L’executive seminar “Energie in transizione per un mondo sostenibile” è organizzato da Confindustria Energia e da Federmanager e si terrà tra settembre e novembre con un ciclo di sei incontri a Roma presso la sede di Federmanager. È riservato ai manager iscritti all’associazione di categoria per promuovere una maggiore comprensione e consapevolezza sulle dimensioni della sostenibilità e sulle sue diverse opportunità per la società.
Il Master Executive in Open Innovation Management (Moim) dell’Università degli Studi di Padova, a sua volta, è un Master di primo livello di durata annuale, con incontri due week-end al mese (il venerdì e il sabato) preferibilmente in presenza, con una frequenza obbligatoria del 70%. Preiscrizioni entro il 7 ottobre 2022 e inizio delle attività il 24 novembre.
Fare chiarezza sui temi energetici
Il dibattito sulla transizione energetica è molto acceso in Italia e in Europa e ha bisogno di più conoscenza, competenza e visione strategica. Al tempo stesso, cresce la richiesta di Sustainability Manager e di Energy Manager nelle aziende.
«C’è un incremento annuale del 5% della domanda di competenze manageriali con specifiche “green skill”. E proprio nell’ambito del nostro impegno per la formazione di competenze manageriali d’eccellenza si inscrive il ciclo di executive seminar che promuoviamo con Confindustria Energia. Il tema dell’energia è più che mai al centro del dibattito pubblico e istituzionale, a causa della crisi energetica che, manifestatasi già lo scorso anno, è stata aggravata dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina».
«Oggi il nostro sistema produttivo è chiamato a coniugare le esigenze di continuità e produttività aziendale con gli obiettivi in termini di sostenibilità fissati sul piano nazionale e internazionale. È necessario quindi che l’attuale, delicata fase di transizione sia guidata da manager qualificati per indirizzare la crescita del Paese verso gli orizzonti di sostenibilità tracciati dal Pnrr», spiega il presidente di Federmanager e Cida Stefano Cuzzilla.
Nel corso saranno trattati temi come la “Just Transition” per riflettere su opportunità e costi dei processi di decarbonizzazione. Ogni incontro si concluderà con un momento di condivisione, il “World Cafè decarbonizzato”, per cogliere le opportunità che emergono da un confronto inclusivo delle diverse istanze di cui sono portatori gli esperti dell’energia e i manager di diversi settori. Il confronto con gli esperti, dal mondo produttivo a quello accademico, dalla ricerca e sviluppo all’associazionismo civile, consente di comprendere le pressioni antropiche sul pianeta e individuare le migliori traiettorie di cambiamento.
«Solo promuovendo un percorso culturale di confronto e con uno sguardo olistico al mondo dell’energia, con la collaborazione di tutte le componenti e ponendo attenzione a tutti gli aspetti della transizione (ambientali, economici e sociali) si potrà realizzare una Just Transition».
«Ma per fare ciò è necessario che la società civile sia ben consapevole della fattibilità, dei costi e dei tempi di maturazione delle diverse soluzioni, della necessità di dotarsi di infrastrutture adeguate e di accettare la coesistenza di un mix di tecnologie senza preferenze ideologiche», commenta Giuseppe Ricci, presidente di Confindustria Energia.
Comprendere la cultura dell’Open Innovation
Apprendere le competenze per disegnare e implementare processi di innovazione aperta, strategia che si contrappone al modello dell’innovazione chiusa guidata dalla divisione Ricerca e sviluppo di imprese o enti, è la principale finalità del master executive in Open Innovation Management: processi, prodotti e modelli di business, progettato dall’Università degli Studi di Padova, con un corpo docenti misto tra accademici e manager e specialisti del mondo aziendale.
È pensato per fornire ai partecipanti le competenze per gestire processi di Open Innovation all’interno delle imprese e di enti pubblici o privati, secondo un modello didattico all’insegna della transdisciplinarietà, partendo dall’idea fino alla realizzazione di un progetto imprenditoriale di startup, corporate startup o (re)startup d’impresa. Partendo da questi elementi, il focus del Master si concentra poi su percorsi di trasformazione digitale delle organizzazioni e sulla progettazione e innovazione di processi e prodotti in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.
«Bisogna pensare a un futuro fatto di reti, perché da soli non si va da nessuna parte. L’Open Innovation insegna a creare ecosistemi e con gli ecosistemi si cresce. Con questo master vogliamo dare strumenti pratici e casi di studio per portare questa cultura dell’Open Innovation nelle aziende. Ma, allo stesso tempo, diamo anche spunti di carattere tecnologico e di sostenibilità, driver fondamentali dell’innovazione dei prossimi anni», spiega Fabrizio Dughiero, pro-rettore all’innovazione e ai rapporti con le imprese dell’Università degli Studi di Padova e direttore del master, che è alla sua seconda edizione.
La cornice teorica dell’Open Innovation attinge, come fonti di innovazione, sia a elementi relativi alla strategia, alla tecnologia e al marketing, sia a contenuti altamente simbolici come quelli della ricerca culturale (arte, design, letteratura, sociologia).
Inoltre, verranno applicati concetti di trasferimento tecnologico, di knowledge transfer e di Design Thinking, di Lean Startup e di Business Model Canvas. Durante le lezioni gli insight teorici verranno intervallati da esercitazioni applicative, project work e conversazioni con testimonial di alto profilo, che gli studenti potranno vivere in presenza, preferibilmente, o attraverso le piattaforme di e-learning dell’Università di Padova, in conformità alle normative anti-Covid.