Dispositivi per il distanziamento e la tracciabilità dei contatti, termocamere per il rilevamento della temperatura corporea, sistemi evoluti per la sanificazione degli ambienti e modellazione digitale: ecco le tecnologie che permetteranno alle nostre fabbriche di convivere con il Covid-19
Che la tecnologia potesse offrire soluzioni utili a creare nelle fabbriche e negli ambienti di lavoro le condizioni per riaprire presto e in sicurezza, dopo lo scioccante lockdown causato dall'emergenza sanitaria, è stata da subito la segreta speranza di migliaia di imprenditori e lavoratori italiani.
Quali potessero essere queste tecnologie si è in parte delineato rapidamente, in parte si vedrà. Le proposte che arrivano dalla ricerca accademica e dalle R&D aziendali sono parecchie. Alcune richiedono ancora una messa a punto, altre hanno già dimostrato di poter supportare efficacemente la tanto auspicata ripresa.
IoT e Cloud computing per la sanificazione
Sin dagli albori di questa vicenda, quando ancora era la Cina a dover affrontare il mostro del Coronavirus, si è parlato dei sistemi di sanificazione made in Italy richiesti a Wuhan per mettere in sicurezza stabilimenti produttivi locali. Si trattava dei sistemi di purificazione dell'aria e sanificazione delle superfici sviluppati e prodotti dalla padovana IdrobaseGroup e basati su una tecnologia utilizzata nelle stazioni aerospaziali statunitensi, che è capace di eliminare, già nei primi 90 minuti di utilizzo, il 95% dei virus presenti nell’ambiente, diffondendo una coltre di ossidanti che, grazie all’azione di luce e umidità dell’aria, attiva la decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche nocive (compreso il Coronavirus) e preserva solo l’ossigeno e le molecole d’idrogeno.
Punta invece sulla fotocatalisi la startup milanese Sanixair, che ha creato un sistema ingegnerizzato di sanificazione continua h24 e controllata da remoto attraverso una piattaforma IoT in partnership con Microsoft, che sfrutta il Cloud Computing della piattaforma Azure Sphere, consentendo la rilevazione in real-time della qualità dell’aria, un sistema di alert in grado di segnalare anomalie ed effettuare analisi predittive. Il sistema è adattabile a qualsiasi settore produttivo, perché viene progettato e realizzato su misura dopo il sopralluogo secondo il contesto e le specifiche esigenze.
Rfid e wearable per tenere le giuste distanze
Nelle nostre fabbriche e nei nostri uffici ci dovremo quindi abituare a vedere congegni di questo tipo e a convivere con apparecchiature come le termocamere per il rilevamento all'ingresso della temperatura, apparecchi come Tobis, la videocamera binoculare di classe industriale di Intertouch, con modulo di termografia a infrarossi, che supporta l’allarme automatico per l’anomalia della temperatura corporea e permette la scansione di volti anche se coperti da mascherina.
Nei luoghi di lavoro, soprattutto, si dovrà accettare l'idea che i nostri movimenti vengano tracciati per assicurare che il distanziamento minimo tra gli individui sia rispettato e per poter ricostruire, se necessario, la catena del contagio. A questo fine si presta la soluzione SmartProximity di Engineering, che segnala con un allarme il superamento dei limiti di prossimità tra gli operatori e registra i loro movimenti, pur tutelando la privacy.
Interessante a questo proposito anche VpD, il dispositivo wearable sviluppato da Volcanic Forge e basato su tecnologia BLE ed Rfid, che oltre a segnalare i limiti di prossimità, grazie ad appositi sensori è capace di monitorare la qualità dell'aria e rilevare i parametri vitali dell'utilizzatore, e si connette a un’infrastruttura dotata di hotspot che rilevano assembramenti e capace di interagire con dispositivi di sanificazione degli ambienti che scattano automaticamente al bisogno.
Grandi aspettative dal mondo della robotica
L'Istituto Italiano di Robotica e Macchine Intelligenti, I-Rim, ha avviato una ricognizione dei bisogni cui la robotica può offrire soluzioni utili. Le risorse di questo comparto sono infatti parecchie, come conferma il prof. Giovanni Muscato, direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica dell’Università degli Studi di Catania, esperto in Robotics e Controlli Automatici, il quale ha stilato un'accurata lista di casi applicativi possibili per i robot di nuova generazione, in questa fase di convivenza con un virus, che ha il vantaggio (almeno quello!) di non poter attaccare i sistemi informatici.
L'elenco comprende robot collaudati in ambito agricolo, che potrebbero adempiere efficacemente ai compiti di sanificazione sistematica e minuziosa degli stabilimenti; droni e piattaforme mobili, che potrebbero supportare dispositivi di controllo termovisivo della temperatura corporea o apparecchi per il controllo degli assembramenti; sistemi a guida autonoma impiegabili nel trasporto di merce, specialmente se si tratta di materiale contaminato, ma anche nella distribuzione del cibo, ad esempio nelle mense aziendali; sofisticati sistemi di manipolazione remota telecontrollata, cui ricorrere per realizzare interventi di formazione o manutenzione a distanza in telepresenza, riducendo al minimo spostamenti e contatti.
Stiamo parlando di tecnologie per lo più non commercializzate, al momento, o limitatamente diffuse, cui però gli studiosi (e soprattutto gli imprenditori) guardano con fiducia, nella consapevolezza che il progresso ha spesso compiuto balzi in avanti proprio sulla spinta di eventi inattesi o, per dirla più banalmente, la necessità è madre delle migliori invenzioni.
Modeling 3D e riconversione delle linee
Alcune certezze però in questo ambito ci sono e fanno parte di quella tecnologia per la modellazione digitale che negli ultimi anni si è evoluta e ha mostrato di poter fare la differenza.
Ne è un esempio la soluzione Delmia di Dassault Systèmes che, all'interno di un ambiente digitale collaborativo 3D, facilita la convalida dei processi di produzione nel contesto di sistemi di adozione, integrazione e programmazione di robot, prima che il sistema di produzione venga costruito.
Sviluppati in tempi non sospetti allo scopo di definire celle di lavoro robotizzate con utensili e altre attrezzature ausiliarie, programmare e ottimizzare i robot e simulare l'intero ambiente di produzione e flusso dei prodotti, oggi questi strumenti possono diventare strategici per accelerare i processi di riconversione delle linee o di adeguamento repentino alle nuove norme sanitarie.