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Il software “Made in Italy”, per la competitività delle imprese

La filiera italiana del software è sempre più strategica per il sistema Paese. La fotografia e i trend futuri nella prima edizione dell’Osservatorio del Politecnico di Milano dedicato al settore.

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Nicoletta Buora

In Italia la filiera del software è in buona salute: nel 2023 è stato raggiunto un fatturato di 62,8 miliardi di euro, in crescita del +17,4% rispetto all'anno precedente. Le aziende che operano nel Paese nell’ambito del software sono oltre 26mila e impiegano più di 300mila addetti.

Sono questi i dati di sintesi emersi dalla prima edizione della ricerca dell’Osservatorio Software & Digital Native Innovation del Politecnico di Milano, realizzata in collaborazione con AssoSoftware e presentata ieri durante il convegno “Software is everywhere: nel cuore dell’industria digitale”.

Un Osservatorio che si è reso necessario per monitorare una filiera tecnologica importante e strategica per il Paese e per il suo posizionamento competitivo a livello internazionale.

Il punto di vista di AssoSoftware

Gli ultimi anni hanno visto numerosi trend digitali influenzare la filiera del software non solo a livello italiano, con l’Intelligenza Artificiale e il Cloud a portare i maggiori cambiamenti.

Per questo, oggi, questa filiera, che inizialmente si concentrava sull’offerta di software gestionali, annovera diverse tecnologie che sono alla base dell’innovazione di processo delle imprese.

Parte integrante del team di lavoro è AssoSoftware, che da circa cinque anni sta collaborando a questo progetto con il Politecnico di Milano.

“È stato un percorso di consapevolezza da parte sia dei fornitori, sia delle imprese che stanno comprendendo il valore del software e sia delle istituzioni”, ha commentato Roberto Bellini, Direttore Generale AssoSoftware, in occasione della presentazioni dei risultati della ricerca.

“Il software, oltre ad essere una tecnologia, è anche il frutto dell’ingegno e della creatività delle nostre imprese e per questo riteniamo che possa rientrare a pieno titolo nel Made in Italy”, ha aggiunto Bellini.

La fotografia della filiera italiana del software

I prodotti più diffusi tra i vendor italiani sono i Gestionali (offerti dal 79% delle aziende censite dalla ricerca), seguiti dai software di Cybersecurity (37%) e di Analytics & AI (18%).

La filiera italiana, se confrontata con altri Paesi europei, risulta piuttosto ridotta e frammentata: delle oltre 26mila aziende presenti sul territorio (in Francia sono 60mila), l’83% è una microimpresa con meno di 10 dipendenti. Inoltre, il peso del fatturato generato dei servizi correlati rispetto al Pil si attesta al 3%, meno della metà rispetto alla Francia.

Tuttavia, si osserva un percorso di evoluzione. “In questi ultimi anni nel nostro Paese stiamo assistendo a un potenziamento significativo delle infrastrutture”, ha  spiegato Alessandro Piva, direttore dell'Osservatorio Software & Digital Native Innovation.

“Da un paio d’anni l’Italia - in particolare l’area di Milano - sta giocando una partita importante candidandosi a diventare la nuova area di industrializzazione delle infrastrutture di Data Center”.

I piani di investimento da parte dei grandi provider internazionali (AWS, Google, Microsoft) stanno così creando un terreno fertile per lo sviluppo futuro della filiera come industria critica per il Paese.

Il software “Made in Italy”, per la competitività delle imprese - Ultima modifica: 2024-11-20T18:14:31+01:00 da Nicoletta Buora