Venerdì 22 dicembre 2023 inizia l’iter per l’approvazione finale della Legge di Bilancio 2024. Un iter che dovrebbe concludersi dopo la pausa natalizia, probabilmente il 29 dicembre 2023. La bozza attualmente disponibile, che riporta gli emendamenti del 18 dicembre 2023 apportati dalla Quinta Commissione Bilancio del Senato, non dovrebbe discostare dal documento finale.
La Manovra finanziaria, come inizialmente presentata a fine ottobre dal Governo, prevede una movimentazione economica pari a circa 24 miliardi di euro. Di questi, 16 sono provenienti dall’extra gettito e il resto dal taglio di specifiche spese.
È stato necessario trovare un punto d’equilibrio tra l’andamento dei conti pubblici e le politiche di contrasto all’inflazione, che colpisce soprattutto i cittadini a basso reddito. L’attuale quadro congiunturale, che fa temere l’arrivo di una stagnazione, va necessariamente modificato. Si spera, quindi, nella buona riuscita delle misure previste dalla Manovra finanziaria. Si attende l’arrivo del Decreto PNRR, inizialmente previsto per fine anno ma che, invece, slitterà al primo mese del 2024.
Dalla lettura della bozza, la Legge di Bilancio (DDL di Bilancio, rectius), si concentra particolarmente sulla necessità di ristabilire un forte potere d’acquisto per i cittadini. L'intenzione è innescare così un moltiplicatore economico di cui potranno beneficiare anche le imprese. Queste ultime sono destinatarie delle previsioni riportate nel Capo I (misure in favore delle imprese) del Titolo VII, Crescita e Investimenti.
L’articolo 54: dai contratti di sviluppo…
Partiamo allora dal nostro primordiale interesse, ovvero le misure destinate alle imprese. Queste sono riportate principalmente nell’articolo 54, sebbene ci siano ulteriori riferimenti anche in altre parti del testo. Il comma 1 e 2 prevedono disposizioni per i contratti di sviluppo. Il comma 4 incrementa il Fondo per la Crescita Sostenibile, mentre la Nuova Sabatini è oggetto del comma 3.
Dunque, il comma 1 dell’articolo 54 prevede il rifinanziamento dei contratti di sviluppo, relativi ai programmi di sviluppo industriale. La bozza senza emendamenti stabiliva una autorizzazione di spesa complessiva pari a 190 milioni di euro per l’anno 2024 e di 210 milioni di euro per l’anno 2025. L’ultima versione emendata dalla Quinta Commissione Bilancio è, invece, più generosa.
È infatti autorizzata la spesa complessiva di 190 milioni di euro per l’anno 2024, di 310 milioni di euro per l’anno 2025 e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2026 al 2030. La competenza dei programmi di sviluppo industriale è, come sempre, del Ministero delle imprese e del Made in Italy. Secondo il comma 2 dell’articolo 54, tale Ministero potrà impartire al gestore dei contratti di sviluppo le direttive specifiche per utilizzare al meglio le risorse.
Con 110 milioni di euro per l’anno 2024 e 220 milioni di euro per l’anno 2025 viene poi incrementata la dotazione del Fondo per la crescita sostenibile. Questo prezioso strumento finanzia programmi e interventi a favore delle imprese, promuovendo progetti di ricerca, sviluppo e innovazione. Supporta il comparto imprenditoriale nel rafforzamento delle strutture produttive e degli impianti.
… all’incremento delle risorse per la Nuova Sabatini
Non poteva poi mancare la storica misura Beni Strumentali, anche nota come Nuova Sabatini. Al comma 3 dell’articolo 54 sono riportate le previsioni normative di uno dei caposaldi delle manovre finanziarie di fine anno. Per assicurare continuità a tale misura di sostegno – di cui beneficiano principalmente le micro, piccole e medie imprese, nei rispettivi investimenti produttivi – si procede con un incremento delle risorse già messe a budget negli anni passati.
Ricordiamo, infatti, che nella Legge di Bilancio 2023 alla Nuova Sabatini venivano destinati 40 milioni di euro annui dal 2024 al 2026. E, in effetti, non erano sembrati molti. Il comma 3 dell’articolo 54 stanzia ulteriori 100 milioni di euro per potenziare la misura a favore e facilitare così l’accesso al credito. Dovrebbero, di conseguenza, aumentare gli investimenti in beni strumentali, attrezzature, impianti così come quelli in software e tecnologie digitali.
Tra l’altro, ulteriori risorse per la Nuova Sabatini arrivano anche da uno dei due decreti fiscali connessi alla Manovra finanziaria. L’articolo 13 del Decreto Legge 18 ottobre 2023, n. 145 ha stanziato 50 (ulteriori) milioni di euro per l’anno 2023. Considerando che il DL è di ottobre, la somma fa cumulo con l’intero “tesoretto” della Nuova Sabatini, per il 2024 e a seguire.
Legge di Bilancio 2024: le altre misure destinate alle imprese
Anche la ZES unica del Mezzogiorno, operativa dal 1° gennaio 2024 e istituita con il Decreto Sud (L. 13 novembre 2023, n. 162), entra nella Legge di Bilancio con il richiamo nell’articolo 52. Con la ZES è prevista la copertura per il credito d’imposta, riconoscendo il limite di spesa complessivo a 1.800 milioni di euro per l’anno 2024. Sarà poi un Decreto del Ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, di concerto con il MEF, a definire le modalità di applicazione e di fruizione dell’agevolazione.
Particolarmente sostanzioso, poi, l’artico 55, relativo alle garanzie concesse da SACE, comprese quelle green, riportate nel Capo II (Misure per il potenziamento degli investimenti e della ricerca nonché interventi in materia di istruzione e di cultura). La riforma punta a incentivare, in Italia, investimenti infrastrutturali e produttivi, attraendo fondi esteri internazionali.
Pertanto, fino al 31 dicembre 2029, il Gruppo assicurativo-finanziario italiano potrà rilasciare garanzie connesse a investimenti di vario tipo, tra cui industriali e a impatto ambientale, ma anche garanzie per i progetti destinati all’innovazione industriale, tecnologica e digitale delle imprese.
L’approvazione finale della Legge di Bilancio 2024
Il testo emendato prevede poi novità fiscali per le imprese che riportano la produzione in Italia, in linea con le ultime politiche di incoraggiamento del reshoring produttivo. Favorisce anche le stesse persone fisiche (lavoratori dipendenti o autonomi). Si passa poi all’ennesimo rinvio di due tasse tanto criticate dai rispettivi imprenditori settoriali: la sugar e la plastic tax.
Entrambe dovrebbero entrare in vigore dal 1° luglio 2024. Sarà così? In attesa di dirimere questo a altri ulteriori dubbi – come quelli relativi a Transizione 5.0 di cui si attendeva il Decreto per fine 2023, slittato però gennaio – rimandiamo tutti i commenti, le critiche e i giubili (perché no?) al 2024, quando la Legge di Bilancio sarà stata formalmente varata.
Ci diamo quindi appuntamento al prossimo anno, con tutte le novità ufficiali in materia, per ricominciare assieme un nuovo percorso, fatto di bandi, agevolazioni, incentivi e transizioni.