Nel nuovo Hub convergono competenze che Liuc, l’Università di Castellanza, sviluppa da anni per un approccio sistemico alla transizione ecologica, dal modello di business della singola azienda, alla supply chain, al bilancio di sostenibilità. L’Hub avrà una funzione di ricerca, dialogo e condivisione, stimolando la ricerca in un confronto tra studenti, didattica, imprese e stakeholder e puntando alla divulgazione attraverso convegni, workshop e webinar in collaborazione con esperti e aziende.
A sua volta, la didattica universitaria avrà un ruolo centrale nel trasferimento agli studenti di contenuti sui temi di sostenibilità ed economia circolare, per prepararli secondo nuovi criteri manageriali che tengano conto non solo del conto economico, ma anche dell’impatto sociale e ambientale delle decisioni.
«L’obiettivo è quello di innescare un circolo virtuoso che renda consapevoli gli imprenditori del risparmio energetico e dei benefici anche economici di un approccio olistico alla sostenibilità nelle strategie aziendali, dalla produzione alla distribuzione, passando per gli uffici», spiega Alessandro Creazza, direttore del Green Transition Hub e professore associato della Scuola di Ingegneria industriale della Liuc Università Cattaneo. Monitorare in modo dinamico i consumi con i software e le tecnologie oggi disponibili per esempio, come si fa per il ciclo di vita del prodotto, consente di mappare tutti i punti in cui si generano consumi e di intervenire su eventuali sacche “nascoste” di inefficienza.
Partire dall’assessment per una nuova consapevolezza
L’Hub intende svolgere un’attività di monitoraggio delle pratiche già adottate e dei gap da colmare nelle aziende sul territorio, con indagini in collaborazione con diversi stakeholder, per poi restituire i risultati come prima azione di sensibilizzazione. In particolare, è in corso una prima indagine sviluppata in collaborazione con Confindustria Alto milanese per misurare il livello di cultura della sostenibilità nelle imprese del territorio dell’Alto Milanese.
Il dialogo con le aziende sarà intensificato dall’attività tesistica dei laureandi, che analizzeranno sul campo comportamenti organizzativi e soluzioni tecniche. Quindi, le ricerche e gli studi dell’Hub confluiranno in una raccolta di buone pratiche ed esperienze nel Green Logistics Radar, un catalogo digitale di casi d’uso reali nei quattro ambiti della logistica, imballaggi, magazzini, trasporti e supply chain, che sarà presentato al Green Logistics Expo di Padova a ottobre e sarà consultabile gratuitamente sul sito della Liuc.
A breve sarà lanciato un altro progetto di sensibilizzazione degli stakeholder, rappresentato da uno studio sui costi sociali e ambientali degli acquisti on-line. Attratti dal servizio di consegna e reso gratuiti, bisogna però prendere consapevolezza che i costi sono solo spostati altrove e hanno un impatto ambientale. «Il primo stakeholder è il cittadino. Vogliamo fargli comprendere, attraverso un simulatore che avrà a disposizione da settembre, come scegliere tra i vari tipi di consegna quelli meno costosi energeticamente. Se il cittadino è sensibilizzato, potrà fare pressione sui decision maker e sul sistema industriale, visto che in Italia ci sono ancora tante sacche di inefficienza energetica, oltre al ritardo sistemico nell’adozione delle energie rinnovabili ostacolate dalla troppa burocrazia», precisa Creazza.
L’Hub avrà dunque una funzione di sensibilizzazione, con il supporto scientifico dei dati e di strumenti tecnici e manageriali per ridurre l’impronta fossile, dal cittadino alla filiera industriale, passando per l’impianto produttivo. «Transizione ecologica e trasformazione digitale, che si integrano fra loro, hanno bisogno di essere guidate. Noi come Hub ci fermiamo al primo livello di costruzione e diffusione di conoscenze, mentre per progetti verticali su aziende e filiere interviene la Liuc Business School con i suoi centri di competenza, come il Centro sull’innovazione tecnologica e l’economia circolare e il Centro sulla logistica e il Supply Chain Management, che si occupano soprattutto di ricerca applicata e sviluppo di progetti con le aziende», conclude Creazza.