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Fondo Nuove Competenze: 700 milioni per la formazione innovativa

Con risorse pari a 731 milioni di euro, torna il Fondo Nuove Competenze, il prezioso strumento per l’innovazione delle imprese e la formazione continua dei lavoratori.

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Marianna Capasso

Erano più di due anni che lo si attendeva. E, finalmente, è tornato. Lo strumento del Fondo Nuove Competenze è stato rifinanziato il 10 ottobre 2024, con il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze. E con il Decreto Direttoriale del successivo 5 dicembre diventa quindi operativo. 

Anche se, per presentare la domanda, sarà necessario attendere fino a metà febbraio 2025. Nel mentre le imprese potranno predisporre le documentazioni e organizzarsi al meglio, per non lasciarsi scappare questa interessante opportunità da destinare ai dipendenti. Vediamo come.

Fondo Nuove Competenze: correva l’anno 2020…

Era il 2020 e in piena crisi pandemica veniva emanato il Decreto-Legge 34/2020, il più noto Decreto Rilancio. L’articolo 88 prevedeva l’istituzione del Fondo Nuove Competenze, per consentire la graduale ripresa delle attività, dopo l’emergenza epidemiologica. In contrasto, quindi, con gli effetti economici della crisi. 

Nei mesi successivi venivano individuati criteri e modalità di applicazione della misura, con l’utilizzo delle risorse da destinare alle imprese. Lo strumento poteva quindi essere utilizzato per rafforzare il sistema della formazione professionale. Ed ebbe un grande successo, tanto che, poi, anche nel 2022, venne rifinanziato, con un miliardo di euro.

Con una novità importante, però, relativa alle competenze. Per essere in linea con le esigenze del mercato, queste dovevano rispondere all’accelerazione della domanda di digitalizzazione, sostenibilità ambientale, ed efficientamento energetico. Dunque, green e digital, come insegnano le Twin Transition. Ma poi, dalla seconda edizione sono passati più di due anni.

La veste innovativa del Fondo Nuove Competenze

È tornato, quindi, con una veste diversa, simile ma non uguale alla precedente. Il nuovo Fondo di fine 2024 (o di febbraio 2025, come si preferisce) punta tutto sulle competenze per le innovazioni. E favorirà sempre i processi di transizione digitale ed ecologica delle imprese, grazie all’occupazione. Rientra, tra l’altro, nel Programma nazionale Giovani, Donne e Lavoro.

Viene infatti considerato “operazione di importanza strategica” e fornisce un contributo fondamentale agli obiettivi del programma: un supporto allo sviluppo delle competenze digitali e green di lavoratrici e lavoratori. Attraverso il Fondo Nuove Competenze, quindi, si realizzeranno le azioni della Priorità 3 (https://www.lavoro.gov.it/pn-giovani-donne-lavoro/programma/priorita/formare-nuove-competenze-di-lavoratori-nel-digitale-e-nelle-transizioni-ecologiche).

La distribuzione delle risorse nel Fondo Nuove Competenze: Regioni e interventi

La dotazione finanziaria, in questa terza edizione della misura agevolativa, ammonta complessivamente a 731 milioni di euro. La (quasi) totalità 730 arriva dal Programma Nazionale “Giovani, donne e lavoro” cofinanziato dall’Unione europea, Priorità 3 “Nuove competenze per le transizioni digitale e verde”.

Per le risorse, è prevista una ripartizione per categorie di regione, secondo le fasce geografiche adottate dalla Politica di Coesione 22021/2027. Circa 226 milioni andranno alle Regioni catalogate come “più sviluppate”, 40 milioni alle Regioni in transizione e 464 milioni a quelle meno sviluppate.

Per le competenze dei lavoratori “stagionali” non occupati, invece, le risorse ammontano a 1 mln di euro, senza distinzione geografica. E provengono dalle disposizioni dell’articolo 10 DL 152/2021.

