Immigrazione, politica degli alleati e degli oppositori, Legge di Bilancio, MES, Piano Mattei, cronaca ed elezioni europee. E ancora, via della Seta, riforma della giustizia e della politica penitenziaria, riforma costituzionale e delle pensioni, paradisi fiscali, extra profitti, maternità, pandori e beneficenza.
Sono stati questi alcuni dei principali temi affrontati durante la conferenza stampa di fine anno, che in realtà ha aperto il 2024. Ieri, 4 gennaio, dopo il rinvio del 21 e 28 dicembre 2023, la Presidente Meloni ha incontrato alcuni rappresentativi giornalisti italiani. Lo ha fatto durante uno degli appuntamenti tra i più attesi dalla stampa, in un botta e risposta durato oltre tre ore.
Le imprese, le grandi assenti
Eppure, all’appello, tra le oltre quaranta domande sorteggiate, mancava qualcosa: un focus sulle imprese, il motore trainante dell’economia italiana. Una cattiva sorte ha fatto sì che non fosse selezionata una, e anche una sola, domanda sugli incentivi previsti dalla Legge di Bilancio, sui crediti d’imposta, sul reshoring, sulla nuova Sabatini o sulla nuova garanzia SACE. Tutti argomenti che avevamo anticipato a fine 2023.
Si è parlato addirittura della prossima Legge di Bilancio 2025, il cui percorso comincerà tra circa tre mesi. Ma non si è fatta menzione alcuna alle misure agevolative previste in quella del 2024, varata poco più di una settimana fa. Di fatto, e purtroppo, le imprese sono state le grandi assenti dell’incontro tanto atteso.
Automazionenews, fedele ai temi trattati durante l’anno e riportati nell’apposita sezione Incentivi e Transizione 4.0, ha partecipato con una serie di domande relative a Transizione 5.0, rispondendo all’invito dell’Ordine dei Giornalisti.
In particolare, avremmo gradito sapere a che punto fosse il Decreto Legge. Decreto che, dando attuazione ai nuovi obiettivi del PNRR, regolerà la materia dei crediti d’imposta per il Piano Transizione 5.0. Atteso per fine 2023, dovrebbe essere emanato entro il primo mese del nuovo anno. Sarà così?
Gli altri temi della Conferenza Stampa
Durante la conferenza fiume è stato toccato l’argomento PNRR. Si è riaccesa una speranza. Magari si poteva arrivare alla nuova Missione 7, una novità non da poco, in considerazione della riforma di fine novembre che arricchisce il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ufficializzando l’arrivo del Piano Transizione 5.0. Invece, l’attenzione è stata spostata sulla questione “risorse” destinate ai Comuni.
Interessante l’argomento “paradisi fiscali”, che accolgono 200 miliardi di euro provenienti dai “ricchi italiani”. Il rientro di queste cifre e l’eventuale tassazione rappresenterebbe indubbiamente una boccata d’ossigeno per i conti pubblici, con un beneficio indiretto anche per il cuneo fiscale. Ma, su questo topic, c’è una competenza per lo più europea e del mercato unico.
Possono invece dormire sonni tranquilli le aziende italiane con affari presenti o futuri sul mercato cinese, nonostante la recente disdetta (agli inizi dicembre 2023) dell’accordo siglato nel 2019 per la nuova Via della Seta. Il memorandum sarà valido sino al prossimo 22 marzo 2024. Poi, non sarà ulteriormente esteso, ma nulla cambierà negli scambi commerciali tra le imprese dei rispettivi Paesi.
Transizione 5.0, le novità dal MIMIT
In mancanza di risposte (in assenza di domanda, rectius) ci armiamo di pazienza, che sembra essere ormai una delle principali virtù delle imprenditorie italiane, e attendiamo. Nel mentre, abbiamo raccolto (e ce le facciamo quindi bastare) le dichiarazioni del Ministro Urso, esponente del MIMIT. Il Ministero, con una serie di decreti attuativi, dovrà rendere operative le misure previste nel DL PNRR, regolando quindi il Piano Transizione 5.0.
Non è ancora ufficializzata l’aliquota agevolativa del credito d’imposta di cui potranno usufruire le imprese. Sarà applicabile alle spese tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, in investimenti per:
- attività digitali, compresi i beni strumentali materiali 4.0 e beni strumentali immateriali 4.0;
- attività destinate all’autoproduzione e all’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, con esclusione della biomassa;
- attività formative per personale, destinate all’acquisizione di expertise nella transizione verde.
Dovrebbero essere previste almeno tre soglie incrementali ed è richiesto un preciso standard energetico, che prevede la riduzione del consumo di energia di minimo tre punti percentuali. Nel caso, invece, di investimenti in beni digitali 4.0 bisognerà garantire una riduzione di almeno cinque punti rispetto ai consumi precedenti. Ovvero quelli rilevati prima dell’investimento agevolato, nei medesimi processi produttivi.
In attesa dell’ufficializzazione dei suddetti dettagli così come di ulteriori – tra cui la necessità di una certificazione per attestare il raggiungimento degli standard energetici o la retroattività delle spese effettuate – auguriamo ai lettori un buon anno, ricco di novità, di fortuna (anche nel sorteggio delle domande) e, soprattutto, di incentivi!