Digitalizzazione, cambiamento climatico, economia circolare e coesione sociale intraregionale sono solo alcune tra le principali sfide che il mercato lancia alle imprese. E queste rispondono, anche (e soprattutto) grazie al supporto finanziario europeo e nazionale.
Dopo l’edizione 1 e 2 – che ha sostenuto i progetti di oltre 3mila pmi – arriva infatti Eurostars 3, l’European Partnership on Innovative SMEs, che rientra nel progetto Eureka, un piano internazionale per la ricerca tecnologica applicata allo sviluppo produttivo, di cui fanno parte Paesi UE e non.
EureKa, Innovative SMEs ed Eurostars, l’impegno europeo per l’innovazione
Con una storia di quasi 40 anni, Eureka ha sviluppato una serie di iniziative (Innovative SMEs, Network projects, Clusters, Globalstars, Investment Readiness Programma) di cui la prima è finanziata dalla Commissione europea, mentre le altre direttamente dagli Stati Membri e da altri Paesi extra UE (37 in totale), con l’assegnazione dei fondi dai propri bilanci statali.
In particolare, Innovative SMEs è un partenariato dedicato alle pmi innovative, con l’obiettivo di aumentarne la capacità di ricerca e innovazione, nonché la produttività, offrendo loro la possibilità di inserirsi all’interno della value chain europea, ma anche in quella di nuovi mercati globali. L’iniziativa sostiene la competitività, l’innovazione e l’internazionalizzazione delle pmi innovative, con la connessione dello Spazio Europeo della Ricerca (Era, European Research Area).
Le imprese si troveranno, quindi, a definire la propria idea di progetto, collaborando a livello internazionale e condividendo le proprie competenze: avranno la possibilità di entrare in contatto con aziende innovative nel panorama mondiale – tra cui canadesi, coreane, sudafricane e singaporiane – scambiando conoscenze e networking.
Innovative SMEs, un volàno per le transizioni gemelle
Nell’ambito di Innovative SMEs è stato emanato il bando Eurostars 3 (CoD 4), rientrante nel partenariato europeo per le pmi innovative, a sua volta cofinanziato dall’UE attraverso Horizon Europe.
Eurostars 3 offre un finanziamento a specifici soggetti giuridici, intenzionati a collaborare in progetti di ricerca e sviluppo finalizzati alla creazione di prodotti, processi o servizi innovativi, da commercializzare. In questo modo, andrà a rafforzarsi il sostegno alle piccole e medie imprese, tessuto fondamentale per l’economia europea, con il loro ruolo chiave nella sfida delle transizioni gemelle, ovvero quella digitale e ambientale, anche in un’ottica di Industria 4.0.
Poiché si tratta di uno strumento congiunto, tra gli Stati e l’UE, saranno coinvolti anche il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero dell’Università e della Ricerca, che provvederanno a gestire la parte finanziaria per le imprese italiane.
I destinatari delle risorse nel bando Innovative SMEs - Eurostars 3
Ma chi sono questi soggetti giuridici, destinatari del bando? L’iniziativa è pensata per le piccole e medie imprese, pmi innovative e startup innovative. Secondo la normativa, una pmi viene definita tale quando possiede almeno uno di tre requisiti soggettivi, tra personale altamente qualificato, budget dedicato alle spese di R&S e innovazione (non inferiore al 3% del fatturato o costo della produzione) e la titolarità (anche con deposito o licenza) di almeno un brevetto o un software registrato.
Le startup innovative, invece, sono imprese giovani ad alto contenuto tecnologico, che mostrano forti potenzialità di crescita e possiedono requisiti simili alla pmi, ma con una spesa in R&S decisamente superiore (15% sul totale).
Per essere ammessi al programma sarà necessario possedere specifiche caratteristiche, tra cui una forma consortile che preveda il coinvolgimento di almeno due soggetti tra loro indipendenti, ricompresi anche tra organismi di ricerca e le grandi imprese. Il capo del progetto consorziato, poi, dovrà essere una pmi innovativa di un Paese Eurostars.
La procedura e le (possibili) spese ammissibili
Trattandosi di un progetto congiunto, sarà necessario presentare la domanda di partecipazione sia al bando europeo che a quello nazionale. Il primo è già on line, con scadenza al 13 aprile 2023: sarà possibile accedervi creando un account sulla piattaforma di progetto e avviando l’application.
Per quanto riguarda la domanda nazionale, saranno il MIMIT e il MUR a gestirla: a breve, i due dicasteri pubblicheranno un provvedimento in cui indicheranno termini e modalità di presentazione delle richieste, sebbene la documentazione non dovrebbe differire troppo da quella richiesta in ambito europeo. Sulla pagina del MIMIT è già presente la normativa e tutte le informazioni.
Gli sportelli apriranno presumibilmente nel mese di luglio e, qualora saranno confermati i dettagli delle passate edizioni, il bando dovrebbe finanziare i costi per personale, attrezzature, consulenze, materiali di consumo e spese generali. Nei precedenti bandi, infatti, sono state queste le principali voci di spesa ammissibile, a condizione che i costi relativi alle attività di ricerca industriale risultassero predominanti rispetto alle attività di sviluppo sperimentale.
Era inoltre prevista una quota, fino a 200mila euro, di contributi a fondo perduto, con diverse percentuali a seconda che si trattasse di ricerca industriale o sviluppo sperimentale, decrescenti in base alla tipologia di impresa (dal 40% per le piccole imprese, al 20 per le grandi, nei progetti di ricerca industriale; dal 30% per le piccole imprese, al 10 per le grandi, nei progetti di sviluppo sperimentale).
Eurostars 3, le veloci tempistiche valutative
Dopo la chiusura dello sportello, fissata al 13 aprile 2023, partirà un’istruttoria, molto veloce, che prevede una verifica di ammissibilità (entro la successiva settimana), una verifica della fattibilità legale e finanziaria e una valutazione da parte di esperti indipendenti (tutto entro fine maggio 2023), con le graduatorie pubblicate entro fine giugno 2023.
La valutazione del progetto verterà su una serie di criteri: in linea generale, i commissari terranno conto della qualità e dell’efficienza del progetto, analizzando anche la validità del consorzio e il valore aggiunto conferito dalla cooperazione transfrontaliera, alla luce dei costi, che dovranno comunque essere ragionevoli.
Si terrà poi conto dell’impatto che il progetto avrà sul mercato, ipotizzando il vantaggio competitivo che ne deriverà, in base ai previsionali piani di commercializzazione (che dovranno essere realistici e chiari), anche funzionalmente all’aspetto ambientale e sociale. Infine, il fattore “eccellenza”: il progetto dovrà apportare un elevato grado di innovazione e nuove conoscenze.
Per ulteriori informazioni, sarà possibile consultare le Linee Guida del programma Eurostars.