Tornano le agevolazioni per gli investimenti sostenibili 4.0. Dopo l’edizione dello scorso anno, sulla scia del bando di febbraio 2022, nel mese di maggio 2023 è stato pubblicato un nuovo Decreto del MIMIT. Il nuovo Decreto, seguito da quello direttoriale di fine agosto 2023, definisce tempistiche e modalità d’accesso ai benefici.
Con le risorse, pari a 400 milioni di euro, saranno attuati gli obiettivi di sviluppo previsti dal Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale” FESR 2021-2027. Sono finalizzati a sostenere il processo di transizione delle piccole e medie imprese, nel Mezzogiorno.
In questo modo, le regioni del Sud (ad eccezione dell’Abruzzo) potranno avvicinarsi al paradigma del Piano Transizione 4.0. Lo faranno grazie a una produttività nuova che faccia uso di tecnologie digitali, con investimenti innovativi e sostenibili.
Dal prossimo 20 settembre 2023, quindi, sarà possibile iniziare a compilare la domanda di accesso per la nuova agevolazione. Per l’invio vero e proprio bisognerà attendere il 18 ottobre 2023.
Risorse e programmi per investimenti 4.0
Le risorse, pari a 400 milioni, rientrano tra le disposizioni economiche previste dall’obiettivo specifico 1.3, azione 1.3.2, del PN RIC 2021 – 2027. Il Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” è stato adottato dalla Commissione europea con decisione di esecuzione C (2022) 8821 final del 29 novembre 2022. Del totale, una quota, pari a 100 milioni, verrà destinata ai progetti delle micro e piccole imprese.
Con i fondi, saranno concesse ed erogate agevolazioni per favorire i programmi di investimento nell’ambito della tutela ambientale. I programmi devono fare ampio uso di tecnologia, secondo i principi del piano Transizione 4.0. Saranno favoriti i progetti capaci di contribuire, in modo diretto, al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità definiti dall’UE. Ma anche quelli in grado di migliorare l’efficienza energetica dell’impresa o di favorire una transizione verso l’economia circolare.
In particolare, i programmi di investimento dovranno avere alcuni obiettivi.
• Prevedere l’utilizzo delle tecnologie abilitanti che rientrano nel Piano Transizione 4.0. Parliamo di IoT, Cloud Computing, additive manufacturing, Big Data Analytics, robotica avanzata, realtà aumentata, cybersecurity.
• Incoraggiare una produzione funzionale a nuovi prodotti (con riferimento all’aspetto dell’innovatività).
• Favorire un cambiamento del processo produttivo di una unità locale già esistente o anche nuova.
• Essere realizzati presso un’unità produttiva localizzata nel Mezzogiorno, ovvero Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
• Prevedere un avviamento solo dopo la presentazione della domanda agevolativa.
• Essere realizzati entro 18 mesi dall’adozione del provvedimento di concessione economica.
Investimenti sostenibili 4.0: micro e pmi tra i beneficiari
Destinatari della misura agevolativa sono le micro, piccole e medie imprese che presentino specifici requisiti. Tra questi ci sono la regolare costituzione e iscrizione nel Registro delle imprese, il pieno e libero esercizio dei propri diritti. Ma anche l’assenza di condizioni societarie particolari (liquidazione volontaria e procedure concorsuali) o dello status (già dal 31 dicembre 2019) di impresa in difficoltà, secondo la definizione normativa europea.
I beneficiari selezionati, poi, non dovranno rientrare tra quelli considerati “morosi” nei confronti della Commissione europea o del MIMIT. Dovranno essere attivi da più di due anni – ovvero aver già disposto almeno due bilanci. È poi richiesta la regolarità in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente, nonché quella contributiva.
Non saranno ammesse le imprese che, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, abbiano proceduto con una delocalizzazione dell’unità produttiva oggetto dell’investimento. Non saranno altresì ammesse quelle destinatarie di sanzioni interdittive, o i cui rappresentanti risultino condannati per reati specifici (art. 5 comma 2 della normativa).
Oltre alle suddette caratteristiche, il bando ammette le imprese operative in specifiche attività economiche. Si tratta di servizi alle imprese, come riportato nella tabella dell’Allegato 4. E poi di attività manifatturiere. Fanno eccezione siderurgia, estrazione del carbone, costruzione navale, fabbricazione delle fibre sintetiche, trasporti, produzione e distribuzione di energia (e relative infrastrutture). Tutti i programmi di investimento dovranno rispettare il principio “DNSH”.
Agevolazioni fino al 75% della spesa
Gli investimenti dovranno presentare spese comprese tra i 750mila euro e i 5 milioni. In tutti i casi, i costi imputabili al beneficio non potranno essere inferiori al 70% del fatturato dell’ultimo bilancio (o dell’ultima dichiarazione dei redditi). È fondamentale, poi, che le spese per la realizzazione dei programmi Transizione 4.0 risultino maggiori (rectius, “preponderanti”) rispetto al totale dei costi ammissibili.
Nel dettaglio, le spese dovranno risultare “strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento”. Devono riguardare acquisti quali macchinari, impianti e attrezzature, opere murarie (non oltre il 40% del totale), programmi informatici e licenze, acquisizione di certificazioni ambientali. Sono agevolate anche le spese per servizi di consulenza, in ambito tecnologico ed energetico.
In relazione alle suddette voci, è prevista una agevolazione che assume la forma di contributo in conto impianti e di finanziamento agevolato. La copertura percentuale cumulativa massima è pari al 75. Varia poi a seconda della dimensione aziendale. Per le micro e piccole imprese si potrà ricevere fino al 50% in forma di contributo in conto impianti. Fino al 25 in finanziamento agevolato. Per le medie imprese le aliquote sono rispettivamente 40% e 35%.
Procedura e istruttoria per le gli investimenti sostenibili 4.0
Ogni impresa potrà presentare una sola domanda, a meno che non sia stata rigettata quella precedente, per varie motivazioni. Bisognerà procedere esclusivamente per via telematica, collegandosi all’apposita pagina di Invitalia, prossimamente operativa. Sono previste due fasi. Una prima, dalle ore 10:00 del 20 settembre 2023, per la compilazione della domanda. Una seconda, dalle ore 10:00 del 18 ottobre 2023, a far data dalla quale sarà possibile inviare l’istanza.
Dopo una fase istruttoria, in ordine cronologico giornaliero – indipendentemente da ora e minuto – si passerà alla verifica dell’ammissibilità. Questa è, in primis, subordinata alla capacità, in capo all’impresa richiedente, di restituire il finanziamento agevolato. Si passerà poi alla valutazione, entro 60 giorni dal ricevimento della domanda. Si terrà conto della completezza della documentazione presentata e del programma di investimento, secondo specifici criteri.
Sono ammesse delle premialità, con un punteggio aggiuntivo per le pmi in possesso di una certificazione ambientale di prodotto. Sono favorite le imprese che adottano un sistema di gestione ambientale o di efficienza energetica. Sono valutati positivamente i programmi caratterizzati da un particolare contenuto di sostenibilità. Oppure quelli che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Per tutte le informazioni, si consideri che termini e modalità di presentazione delle domande sono stati definiti a fine agosto, con decreto direttoriale del MIMIT, mentre la normativa specifica risale al mese di maggio 2023.