Durante l’interrogazione parlamentare del 20 novembre 2024 alla Camera, il Ministro Urso aveva ipotizzato una revisione del Piano Transizione 5.0, in arrivo con la Legge di conversione del DL 155. Cosa che però non è avvenuta. Gli emendamenti al Decreto Fiscale (DL 155/2024, pubblicato in G.U. il 12 dicembre 2024) sono stati stralciati (non ammessi).
Il rappresentante del dicastero aveva fatto riferimento a lungaggini, per la modifica del Piano Transizione 5.0. Attribuibili al dialogo con la Commissione europea. Questa lunga contrattazione avrebbe rallentato il processo di revisione, previsto per gennaio/febbraio. Ma questa volta forse i tempi si velocizzano.
È infatti arrivato il placet da Bruxelles. E il Governo ha quindi presentato il suo emendamento al testo della Legge di Bilancio. Che arriva a Montecitorio mercoledì 18 dicembre 2024 (dopo il rinvio del 16). Trattandosi di una proposta di modifica per volere dell’Esecutivo, dovrebbe essere accolta. Ma non c’è una certezza scientifica. Intanto analizziamo le eventuali novità.
Le 4 novità per il Piano Transizione 5.0: semplificazione procedure, pannelli fotovoltaici, cumulabilità e aliquote
L’emendamento governativo alla Manovra economica è stato depositato lo scorso 13 dicembre. E dovrebbe rendere più semplice la fruibilità del Piano Transizione 5.0. Dopo diverse settimane di dialogo tecnico, con le variazioni sarà possibile rafforzare il sostegno agli investimenti, promuovendo una transizione ecologica efficiente.
Sono quattro le novità, in particolare, con l’approvazione della Commissione europea. In primo luogo, si parla di una semplificazione delle procedure per il calcolo dei consumi energetici. Così, le imprese si troveranno a dover affrontare meno oneri amministrativi. La seconda modifica riguarda, invece, i pannelli fotovoltaici.
Le ultime due novità riguardano la cumulabilità e le aliquote. Con la revisione del principio relativo al “cumulo” degli incentivi, ci sarebbe una maggiore accessibilità ai benefici. E, quindi, una più ampia copertura finanziaria per i progetti. L’aliquota unica, con l’unificazione degli scaglioni, potrebbe invece far registrare un potenziamento degli investimenti di piccole e medie imprese.
I pannelli fotovoltaici nel Piano Transizione 5.0
Una importante modifica si focalizza sui pannelli fotovoltaici realizzati in Europa. Viene introdotta una maggiorazione per sostenere la filiera produttiva nazionale e regionale. In questo modo si promuovono standard qualitativi più elevati. E, soprattutto, si prova a ridurre la dipendenza dai fornitori extraeuropei.
Ricordiamo che, nel testo al momento in vigore, sono ammesse delle maggiorazioni solo per gli impianti basati sui pannelli di tipo b) e c). Queste due tipologie, però, non risultano disponibili sul mercato europeo. Ci sono quelli di tipo a) che, però, si trovano a dover concorrere con quelli cinesi, dal prezzo nettamente inferiore.
Si è quindi resa necessaria una revisione allo schema, per poter incentivare la categoria “a”. Qualora ammessa, la modifica stabilirebbe una maggiorazione del 30, 40 e 50 per cento, rispettivamente per la tipologia a, b e c. Contro la precedente (attuale) disciplina del 20 e 40 per cento, ammessa solo per il tipo b e c.
Il Piano Transizione 5.0 e le altre agevolazioni: la cumulabilità
La terza novità riguarda la cumulabilità, fortemente auspicata già in passato, durante la “costruzione” del Piano Transizione 5.0. Laddove ammesso, l’emendamento renderebbe possibile il cumulo degli incentivi di Transizione 5.0 con altre agevolazioni nazionali ed europee.
Resterà comunque valido il divieto del doppio finanziamento. Non sarà, cioè, possibile richiedere due incentivi per coprire il medesimo costo. Tuttavia, sarà possibile utilizzare un incentivo per una quota, optando per un’altra agevolazione a copertura della restante parte. Anche scegliendo un incentivo regionale finanziato con risorse europee – condizione esclusa in precedenza.
Si tratterebbe di un’eccezione ad hoc, nell’ambito delle misure parte del PNRR. Verrebbe ammessa questa possibilità considerando il carattere generale e automatico del Piano. Tra l’altro, più volte le imprese hanno lamentato difficoltà nel comprendere quali misure risultassero finanziate dalle risorse europee e quali non.
La delicata questione dell’aliquota unica nel Piano Transizione 5.0
L’ultima possibile revisione riguarda un punto particolarmente dolente. Ovvero l’aliquota per gli investimenti fino a 10 milioni di euro. L’attuale normativa prevede tre scaglioni. Di questi, il primo fino a 2,5 milioni (con aliquota dal 25 al 45%, a seconda dell’efficientamento energetico). E il secondo per gli investimenti da 2,5 a 10 milioni, con aliquota variabile, dal 15 al 25%.
La novità riguarderebbe l’unificazione delle prime due soglie, con l’adozione dell’aliquota più elevata. Dunque, verrebbe modificato quanto stabilito dall’articolo 10 del Decreto attuativo (e dall’articolo 38 del DL PNRR Quater).
Per una riduzione minima nell’efficientamento energetico, pari ad almeno il 3% dei consumi energetici della struttura produttiva o almeno al 5% sul processo interessato dall’investimento, viene riconosciuto un credito di imposta sul 35% della spesa per la quota di investimenti fino a 10 milioni di euro.
Il credito sale al 40% qualora la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva sia superiore al 6%, o superiore al 10% per i processi. E al 45% per le riduzioni superiori al 10 e al 15 per cento, rispettivamente in relazione al consumo della struttura produttiva e al processo.
Le ulteriori novità in arrivo con la Legge di Bilancio per il Piano Transizione 5.0
Nell’emendamento governativo sono poi previste altre interessanti semplificazioni, che riguardano la sostituzione dei macchinari obsoleti e la possibilità, per una ESCo, di beneficiare degli incentivi. Accedendo, cioè, direttamente ai crediti d’imposta per i progetti di investimento effettuati presso l’azienda cliente.
In tutti i casi, le eventuali modifiche saranno retroattive. Le disposizioni revisionate potranno, quindi, essere applicate anche alle pratiche già avviate. Nulla quaestio, invece, sulla possibile proroga semestrale. La deadline per gli investimenti del Piano Transizione 5.0 resta il 31 dicembre 2026. Sfuma (al momento) l’allungamento al 30 aprile 2026.
Non è però escluso che, in futuro, ci possa essere un aggiustamento in tal senso. O anche qualche altra (si spera piacevole) sorpresa. Intanto, dopo le FAQ del 2 novembre 2024, è in arrivo una nuova tornata di chiarimenti. Mentre il tempo stringe e manca davvero poco alla conclusione dell’iter per l’approvazione della Legge di Bilancio.