Parte il 13 gennaio il primo corso per middle manager, nel pubblico e nel privato, per la gestione di una mobilità innovativa e sostenibile. Il settore della logistica e dei trasporti sta affrontando sfide epocali e necessita di manager con un nuovo mindset e una combinazione dinamica di saperi per gestire una Supply Chain sempre più complessa e intermodale che va in direzione di un Supply Network. CIM4.0 uno dei soggetti promulgatori della nuova Academy SMTC.
L’obiettivo dell’Academy SMTC (Sustainable Mobility Technology Center) è quello di formare quadri e dirigenti sulle competenze che servono oggi per una mobilità sostenibile, sempre più interdisciplinare e integrata, che necessita di un approccio olistico e trasversale alla pianificazione, alla gestione dei servizi e delle infrastrutture e alla presa di decisioni.
L’Academy è primo progetto nazionale del Polo della Mobilità Sostenibile e della Manifattura, che è stato presentato lo scorso luglio a Torino ed è costituito da Politecnico, Università degli Studi, CIM4.0, Città di Torino, API, Unione Industriali Torino e Camera di Commercio di Torino.
Con 300 ore di corso part-time, con una durata di 5 mesi in formato blended (in parte in presenza e in parte online), con il 52% della docenza direttamente dal mondo dell’impresa e il 48% di docenza accademica (Politecnico e Università di Torino), incluse 50 ore di project work e il rilascio finale del certificato della Scuola di Master e Formazione Permanente del Politecnico di Torino, il modello dell’academy consente in tempi brevi il trasferimento di know-how tecnologico e manageriale a giovani e lavoratori da parte delle organizzazioni più avanzate e innovative, in una cornice didattica rigorosa e scientifica, ma calata sulle necessità del mondo del lavoro e dei mercati di riferimento.
«Quando si riesce a fare sistema tra formazione, servizi alle aziende e ricerca applicata si creano le migliori condizioni per realizzare progetti importanti. Oggi, grazie a questo modello, presentiamo un primo importante e concreto risultato dell’SMTC, ovvero l’Academy, una struttura pensata per formare tutti quei manager, tecnici e lavoratori che disegneranno le nuove strategie della mobilità sostenibile, contribuendo allo sviluppo industriale, economico e sociale del nostro Paese. L’offerta formativa che proponiamo si contraddistingue secondo la visione del “learning by doing”, con ampie finestre legate al trasferimento delle conoscenze, non solo accademiche ma anche espressione dell’industria e dei tanti stakeholder istituzionali che rappresentano un’eccellenza nel campo della mobilità innovativa e sostenibile, e alla prova sul campo, con esercitazioni e testing all’interno dei laboratori del nostro Competence Center CIM4.0», spiega Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino.
I contenuti del corso Academy SMTC
La progettazione del corso ha tenuto conto della roadmap e dei fabbisogni emersi dal Cluster Nazionale Trasporti, in modo da garantire competenze davvero utili all’impresa. «La trasformazione in corso non è solo tecnologica, ma anche di relazione e di business ed è necessario creare un circolo virtuoso per sostenere manager e middle manager in questo cambio di paradigma della mobilità stessa, fornendo loro le competenze iniziali per approcciare il mondo dei trasporti in modo nuovo e propositivo, a 360 gradi. L’offerta dell’Academy sarà utile a tutte le aziende che operano in questo settore complesso e sempre più integrato (intermodale)», commenta Antonella Trombetta, segretario generale del Cluster Nazionale Trasporti.
Il corso è strutturato in 5 macro-sessioni. Dopo la prima di “welcome e assessment” il 13 gennaio, la seconda è dedicata a strutturare un approccio sistemico multidisciplinare alla mobilità e al management sostenibile dei trasporti, di cui si esplorano le diverse dimensioni. Nella terza parte si affrontano temi strategici come il “powertrain” intelligente ed efficiente, la connettività, la guida assistita e autonoma, l’economia circolare e il mobility design.
Nella quarta parte si allenano competenze applicative e manageriali, dalla gestione di servizi e infrastrutture per la mobilità, alla business model strategy, dalla supply chain al supply network, dalla creazione di nuove opportunità alla gestione degli aspetti legali e ai partenariati. Segue un project work e l’assessment finale a sei mesi dal termine del percorso, quindi a fine 2022.