Fondo Nuove Competenze: i beneficiari e le linee di intervento

L’avviso chiarisce quali siano i soggetti ammessi al beneficio. Si tratta di datori di lavoro privati (con alcune eccezioni per le imprese a partecipazione pubblica) che abbiano sottoscritto accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro. Con l’obiettivo di destinare ore alla formazione dei lavoratori, per accrescere le competenze di questi ultimi.

È richiesta, in capo ai datori di lavoro, la regolarità contributiva, fiscale e assistenziale. Ma anche l’assenza di status societari border line, tra cui liquidazione, fallimento, cessazione di attività, concordato preventivo. Compresi i procedimenti finalizzati alla dichiarazione delle suddette condizioni.

Per presentare la domanda, le imprese potranno scegliere una delle tre linee di intervento. Dovranno quindi decidere se concorrere:

  • in uno dei “Sistema formativi”, ovvero gruppi di imprese dove sono presenti i Big Player, i grandi datori di lavoro;
  • in una delle “Filiere formative”, ovvero sistemi di micro e pmi, che operano in distretti territoriali, in specializzazioni produttive, in reti o filiere, con una vocazione produttiva ed economica;
  • come singoli datori di lavoro.

È importante capire dove collocarsi, perché a seconda dell’intervento cambiano anche le risorse. Ai primi e ai secondi va un quarto del totale messo a disposizione. Ai singoli datori di lavoro, il restante 50% delle risorse.

I processi di innovazione per accedere al Fondo

Il Fondo Nuove Competenze finanzia una parte del costo orario dei lavoratori coinvolti nei percorsi formativi. Con diverse modalità di contributo e percentuali variabili (come stabilito dal punto 3 dell’avviso). È però necessario identificare i bisogni dell’azienda, ovvero le competenze su cui focalizzare l’intervento. Che dovrà rientrare in un processo di innovazione organizzativa, di processo e di prodotto.

I datori di lavoro, quindi, dovranno identificare, insieme alle parti sindacali, le competenze da sviluppare nei lavoratori, affinché sia possibile supportare l’innovazione. Gli ambiti possono essere diversi:

  • Sistemi tecnologici e digitali
  • Intelligenza artificiale
  • Sostenibilità e impatto ambientale
  • Economia circolare
  • Transizione ecologica
  • Efficientamento energetico
  • Welfare aziendale e benessere organizzativo

L’aggiornamento delle competenze può riguardare anche altri settori indicati dalla Commissione Europea. E, in alcuni casi, i datori di lavoro possono presentare altre tipologie di accordi per ottenere il contributo. Come nel caso di progetti strategici di investimento o progetti per il sostegno della transizione industriale.

L'iter procedurale e la durata

La durata della formazione specifica non potrà essere inferiore alle 30 ore, con un massimo di 150 per ogni lavoratore. Nel caso di attività rivolte ai disoccupati, da assumere con contratti stagionali, si richiede un minimo di 20 ore. Alla fine del percorso formativo verrà rilasciato una certificazione che attesti il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.

Le domande di contributo potranno essere presentate sulla piattaforma telematica di servizi MyANPAL a partire dal 10 febbraio 2025 fino al 10 aprile 2025. La modulistica è presente on-line, così come il testo completo dell’avviso.

La fase di valutazione delle richieste seguirà l’ordine cronologico di presentazione delle domande, con la suddivisione geografica e per singoli datori di lavoro, sistemi formativi e filiere formative. Una volta esaurite le risorse per categorie, non saranno più ammesse domande. Entro 365 giorni dall’approvazione dell’istanza, sarà obbligatorio concludere le attività di sviluppo delle competenze e richiedere anche il saldo delle spese.

Sul sito del Ministero del Lavoro sono presenti le slide della presentazione del Decreto Fondo Nuove Competenze.

Fondo Nuove Competenze: 700 milioni per la formazione innovativa - Ultima modifica: 2024-12-12T14:15:59+01:00 da Marianna Capasso