Autore Benedetta Serra
Nel mondo sempre più interconnesso di oggi, la sicurezza informatica è diventata un aspetto cruciale per le imprese e le infrastrutture nazionali. Con la crescente diffusione dell'Internet of Things (IoT) e delle tecnologie industriali avanzate, le reti e i sistemi sono sempre più esposti a minacce cyber, rendendo fondamentale la protezione delle infrastrutture critiche. In questo contesto, il settore della cybersecurity sta vivendo una rapida evoluzione, con startup e aziende specializzate che giocano un ruolo chiave nel garantire la resilienza di sistemi e reti industriali, settori particolarmente vulnerabili a minacce sofisticate e persistenti.
Una di queste realtà emergenti è MON5, una startup innovativa che opera nel campo della sicurezza informatica per le reti e i sistemi industriali. La missione di MON5 è chiara: garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche attraverso soluzioni personalizzate. La visione alla base di MON5 è ambiziosa: diventare il punto di riferimento per la cybersecurity nel mondo OT (Operational Technology), offrendo soluzioni complete e all'avanguardia per proteggere le infrastrutture critiche di aziende e nazioni.
La decisione dei quattro fondatori di MON5 — Roberto Pasi, Andrea Giovine, Andrea Melis e Gabriele Gravini — di avviare questa iniziativa è stata guidata dalla crescente consapevolezza delle minacce cyber che stanno colpendo in modo sempre più serio il settore industriale. Molti Original Equipment Manufacturers (OEM) e Managed Security Service Providers (MSSP) si trovano infatti a dover affrontare queste sfide senza avere strumenti adeguati per impostare una difesa efficace. MON5 si propone di colmare questo vuoto, fornendo strumenti innovativi per prevenire e mitigare le minacce, contribuendo così a rafforzare la sicurezza di ambienti critici che sono al centro dell’economia moderna.
Abbiamo scambiato qualche parola con i quattro fondatori, per farci raccontare meglio la loro esperienza nel programma.
Come si è evoluto il rapporto con le corporate partner durante lo sviluppo dei PoC. Come avete unito le vostre competenze per affrontare le sfide comuni?
Durante la fase di collaborazione con i nostri partner, abbiamo avviato discussioni approfondite per lo sviluppo dei Proof of Concept (PoC), creando una sinergia tra le nostre competenze in ambito cybersecurity e quelle industriali delle aziende coinvolte. Questo approccio ci ha permesso non solo di migliorare il prodotto, ma anche di definire con precisione dei KPI misurabili per valutare l'efficacia dei PoC. La collaborazione si è rivelata molto fruttuosa, offrendo spunti di riflessione e miglioramenti grazie al confronto diretto con i partner industriali.

Quali sono stati i principali driver che hanno orientato la progettazione dei PoC? Come avete scelto e definito insieme gli use case più rilevanti per il mercato?
I principali driver che abbiamo individuato con i corporate partner per la progettazione dei PoC sono stati legati sia alle esigenze del mercato sia alla tecnologia. Abbiamo selezionato casi d’uso che rispondevano a bisogni concreti delle imprese, assicurandoci che fossero rilevanti e applicabili. Parallelamente, abbiamo valutato l'efficacia delle nuove funzionalità del nostro prodotto in ambienti reali, verificandone il funzionamento sul campo. Al termine dei PoC, il nostro obiettivo principale è raccogliere feedback per migliorare ulteriormente la soluzione, tenendo sempre ben presenti le necessità del mercato.
DIETRO LE QUINTE DEL PROGETTO
“Forward Factory Backstage” racconta “dall’interno” l’esperienza degli attori rilevanti del programma dell’acceleratore digital manufacturing della Rete Nazionale Acceleratori CDP, dando voce alle corporate e alle startup che hanno intrapreso il percorso del primo batch nel 2022.
Siete curiosi di saperne di più?
Seguite l’editoriale Forward Factory Backstage!