono poi state approvate anche le modifiche agli importi. La quinta è passata da 10,6 a 11,1 miliardi, mentre la sesta è diminuita (da 9,2 a 8,5 miliardi).
Il pagamento e la richiesta delle rate PNRR
In totale, fino ad oggi, la Commissione europea ha erogato all’Italia 113,5 miliardi di euro, pari al 58,4% del totale previsto (194 miliardi). L’ultimo pagamento risale al 5 agosto 2024, quando Bruxelles ha versato la quinta rata: 11 miliardi di euro (3,2 miliardi di sovvenzioni e 7,85 miliardi di prestiti) per il conseguimento dei 53 traguardi e obiettivi, realizzati entro il 31 dicembre 2023.
Le recenti risorse di provenienza europea, in realtà sono state incrementate di 400 milioni: dovevano infatti ammontare a 10,6 miliardi, come richiesto a dicembre 2023. Ma, nel maggio 2024, l’Italia ha raggiunto due obiettivi aggiuntivi (sul contrasto dell’evasione fiscale). Ed è stata premiata. Anche se, poi, qualcosa ha comunque turbato la “festa”.
La Commissione non è infatti riuscita a pronunciarsi sul conseguimento di un obiettivo, relativo alla riforma della disciplina di appalti pubblici e concessioni. Ovvero: la riduzione del 10% del tempo medio tra l’aggiudicazione dell’appalto e la realizzazione dell’infrastruttura (M1C1-85). Si tornerà, quindi, sull’argomento, per risolvere una difficoltà di interpretazione su un criterio tecnico. Una modifica nella formulazione che, però, costa 110 milioni – ovvero l’1% della rata.
Intanto, i 23 milestone e i 30 target del secondo semestre 2023 sono una certezza. Il contrasto all’evasione fiscale e i successi nella transizione verde (con la chiusura di 22 discariche illegali su 34), assieme al miglioramento della raccolta differenziata e all’efficientamento energetico dei tribunali sono dati incoraggianti. Al netto delle preferenze politiche. Idem per la transizione digitale, con l’incremento dei sistemi di pagamento.
PNRR, i risultati (positivi) del primo semestre 2024
Ma veniamo ai giorni nostri. A fine giugno 2024 il finanziamento degli interventi (conclusi e in corso di esecuzione) ammontava a 165 miliardi di euro. Ovvero l’85% della dotazione complessiva. Questo, come riportato dalla Quinta (e ultima, ndr) relazione sullo stato di attuazione del PNRR.
La spesa effettiva, quella cioè sostenuta, è però ferma a 51,4 miliardi di euro. Il 31% del valore degli interventi attivati. Tuttavia, nel primo semestre del 2024 sono stati raggiunti alcuni obiettivi particolarmente strategici per il Paese. Soprattutto nel campo dell’approvvigionamento energetico.
È stata realizzata la Linea Adriatica, una infrastruttura in grado di aumentare la capacità di trasporto del gas. Garantendo così all’Italia una maggiore sicurezza energetica. Sono poi stati attuati diversi interventi per la tratta Est del Tyrrhenian link, a regime nel 2028: 970 km per 1.000 MW di potenza, in un corridoio elettrico sottomarino tra Sicilia e Sardegna.
La settima rata e l’attesa della sesta
Sempre a fine giugno 2024, l’Italia ha presentato la richiesta di pagamento della sesta rata, per ricevere gli 8,5 miliardi (1,6 miliardi di sovvenzioni e 6,9 miliardi di prestiti) collegati ai 37 traguardi e obiettivi conseguiti durante i primi sei mesi del 2024.
Intanto, con deadline al 31 dicembre 2024, oggi il Governo lavora sulla realizzazione degli obiettivi e traguardi per la settima rata. Con le modifiche dei mesi scorsi, sono scesi a 69, dai precedenti 74. E si sono ridotte anche le risorse: da 19,6 a 18,2 miliardi, ovvero 4,5 miliardi di sovvenzioni e 13,7 miliardi di prestiti.
Tra i nuovi target ci sono gli investimenti nel sistema dei trasporti a emissioni zero e nel comparto agricolo. Ma anche il potenziamento delle reti di trasmissione dell’energia elettrica, gli oltre 16mila punti di ricarica per veicoli green, le 480 Centrali Operative Territoriali per la salute pubblica.
Il futuro del PNRR
E per il futuro? Al momento, al netto di nuovi ripensamenti dettati dalle esigenze, l’ottava rata, con la realizzazione dei target entro giugno 2025, dovrebbe ammontare a 12,8 miliardi. Circa 3,1 miliardi di sovvenzioni e 9,7 miliardi di prestiti, in aumento rispetto agli iniziali 11,9 miliardi.
Idem per la nona, da 12,3 miliardi a 12,8 miliardi, di cui 6,6 miliardi di sovvenzioni e 6,2 miliardi di prestiti. Resta invece invariato il budget per l’ultima: 28,4 miliardi (di cui 11,1 miliardi di sovvenzioni e 17,3 miliardi di prestiti) per la realizzazione di 173 fra traguardi e obiettivi.
Un finale scoppiettante che, probabilmente, nel tempo verrà nuovamente rivisto. Ma, intanto, godiamoci il presente, anche perché dicembre è alle porte. Così come la Legge di Bilancio, che potrebbe introdurre alcune novità, richiedendo un intervento mirato. Non c’è nulla all’orizzonte, al momento. Ma, come oramai sappiamo, le sorprese non finiscono mai.