Progetto ideato prima della pandemia, finalmente divenuto operativo nella primavera 2021, G-Gravity è un hub ibrido, “phygital”, dedicato allo sviluppo di iniziative nell’ambito della Digital Health, con un approccio che mette la persona e il paziente al centro di un ecosistema di innovazione.
Tra le startup che hanno aderito alla community, che ha il suo spazio fisico in via Legnone 4 a Milano, in una struttura degli anni Trenta progettata da Gio Ponti, varie utilizzano soluzioni di intelligenza artificiale e strumenti digitali a supporto della diagnostica, dei “caregiver”, del rapporto medico-paziente e del paziente stesso.
DeepMammo, per esempio, è una soluzione Cloud che aiuta i radiologi a ottenere una diagnosi precoce del cancro al seno, sfruttando algoritmi di intelligenza artificiale. ComplexData, invece, ha sviluppato una piattaforma computazionale, Ariadne, che stima il rischio metastatico di tumori e supporta l’oncologo nella formulazione di una terapia personalizzata, già validato clinicamente per il cancro alla mammella triplo negativo.
A sua volta, Befreest è una startup innovativa che produce sistemi intelligenti per monitorare la qualità dell’aria indoor e ridurre i rischi di aggressione di agenti inquinanti negli ambienti chiusi, mentre Trillio è una soluzione che permette ai “caregiver” di supportare i malati nel rispetto delle prescrizioni mediche, tramite una piattaforma sanitaria connessa a un dispositivo IoT che ricorda l’assunzione delle medicine nel momento giusto, in maniera semplice e veloce.
Collegata alla rete cellulare e sempre aggiornata con il piano di prescrizioni impostato dal caregiver, la piattaforma digitale aperta avvisa chi si prende cura dei pazienti in caso di problemi o mancato rispetto delle prescrizioni. Sono infatti numerose le soluzioni per migliorare la qualità della vita di chi soffre di patologie croniche, come anche Esteps Health, che aiuta i pazienti affetti da malattie neurodegenerative nella gestione quotidiana della loro condizione e i medici nel monitoraggio della progressione e della diagnosi della malattia. La raccolta dati avviene attraverso una soletta indossata dal paziente.
Verso una community per la Digital Health
«L’obiettivo è creare un’ampia community dove far convergere i soggetti delle diverse Industry impegnate nell’innovazione nel settore Salute e nella Digital Health, dal mondo dell’informatica, alla bioingegneria, alle Life Sciences. La nostra mission è di essere un centro di competenza che faccia da raccordo attivo e da piattaforma di collaborazione. Ha inaugurato il percorso di G-Gravity un’iniziativa denominata “Sandbox”, un ambiente sperimentale e di testing molto diffuso in settori fortemente regolamentati come quello Fintech, ma inesistente nel mondo sanitario e farmaceutico», spiega Roberta Gilardi, Ceo di G-Gravity, già founder dell’acceleratoreG2 Startups, con cui ha ideato e realizzato il nuovo hub di innovazione in ambito Health secondo un concept ibrido.
L’idea del progetto “Sandbox” ha vinto il bando “Startup per Milano 2020”, lanciato dal Comune di Milano in relazione alla crisi Covid-19, progetto che fa parte del modello di approccio “esperienziale” poi realizzato in G-Gravity.
Un hub ibrido per far incontrare le idee
Nel modello si integra X-Know, una piattaforma proprietaria digitale in continua evoluzione, dove gli innovatori di G-Gravity operano e sviluppano idee, knowledge e iniziative comuni, e uno spazio fisico dove incontrarsi, scambiare e contaminare idee, partecipare agli eventi mensili di networking organizzati da G-Gravity, come gli Aperimeeting (prossimo appuntamento il 16 marzo con un intervento sulla nuova normativa dei trial clinici) e dove trovare una serie di servizi integrati e mirati, dalle competenze legali a quelle manageriali e finanziarie fino allo sbocco sul mercato grazie a progetti di collaborazione con Pmi e grandi imprese.
Gli ambienti sono stati studiati nei minimi dettagli non solo per fornire un luogo confortevole ai professionisti, ma anche per realizzare concretamente la visione di hub ibrido dove fisico e digitale convivono e si completano. La struttura è infatti dotata di strumenti evoluti per la condivisione e la gestione delle attività in modo ibrido, tool digitali sempre più avanzati e in grado di privilegiare la collaborazione e l’incontro, soprattutto per le sessioni più generative. «Da una parte, la componente digitale consente di creare una rete di connessione, generare uno scambio tra i contributor e facilitare l’accesso a risorse esterne, come partner, mentor internazionali e altri ecosistemi che gradualmente si stanno integrando nel modello G-Gravity; dall’altra, lo spazio fisico rappresenta un punto di interconnessione capace di promuovere l’incontro e l’apprendimento informale, la generazione di idee e lo scambio empatico», precisa Gilardi.
Fare rete tra innovatori e startup
Le modalità di collaborazione sono flessibili e in certi casi G-Gravity prende parte direttamente a progetti di suo interesse, supportandoli con vari tipi di servizi, dalla raccolta di finanziamenti all’ingresso sul mercato, secondo il “success fee model”, ossia con una condivisione del rischio e una fee solo se il progetto va in porto.
Nei casi selezionati da G-Gravity, le startup non pagano per l’adesione alla community né per i servizi che ricevono. In altri casi, dove richiesto, le startup della community possono usufruire dell’infrastruttura di facility dell’hub a prezzi calmierati, come disporre di una postazione, di un ufficio o di spazi per riunioni ed eventi, e possono contare sui diversi consulenti. In generale, comunque, poiché G-Gravity è essa stessa una startup innovativa, investe in sviluppo tecnologico e si pone al fianco delle realtà della community con soluzioni e servizi digitali in forma di collaborazione e di Open Innovation.
«L’annoso problema italiano è quello di mettere a sistema le idee, che di per sé non mancano, ma spesso hanno bisogno di incontrarsi e integrarsi con altri attori per avere un impatto sociale ed economico e per raggiungere la massa critica per il reperimento di fondi e sviluppare il business. Noi cerchiamo proprio, con il nostro modello di hub collaborativo e di Open Innovation, di aiutare innovatori e founder delle startup a fare rete tra loro e accelerare la realizzazione del loro progetto», conclude Gilardi.
La Ceo di G-Gravity da anni si occupa di ecosistemi di innovazione. G-Gravity incorpora infatti il concetto di ecosistema dell’innovazione, che l’imprenditrice aveva sviluppato anni fa e che aveva testato su due progetti pilota, in Umbria e in Sicilia, sotto il cappello di “Acceleratio”.