Nell'ultimo decennio gli infortuni mortali sul lavoro sono stati in costante calo, con una riduzione di oltre il 30% dal 2010 al 2014. Un risultato incoraggiante, anche se 662 morti continuano a rappresentare un numero impressionante.
Contrariamente al trend registrato nel recente passato, il 2015 verrà ricordato come l'anno della preoccupante inversione del fenomeno. In occasione della 65esima giornata nazionale “vittime degli incidenti sul lavoro” Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) ha infatti denunciato che, nei primi otto mesi del 2015 si sono registrati 752 incidenti mortali sul lavoro. Quindi, sei dati verranno confermati, a quattro mesi dalla fine dell'anno si registra già un aumento del 15% negli incidenti mortali e il valore non può che peggiorare. In realtà occorre però ricordare che si tratta di dati preliminari e che tali morti dovranno essere accertate come effettivamente avvenute sul lavoro o in itinere. Lo scorso anno, infatti, le denunce di infortunio mortale furono 1.107, ma solo nel 60% dei casi venne riconosciuta un'effettiva correlazione con l'attività lavorativa.
I dati Inail, benché provvisori, registrano aumenti significativi soprattutto nei trasporti (+34,2%), ma anche l'industria manifatturiera vede un aumento delle morti sul lavoro nell'ordine del 5%.
A guidare la triste classifica la Lombardia con 111 vittime, seguita da Toscana e Veneto (entrambe le regioni con 76 morti bianche), poi da Lazio (72) e Campania (67%).
L'unico dato positivo, invece, arriva dal numero degli infortuni: dal primo gennaio al 31 agosto ne sono stati denunciati 410.000 (-4,1% rispetto allo stesso periodo del 2014).