La seconda edizione di EPLAN Engineering Conference ha puntato i riflettori sulla gestione delle informazioni meccatroniche e sulla piena integrazione della progettazione elettrica nel processo di sviluppo del prodotto. Il team di EPLAN Software & Service Srl ha accolto 220 partecipanti nell’Auditorium Verdi di Hotel Parma & Congressi.
«Avete lo strumento: integratelo con il resto dell’azienda e usatelo al massimo delle sue possibilità.» È questo il messaggio chiave rivolto da Stefano Casazza, Country Manager di EPLAN Software & Service Srl, ai 220 ingegneri, tecnici e progettisti che anche quest’anno hanno fatto registrare il tutto esaurito nell’Auditorium Verdi di Hotel Parma & Congressi, per la seconda edizione di EPLAN Engineering Conference. La giornata "formativa e culturale", come l’ha definita lo stesso Casazza, si è aperta con un breve quanto esaustivo filmato di presentazione del Gruppo Friedhelm LOH, del quale Eplan fa parte insieme a Rittal (armadi elettrici, distribuzione di potenza, climatizzazione, infrastrutture IT), Stahlo (lavorazione dell’acciaio), LKH (lavorazione della plastica) e Kiesling (automazione per la produzione di quadri elettrici), alle quali si aggiunge Loh Services, che gestisce i servizi operativi per tutto il gruppo. Un gruppo che oggi copre oltre 100 Paesi, con 60 filiali dirette, 14 siti produttivi e 11.500 addetti, con una capacità produttiva di 15.000 armadi al giorno, oltre 95.000 installazioni attive e 1.500 brevetti registrati. Grazie a questa organizzazione, il Gruppo LOH è in grado di offrire ai propri clienti una soluzione completamente automatizzata dalla modellazione CAD all’armadio cablato.
La sfida della meccatronica
Presentando l’agenda della giornata, Casazza ha ringraziato i partner che hanno contribuito all’organizzazione e al successo dell’evento. Nello spazio antistante all’auditorium ciascun partner ha allestito un desk informativo con monitor, cartellonistica, documentazione informativa e addetti a disposizione di tutti i partecipanti per maggiori informazioni sulle soluzioni integrate con l’offerta Eplan. Oltre alle «consociate» Kiesling e Rittal, l’ecosistema dei partner era composto da Rockwell Automation, B&R, Phoenix Contact, Siemens (rappresentata dalla divisione Industry Software) e Festo. «Oggi, il collo di bottiglia dell’ufficio tecnico è il progettista elettrico o l’ingegnere dell’automazione che si trova a operare su una parte meccanica già definita, con inevitabili mal di pancia,» ha esordito Casazza, andando dritto al punto della sua presentazione. «Dopo la standardizzazione della progettazione meccanica grazie all’adozione diffusa del 3D, ora è necessario fare lo stesso percorso nell’ufficio di progettazione elettrica. Come avviene in ambito CAD, prima di generare lo schema elettrico di un progetto è indispensabile avere la BOM, la distinta base di tutta la parte elettrica. La collaborazione fra meccanici ed elettricisti deve quindi cominciare più a monte, parallelizzando tutti i processi di sviluppo meccatronico.»
Una squadra affiatata
Nella visione proposta da Casazza, l’ufficio tecnico deve lavorare come una squadra di calcio affiatata e ben organizzata, capace di far girare velocemente il pallone (cioè le informazioni) senza che tutti siano costretti a rincorrerlo. «Il motivo per il quale vi abbiamo riunito qui oggi non è vendervi il nostro prodotto, perché l’avete già acquistato,» ha detto Casazza. «La nostra raccomandazione è di utilizzare gli strumenti Eplan al massimo delle loro possibilità, per standardizzare e integrare finalmente anche i dati meccatronici nel processo di progettazione multidisciplinare integrata della vostra azienda.» Con questo approccio tutte le aziende possono perseguire obiettivi ambiziosi di standardizzazione dei progetti e dei componenti, integrando la progettazione della parte elettrica e dell’automazione non solo con il CAD, ma anche con il mondo PLM ed ERP, per arrivare a pratiche di Virtual Commissioning, cioè la messa in funzione virtuale di una macchina o un intero impianto, simulandone il funzionamento reale prima ancora di cominciarne la costruzione o addirittura acquistare i componenti necessari. «Gli strumenti a vostra disposizione hanno tutte le potenzialità e le funzionalità necessarie, ma la tecnologia da sola non basta,» ha concluso Casazza. «Sono le persone e le metodologie a fare la differenza. La standardizzazione e l’integrazione dei dati meccatronici possono produrre benefici sostanziali, concreti e misurabili: uniformità della codifica, del cartiglio e della numerazione dei fili, abbattimento degli errori di progettazione e costruzione, riduzione dei codici di prodotto e del magazzino, uniformità della documentazione e della qualità progettuale, e distribuzione omogenea dell’informazione.»
Configurare invece di progettare
Dopo Casazza, sul palco si sono avvicendati gli altri rappresentanti della struttura italiana di Eplan, a partire dal direttore vendite Giovanni Di Pumpo, che ha sottolineato come una quota crescente del fatturato in Italia sia generata dai servizi. Giuseppe Morreale, consulente tecnico e figura storica del marchio Eplan nel nostro Paese, ha offerto un’ampia panoramica di Eplan P8, mentre Stefano Cappelletti si è soffermato su Eplan Fluid. Lorenzo Casella, nel suo intervento dedicato a EEC One, ha sottolineato l’importanza di cambiare l’approccio al processo di sviluppo dei prodotti, in linea con i concetti espressi da Stefano Casazza nell’intervento di apertura. «Anche chi si occupa di progettazione elettrica e automazione, deve imparare a configurare piuttosto che progettare,» ha detto Casella. «Il presupposto di questo nuovo approccio è la standardizzazione.» Casella ha così «chiuso il cerchio», ripassando la parola al Country Manager che ha chiuso i lavori ringraziando tutti i partecipanti e rivolgendo loro un ultimo invito: «La nostra esperienza quotidiana a fianco delle aziende dimostra come i progetti di maggior successo sono quelli in cui veniamo coinvolti fin dall’inizio del processo decisionale. Non abbiate quindi alcuna esitazione a rivolgervi a Eplan: la nostra missione è lavorare tutti i giorni con voi e per voi.»