Se nella prima parte del 2023 l’attività M&A globale relativa all’Industrial Manufacturing & Automotive (IM&A) ha subìto una flessione, in Italia il mercato è andato diversamente.
Le operazioni di M&A nel settore manifatturiero italiano crescono del 17% a volumi. Particolarmente positivo è il settore Automotive (+45%), mentre è in contrazione l’Engineering & Construction (-8%), anche se in misura minore rispetto al mercato M&A mondiale.
Interessante anche l’aumento della presenza dei fondi di Private Equity (PE) che registra un +46% a volumi nei primi mesi del 2023 vs 40% negli stessi mesi del 2022.
Il mercato mondiale IM&A è in sofferenza
Anche se in modo meno marcato rispetto alla decrescita complessiva del mercato M&A, l’attività M&A mondiale nel settore manifatturiero ha subito un’ulteriore flessione nei primi 5 mesi del 2023: -10% considerando i volumi e -15% a valori.
Cresce solo il settore Aerospace & Defence (+7% a livello di volumi), mentre resta in sofferenza quello Engineering & Construction a -23%.
Il mercato M&A manifatturiero mondiale risulta dominato dagli investimenti corporate (peso percentuale considerando i volumi pari al 63%) rispetto a quelli dei fondi di Private Equity (37%).
Il tessuto manifatturiero italiano fa la differenza anche nel mercato IM&A
In controtendenza con lo scenario mondiale, in Italia si è, dunque, evidenziato un aumento dell’attività M&A, e la motivazione è da ricercarsi nel caratteristico tessuto manifatturiero italiano composto da numerose aziende di piccole-medie dimensioni.
Il mercato M&A Aerospace & Defence italiano, pur rimanendo di modeste dimensioni, beneficia delle tensioni geopolitiche, passando da una sola operazione nei primi 5 mesi del 2022 a 11 operazioni nei primi 5 mesi del 2023.
Tutti gli altri settori del IM&A mostrano una crescita positiva a livello di volumi (+45% Automotive, +15% Manufacturing, +6% Business Services), tranne Engineering & Construction (-8%) che risulta in sofferenza anche in Italia, seppur in modo meno marcato rispetto al mercato mondiale.
A livello di volumi, il settore manifatturiero continua a dominare il mercato M&A italiano con 84 deals nei primi mesi del 2023, seguito dal comparto Business Services (56 operazioni).
In Italia si nota un aumento del peso dei fondi di Private Equity considerando i volumi (46% nei primi mesi del 2023 vs 40% negli stessi mesi del 2022) ma con operazioni di taglia inferiore rispetto al passato.
I trend nel mercato M&A manifatturiero italiano, secondo PwC
Il mercato manifatturiero M&A italiano continuerà a crescere nel secondo semestre 2023, nonostante alcune incertezze sul fronte macroeconomico, in particolare la guerra in Ucraina e le dinamiche inflattive, che avranno un impatto sulle proiezioni di crescita potenziale delle aziende italiane.
I tassi di interesse renderanno difficoltoso il financing dei megadeals, causando slittamenti e influenzando l’attività dei fondi di Private Equity.
La minor competizione con i fondi PE, però, avvantaggerà notevolmente gli operatori industriali con più liquidità.
Il gap delle competenze digitali influenza anche il mercato IM&A
L’attività M&A italiana continuerà ad essere sostenuta da operazioni di mid-market, grazie al caratteristico tessuto industriale italiano composto da numerose aziende di piccole-medie dimensioni con performance molto interessanti ed un know-how molto appetibile.
I dealmaker dovranno quindi essere particolarmente attenti a selezionare gli investimenti strategici per attivare i processi trasformativi delle aziende italiane che saranno fondamentali per essere competitivi nel futuro e accelerare la crescita.
In particolare, sarà essenziale colmare le lacune, soprattutto tecnologiche e di capitale umano, nel mondo della digitalizzazione, dell’automazione, dell’intelligenza artificiale, della sicurezza informatica e dell’analisi dei dati.
Le operazioni di M&A per gestire le incertezze della supply chain
Le operazioni di M&A saranno anche uno strumento per gestire le incertezze che potrebbero ancora colpire le supply chain.
Per creare reale valore sarà necessario fare leva su azioni concrete di trasformazione in un’ottica strategica (con specifici KPI da monitorare), sull’ottimizzazione del portafoglio, sull’efficientamento del modello operativo, sugli investimenti in tecnologia e aspetti Esg.
Visto il contesto economico, PwC prevede numerose operazioni di ristrutturazione e dismissioni selettive del portafoglio per uscire da mercati ritenuti non più di interesse per ragioni strategiche o geopolitiche.
Tutte queste leve di creazione di valore dovrebbero essere idealmente implementate prima del deal in modo da preparare la società alla vendita.