Il bisogno di competenze e managerialità nelle piccole e medie imprese e la necessità di portarle a bordo, in progetti di trasformazione digitale e di sostenibilità che coinvolgano il territorio in ecosistemi sempre più integrati, è stato ribadito dai rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno aderito al nuovo Polo tecnologico.
«Le pmi sono più veloci a innovare, ma il cambiamento è tale che hanno bisogno della forza della capo-filiera per scaricare a terra la ricerca. Da sole non ce la fanno per risorse e competenze, c’è sempre più bisogno di lavorare insieme, pubblico e privato, il timing è fondamentale e non c’è più tempo!», raccomanda Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriale di Torino, guardando anche alle risorse in arrivo con il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
Academy, ITS e Competence Center per trasferire competenze
L’Academy SMTC per la mobilità sostenibile è la prima di una serie di academy di alta formazione dedicata ai settori critici per lo sviluppo del Paese, per cui è previsto uno stanziamento regionale iniziale di 8 milioni di euro.
«In Piemonte abbiamo avviato una vera e propria rivoluzione della formazione, che sappia rispondere rapidamente alla chiamata occupazionale delle nostre imprese, per essere competitive e pronte ad affrontare sia il ricambio generazionale sia il processo di trasformazione digitale a cui sono chiamate. A questa novità, se ne affianca un’altra, ovvero la nuova legge quadro, basata sul concetto dei vasi comunicanti, dove orientamento, politiche attive e formazione risultano integrate fra loro. Oggi la formazione rappresenta un investimento per il futuro e non un costo com'è sempre stato inteso in passato e l’integrazione tra innovazione e futuro è la vera grande sfida per la nostra Regione», commenta l’assessora alla formazione e lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino.
Il ruolo di trasferimento tecnologico e di competenze dei Competence Center, delle Academy e degli ITS, i bienni specialistici post diploma con una forte presenza delle imprese nella progettazione dei corsi e nella docenza, è stato ricordato anche da Marco Calabrò, in rappresentanza del MISE: «Il piano nazionale Industria 4.0, avviato dall’allora Ministro Calenda in una logica di sistema, inizia a entrare a regime dopo 5 anni, anche se ancora siamo lontani dal fare il salto tecnologico necessario per presidiare con successo i mercati. Il credito formativo 4.0, per esempio, è quello meno usato. Probabilmente manca ancora la consapevolezza del fabbisogno di competenze nelle pmi e noi come MISE stiamo pensando di supportare ulteriormente i Competence Center, per esempio estendendo alle competenze l’assessment iniziale sulla maturità digitale.
Il modello dei Competence Center infatti è di successo, mette a sistema e fa lavorare congiuntamente mondo della ricerca applicata con le capo-filiere e le aziende, con un sistema di trasferimento di competenze sia teoriche che pratiche. Questo è anche il metodo degli ITS e dell’Academy per la mobilità sostenibile, con una visione non di segmento, ma trasversale.
La sfida, anche con la nascita dei prossimi poli di innovazione, come quello sull’AI nell’automotive, sarà di mettere a sistema tutti questi soggetti e farli lavorare insieme, con una convergenza di risorse e opportunità per realizzare centri di eccellenza che facciano atterrare nelle imprese tutto questo nuovo sapere e diano consapevolezza anche alle più piccole».
Anche Guido Boella, direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Torino e vicepresidente di CIM4.0, riconosce il ruolo centrale dei Competence Center e delle Academy nell’arrivare in modo più capillare e veloce alle pmi, mettendo insieme domanda e offerta con progetti mirati di coinvolgimento delle filiere.
«Noi sistema universitario, oltre a formare 85mila studenti, siamo attenti al territorio e alle imprese, ma è difficile arrivare a tutte le pmi: la disparità di numeri è enorme, mentre altri modelli sono più agili, come i Competence Center, le academy e l’apprendistato di alta formazione che presenta un’ottima commistione tra ruolo attivo delle imprese e studio on the job. La richiesta di competenze è cambiata e cambierà ancora, gli atenei si stanno adeguando (noi abbiamo appena lanciato un corso di Digital Management on-line), ma è un processo lungo introdurre le nuove tematiche digitali nelle lauree triennali, si sperimenta di più a livello di tesi», ammette Boella.