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Per un Made in Italy più competitivo bisogna accelerare sull’innovazione

Se vi state chiedendo come si possa rendere ancora più competitivo il Made in Italy sulla scena internazionale, la risposta è semplice: con l'innovazione. Il partenariato esteso MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile) ha avviato un confronto sul tema, nella prima tappa del suo Roadshow di Roma.

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Valeria Villani

Il partenariato esteso MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile) ha avviato un confronto sulla competitività del Made in Italy e sull'innovazione. Lo ha fatto in occasione della prima tappa del suo Roadshow “L’innovazione in cammino. Costruiamo, tappa dopo tappa, il Made in Italy di domani”, a Roma.

Alla tappa romana della rassegna ideata da MICS sono intervenuti istituzioni e rappresentanti dei mondi della ricerca e delle imprese per dialogare sul futuro delle produzioni italiane. In particolare nei settori della moda e del tessile, del legno e arredo e dell’automazione meccanica.

Focus principale dell'evento è stata l'innovazione come driver principale di competitività per tutto il Made in Italy.

Il futuro della produzione italiana e del Made in Italy

Il dibattito ha fatto emergere l’importanza di creare un’Italia proiettata verso il futuro, consapevole della necessità di progredire sotto il profilo tecnologico per mantenere la propria forza attrattiva nei confronti del mercato globale.

Il Made in Italy di domani, per continuare a suscitare l’interesse della platea internazionale, dovrà mantenere un dialogo aperto con i territori, affinché il patrimonio di conoscenze e competenze ereditato non vada disperso. D'altro canto, dovrà puntare sulle nuove tecnologie abilitanti, a partire dal digitale, prestando attenzione all'intelligenza artificiale e alla manifattura additiva.

All’evento di Roma, Istituzioni, associazioni di categoria, imprese, organismi di ricerca e università hanno quindi messo a fattor comune il proprio patrimonio di conoscenze, confrontandosi sui temi centrali dello sviluppo e in particolare sui settori d’interesse del Partenariato. Ovvero, abbigliamento, arredamento e automazione meccanica. Questi settori, con il loro indotto, generano circa il 50% del valore della produzione nazionale, secondo dati Istat).

È stata inoltre sottolineata l’importanza di creare un ambiente di ricerca pubblico-privato che sia condiviso, autosufficiente, auto-rigenerativo, affidabile, sicuro e sostenibile, dalla progettazione alla produzione, in linea con la struttura e con gli obiettivi di MICS.

Innovazione e tecnologia, driver di competitività

L’Italia, storico Paese esportatore, deve misurarsi con interlocutori internazionali con una capacità d’acquisto superiore al passato. Interlocutori che ricercano non solo la qualità che contraddistingue da sempre il Made in Italy, ma che desiderano beni e servizi caratterizzati da tecnologie avanzate.

In questo contesto si inserisce MICS. Esso assegna circa 21,5 milioni di euro a imprese, organismi di ricerca e università di tutta Italia. Mira a stimolare la ricerca e l’innovazione nell’ambito della sostenibilità e dell’economia circolare.

MICS, infatti, attraverso due recenti bandi a cascata, destinati rispettivamente agli organismi di ricerca e alle imprese, ha avviato 59 progetti a contenuto tecnologico-scientifico. Questi si sommano ai 77 già attivi nell’ambito del partenariato. A questi progetti lavorano oltre 900 persone ad alta qualificazione professionale.

Il Made in Italy che resterà sul mercato

Il Made in Italy che resisterà sul mercato sarà dunque quello capace di trasformarsi e adattarsi ai cambiamenti tecnologici. Quello che manterrà la propria anima “a misura di persona”, ma rispondendo alle nuove esigenze dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità, alla connettività e all'innovazione.

In sintesi, per mantenere e accrescere il suo posizionamento, il Made in Italy deve abbracciare la modernità, guardando verso nuovi orizzonti, in cui estetica e innovazione viaggino insieme.

I partner fondatori di MICS

Partner industriali: Aeffe, Brembo, Camozzi Group, Cavanna, Italtel, Itema, Leonardo, Natuzzi, Prima Additive, SACMI, SCM Group, Stazione Sperimentale dell'Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, Thales Alenia Space.

Soggetti pubblici: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Politecnico di Bari, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Brescia, Università degli studi di Federico II di Napoli, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Palermo e Università di Roma La Sapienza.

Il MICS e i fondi PNRR

MICS è un partenariato esteso finanziato dal MUR (Ministero dell'Università e della Ricerca). Ha ricevuto un totale di 125 milioni di euro (114 milioni da fondi PNRR e 11 milioni di coinvestimenti privati). In pratica, l’ammontare di fondi più alto mai erogato per progetti di ricerca nell’ambito dell’economia circolare e sostenibile. Di questa dotazione, il 40% dei fondi pubblici è destinato al Mezzogiorno.

Il Partenariato fa parte dei progetti relativi alla Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR, i cui finanziamenti consentiranno di adottare iniziative che renderanno il Made in Italy sempre più circolare, autosufficiente, auto-rigenerativo, affidabile, sicuro e sostenibile, dalla progettazione alla produzione.

MICS raccoglie al suo interno, oltre ai 12 Partner pubblici (università e centri di ricerca) e ai 13 Partner industriali fondatori, operanti nei comparti dell’abbigliamento, dell’arredamento e dell’automazione-meccanica, i beneficiari dei recenti bandi a cascata MICS (dal valore complessivo di circa 21,5 milioni di euro).

Per un Made in Italy più competitivo bisogna accelerare sull’innovazione - Ultima modifica: 2024-09-25T17:24:35+02:00 da Valeria Villani