“I dati degli ordini di macchine utensili del 2017 dimostrano la validità delle misure del piano Industria 4.0. Super e iperammortamento, nuova Legge Sabatini e detrazione fiscale per spese in Ricerca e Sviluppo hanno spinto gli investimenti in Italia. Ora occorre forzare la formazione 4.0, indispensabile per guidare l’innovazione delle nostre fabbriche”. Questo è stato il commento di Massimo Carboniero, il presidente Ucimu, nel corso della presentazione dei dati alla fine dello scorso gennaio.
L’indice Ucimu degli ordini di macchine utensili nel quarto trimestre 2017 ha registrato un incremento del 21,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In valore assoluto l’indice si è attestato a 162 (base 100 nel 2010). Il risultato complessivo è stato determinato sia dal positivo riscontro degli ordinativi esteri, ma principalmente dall’ottimo risultato raccolto dai costruttori italiani sul mercato interno.
Sul fronte interno, i costruttori italiani di macchine utensili hanno registrato un incremento della raccolta ordini dell’86,2% rispetto al quarto trimestre del 2016. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 285,4.
Macchine utensili: bene 2017 vs 2016
Su base annua, l’indice totale ha registrato un incremento rispetto al 2016, del 13,7%. Gli ordini esteri sono cresciuti del 4,7% a totale recupero dell’arretramento registrato l’anno scorso. Gli ordini interni hanno registrato un incremento del 45,9% a dimostrazione della grande propensione a investire del mercato italiano.
“L’andamento della raccolta ordini del 2017", ha commentato Carboniero, "documenta due fenomeni decisamente positivi per il manifatturiero: da una parte, l’indice rileva la ripresa delle commesse oltreconfine il cui risultato, nel 2016, era stato invece deludente; dall’altra registra l’ottima performance degli investimenti in sistemi di produzione nel nostro paese ove gli utilizzatori, con un ritmo crescente nel corso del 2017, hanno acquisito tecnologia di ultima generazione per le proprie aziende”.
“Con riferimento al mercato interno – ha continuato Massimo Carboniero – è evidente l’impatto che i provvedimenti contenuti nel piano Industria 4.0, e in particolare Super e Iper ammortamento, hanno avuto sull’andamento delle vendite e sulla raccolta degli ordinativi. Nel caso poi dell’ultima rilevazione (relativa al periodo ottobre-dicembre 2017) gli ordinativi raccolti avranno riflesso diretto sul PIL del 2018 che, anche grazie alle nuove misure previste dalle autorità di governo, si annuncia come un anno decisamente positivo".
"La conferma dei due incentivi principe del programma governativo Industria 4.0, super e iperammortamento, anche nel piano Impresa 4.0, inserito nella Legge di Bilancio 2018, sebbene con quel piccolo ritocco al super (il cui coefficiente di incentivo passa dal 140% al 130%), è la testimonianza che le autorità di governo hanno ben valutato la portata dell’azione avviata da un anno, comprendendo con ciò che la brusca e repentina interruzione sarebbe stata decisamente deleteria per tutto il sistema".
"D’altra parte il processo di svecchiamento degli impianti e di aggiornamento in chiave digitale degli stessi è solo all’inizio e non può prescindere dal ruolo attivo e centrale che avranno gli uomini nella prossima fase di utilizzo in modo diffuso e capillare delle tecnologie digitali e interconnesse, all’interno delle fabbriche".
Macchine utensili che puntano al mondo
"Sul fronte estero", ha rilevato invece Massimo Carboniero, "per sostenere la ripresa degli ordinativi già avviata nel 2017 potrebbe essere utile prevedere il perfezionamento della nuova Legge sulla Cooperazione che permette anche ai privati di partecipare a progetti legati alla cooperazione italiana ma che, così formulata, risulta di difficile utilizzo da parte delle pmi".
"Con l’impostazione attuale, la norma presenta una procedura complessa per le aziende che intendono intervenire in modalità di co-finanziamento dei progetti del nostro Ministero degli Affari Esteri nei Paesi indicati come in via di sviluppo. Dopo aver firmato un accordo con l’Agenzia per la Cooperazione legato a un progetto - che deve assicurare benessere e, possibilmente, stimolo alla crescita economica dell’area nel rispetto dell’ambiente - le imprese possono ottenere il finanziamento per una quota variabile del valore totale dell’investimento. Lo snodo più delicato sono i bandi e le procedure ritenuti piuttosto macchinosi".
"Occorrerebbe pensare invece a un sistema più semplice e diretto che porti vantaggi a entrambi i soggetti coinvolti: alle nostre pmi e alle popolazioni locali, trasformando così la semplice fornitura di macchine e tecnologia in una vera e propria azione di promozione del made in Italy all’estero".
"Sulla scorta di quanto già fatto in passato dal Ministero degli Esteri con Ucimu", ha concluso Carboniero, "sarebbe utile incentivare lo sviluppo di centri tecnologici dotati di macchinari italiani nelle aree del mondo considerate in via di sviluppo. I centri tecnologici funzionerebbero come punti di formazione della popolazione locale che apprenderebbe una o più professioni grazie ai corsi svolti con macchine e tecnologia italiana. Nel medio periodo i centri diverrebbero poi veri e propri showroom della produzione made in Italy di settore e la popolazione sarebbe la migliore testimonial della nostra offerta per eventuali investimenti futuri. Si tratta di piani di medio-lungo periodo che però danno risultati concreti fin dal loro avvio e soprattutto assicurano, in linea con il principio sotteso agli interventi di cooperazione, il reale sviluppo dei territori ospitanti".