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Nel 2030 l’IA veicolerà il 3,5% del Pil mondiale

Nel 2030, secondo Idc, ogni dollaro speso in IA genererà 4,6 dollari nell’economia mondiale, creando nuovi lavori e modificando il panorama competitivo.

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Massimiliano Luce

Il 2024 potrebbe passare alla storia come l’anno dell’intelligenza artificiale. Almeno se giudichiamo dalla consapevolezza ormai acquisita dal mercato sulla sua importanza. Infatti, ormai quasi l’unanimità dei leader aziendali (98%) considera l’IA una priorità per le loro organizzazioni.

Il dato arriva da una nuova ricerca Idc sull’impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia e sull’occupazione. Per quanto riguarda la prima, la spesa delle aziende per l'adozione dell'IA avrà un impatto globale di 19,9 trilioni di dollari fino al 2030, quando veicolerà il 3,5% del Pil mondiale. Questo dato riguarda fondamentalmente due aree. Da un lato l'inserimento dell'IA nelle attuali operazioni aziendali; dall’altro, il suo impiego per la fornitura di prodotti/servizi migliori ai clienti business e ai consumatori.

A proposito di operazioni aziendali e impatto sul lavoro, sono numerose le attività interessante da questa rivoluzione. Lo studio Idc cita l’ispezione dei macchinari, oltre contact center, traduzioni e contabilità.

IA, l’impatto economico globale è positivo

Approfondendo l’impatto economico, la ricerca offre alcuni spunti particolarmente interessanti. Per esempio, nel 2030 ogni nuovo dollaro speso in soluzioni e servizi di IA per le aziende genererà 4,60 dollari nell'economia globale, in termini di effetti indiretti e indotti.

Le ragioni sono molteplici, a partire dall’aumento della spesa per soluzioni e servizi di IA, grazie all'accelerazione della sua adozione. Altrettanto importante lo stimolo economico tra le aziende che adottano l'IA, che vedono benefici in termini di aumento della produzione e di nuovi flussi di reddito. Inoltre, Idc segnala l’impatto positivo lungo l'intera supply chain dei fornitori di IA, con un aumento dei ricavi di chi si occupa di soluzioni e servizi di intelligenza artificiale.

“Nel 2024, l'IA è entrata in una fase di sviluppo e implementazione accelerata”, dichiara Lapo Fioretti, Senior Research Analyst, Emerging Technologies and Macroeconomics, Idc. “L'integrazione diffusa ha portato a un'impennata degli investimenti aziendali volti a ottimizzare in modo significativo i costi operativi e le tempistiche.”

Emergono nuovi ruoli mentre altri rimangono resilienti

I vantaggi dell’intelligenza artificiale consistono nell’automatizzare le attività di routine e sbloccare nuove efficienze. Per questo motivo, assisteremo alla trasformazione di diversi settori e alla nascita di nuovi mercati. Tutto ciò, naturalmente, modificando il panorama competitivo. Come dice Rick Villars, Group Vice President, Worldwide Research, Idc: “L'IA non sostituirà il vostro lavoro, ma lo farà qualcuno che saprà usare l'IA meglio di voi”.

Di conseguenza, alcuni lavori subiranno un impatto negativo dalla proliferazione dell'intelligenza artificiale. Dall'altro lato, emergeranno nuove posizioni. La ricerca cita gli specialisti di etica dell'IA e gli ingegneri dei prompt dell'IA, come ruoli dedicati all'interno delle organizzazioni globali.

Rimarranno invece solide le posizioni in cui le capacità sociali ed emotive dell'uomo sono fondamentali. Un esempio evidente è l'assistenza infermieristica. Lo stesso vale per tutti i ruoli in cui il processo decisionale comprende l'etica e la comprensione al di là dei numeri. Ovvero ovunque l'“intensità del tocco umano” fa la differenza.

Nel 2030 l’IA veicolerà il 3,5% del Pil mondiale - Ultima modifica: 2024-09-18T11:38:02+02:00 da Massimiliano Luce