Il governo cinese ha prodotto, a un costo di 290 milioni di dollari, il supercomputer Tianhe-2, in grado di raggiungere 54,9 petaflops, più del doppio della velocità di qualsiasi sistema non solo negli USA, ma anche in Giappone ed Europa, utilizzando tecnologia Intel ma integrando anche soluzioni tecnologiche proprietarie cinesi, tra cui il Galaxy FT-15, un processore 16-core, e innovative tecniche di interconnessione tra chip. Finora il supercomputer più veloce era un sistema Cray dell’Oak Ridge National Laboratory, nel Tennessee, con una capacità di 18 petaflop. Il nuovo supercomputer cinese, che è successore del precedente Tianhe-1A che era stato il più veloce al mondo nel 2010, prevede 32.000 multicore Intel Xeon Ivy Bridge chip e 48.000 Xeon Phi chip, coprocessori basati sull’architettura Intel denominata MIC, Many Integrated Core. Ciascun Phi processor è capace di più di un teraflop, un trillione di operazioni floating point al secondo. Un petaflop è 1.000 teraflop, o un quadrilione di operazioni in virgola mobile al secondo. Il futuro su cui Cina e USA puntano è quello dei sistemi Exascale, con 1.000 petaflop, e questo sarebbe l’obiettivo che la Cina vuole raggiungere nel 2020.