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Investire In Innovazione: 9 milioni con il Voucher 3I per startup e microimprese

Con 9 milioni di euro, il Voucher 3I supporta microimprese e startup a investire in innovazione, coprendo i costi per servizi di consulenza legati alla brevettazione e all’innovazione stessa. Apertura sportello il 10 dicembre 2024, fino a esaurimento fondi.

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Marianna Capasso

Per promuovere la conoscenza e la consapevolezza delle potenzialità connesse alla brevettazione delle invenzioni, torna uno strumento già noto alle imprese: il Voucher 3I (Investire In Innovazione). Con risorse che ammontano a 9 milioni di euro, per il biennio 2023/2024, il MIMIT sostiene la valorizzazione dei processi di innovazione.

Quale parte della strategia nazionale di sviluppo, la misura destina a microimprese e startup innovative un sostegno economico che copre i costi dei servizi di consulenza. Allo stesso tempo, l’acquisto dell’expertise professionale favorisce un incremento delle potenzialità dei beneficiari. Con una maggiore competitività del settore, grazie all’innovazione.

Chi può ottenere il Voucher 3i: microimprese e startup innovative

L’art.1 del Decreto MIMIT  8 agosto 2024 indica i soggetti beneficiari. Ovvero microimprese (come da Regolamento UE 651/2014) e startup innovative.

Le prime, le microimprese, sono società che occupano meno di 10 persone, con un fatturato annuo e/o un totale di bilancio annuo non superiore ai 2 milioni di euro.

Le startup innovative, invece, sono realtà costituite da non più di 60 mesi. Non possono essere il “prodotto” di operazioni straordinarie (fusione, scissione et similia). La sede legale dovrà risultare in uno Stato UE o in uno aderente all’Accordo SEE. È però necessaria una sede produttiva o una filiale in Italia.

L’oggetto sociale della startup innovativa dovrà prevedere (in maniera esclusiva e prevalente) lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Il valore della produzione annua – a partire dal secondo anno di attività – non dovrà risultare superiore a 5 milioni di euro. E non è ammessa la distribuzione di utili.

Le altre caratteristiche della startup innovativa

Per poter essere definita tale, la startup innovativa dovrà possedere almeno uno di tre specifici requisiti. Il primo riguardala la titolarità, il deposito o la licenza di una privativa industriale (brevetto) o di un software originario registrato. Purché direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa.

Un’altra caratteristica delle startup innovative fa riferimento al personale impiegato. Almeno un terzo di questo deve essere costituito da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori. Diversamente, almeno due terzi del personale dovrà essere composto da soggetti in possesso di laurea magistrale.

Tra le caratteristiche finanziarie di una startup innovativa, la normativa indica dettagli precisi relativamente alle spese sostenute in ricerca e sviluppo, che devono essere uguali o superiori al 15% del maggior valore fra costo e totale della produzione.

Cosa finanzia la misura Voucher 3I?

L’incentivo, concesso in regime de minimis, finanzia una serie di servizi specialistici di consulenza per la brevettazione. Si può quindi richiedere il rilascio di un voucher, da utilizzare per: 

  • la verifica della brevettabilità dell’invenzione ed effettuazione delle ricerche di anteriorità preventive;
  • la stesura della domanda di brevetto e di deposito della stessa presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi;
  • il deposito all’estero di una domanda.

Per la verifica della brevettabilità dell’invenzione possono essere effettuate anche ricerche di anteriorità. Si tratta di operazioni necessarie prima del deposito di un brevetto. Per evitare che lo stesso risulti un doppione, o troppo simile a un altro. In questo caso, il voucher ammonta a 1.000 euro più IVA.

Per la stesura della domanda di brevetto e di deposito presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, l’ammontare triplica (3.000 euro più IVA). Sale invece a 4.000 euro (più IVA) nel caso di deposito all’estero. Nel caso, quindi, di una domanda che rivendichi la priorità di una precedente domanda nazionale di brevetto.

Come e quando richiedere il Voucher 3I per investire in innovazione

Ogni microimpresa e startup innovativa potrà presentare una sola domanda di agevolazione. Il voucher andrà utilizzato per acquistare servizi specialistici erogati da soggetti selezionati. Parliamo, quindi, di una copertura per il pagamento di una prestazione tecnica, ad opera di consulenti in proprietà industriale e avvocati (iscritti negli appositi albi ed elenchi). Non è quindi possibile rivolgersi ad altre tipologie di fornitori.

La procedura è a sportello, e non sono previste graduatorie o scadenze. C’è solo la data di apertura, ovvero il 10 dicembre 2024.

Quando i fondi risulteranno esauriti, non sarà più possibile accedere all’agevolazione. Pur trattandosi di una misura già nota alle imprese, nel tempo il percorso per ottenere l’incentivo è stato semplificato.

La startup o la microimpresa presenta la propria domanda al Soggetto Gestore, Invitalia, per via telematica. Dovrà indicare la tipologia di servizio di cui vorrà avvalersi. Ma anche il fornitore che lo erogherà. Sarà quindi necessario allegare l’accettazione dell’incarico da parte del professionista.

Entro i successivi 30 giorni, l’Agenzia verificherà i requisiti dell’impresa proponente e del soggetto individuato nella domanda. In caso di esito positivo, rilascerà quindi il voucher. Notificando altresì l’incarico al consulente/avvocato. La comunicazione avverrà comunque anche in caso di esito negativo.

Il ruolo del fornitore nell’agevolazione Voucher 3I

Il fornitore dovrà erogare il servizio, integralmente, entro i successivi 120 giorni dalla notifica da parte di Invitalia. In caso contrario, l’incentivo sarà revocato. Sarà poi tenuto a trasmettere, al Soggetto Gestore, una relazione finale sull’attività svolta. Con la controfirma dell’impresa beneficiaria.

Andrà presentata anche una copia della documentazione di deposito della domanda di brevetto nazionale o estera, nel caso di servizi di stesura della domanda di brevetto e deposito internazionale. Così come una copia della documentazione che attesti il pagamento della tassa di deposito delle relative istanze.

Infine, sarà necessario allegare la fattura per il servizio – intestata all’Agenzia, e non all’impresa. Dunque, un rapporto diretto tra il professionista e Invitalia. Sarà poi quest’ultima a procedere con il pagamento, dopo aver verificato la documentazione inviata dal fornitore.

Un servizio a costo zero per startup e microimprese

Il Voucher 3I non prevede graduatorie né scadenze per la presentazione delle domande. Invitalia valuterà le richieste in base all’ordine di arrivo, fino ad esaurimento fondi. Ma, soprattutto, si tratta di un procedimento molto veloce e snello. Tutto l’iter non dovrebbe superare i cinque mesi, in totale.

Pertanto, in lasso temporale effettivamente breve, la startup innovativa o la microimpresa potranno beneficiare di un servizio a costo zero. O quasi: a loro carico restano gli oneri relativi a tasse e i diritti relativi al deposito delle domande di brevetto.

Allo stesso tempo, la procedura tramite l’Agenzia rappresenta una garanzia anche per il fornitore, che dovrà solo effettuare la prestazione e presentare una relazione finale controfirmata dalla startup o microimpresa. Non ci saranno dunque problemi di solvibilità o di eventuali successive pretese di pagamento. Una situazione ideale per tutti. Con un beneficio diretto per la valorizzazione dei processi di innovazione.

Investire In Innovazione: 9 milioni con il Voucher 3I per startup e microimprese - Ultima modifica: 2024-12-04T09:48:54+01:00 da Marianna Capasso