Gli imprenditori italiani non mollano: hanno fiducia nella flessibilità italiana di trovare soluzioni innovative alle sfide del mercato (34%). Credono poi nella forza del brand “Made in Italy” (24%) e nella capacità di cambiare modello di business con rapidità, se necessario (24%).
«Nonostante il momento storico che stiamo vivendo sia influenzato da eventi straordinari, l’Italia si mostra resiliente e l’imprenditoria del nostro Paese continua a registrare successi, marcando una costante crescita. Per superare gli ostacoli del momento, gli imprenditori puntano sulla rapida e continua diversificazione degli investimenti, con un focus su talento e competenze, digitale e sostenibilità», spiega Paolo Zocchi, EY Private Leader di EY in Italia.
Quattro le aree indagate (imprenditorialità, innovazione, sostenibilità e talento) su un campione di cento aziende, soprattutto grandi (44% ) e medie (39%), nell’indagine EY Private sull’imprenditoria.
Competenze, digitale e sostenibilità come leve strategiche
Come antidoto e risposta ai rischi di recessione, possibile per l’87% degli intervistati, anche se potrebbe essere più breve e con effetti meno negativi di altre passate, gli imprenditori puntano sull’acquisizione di talenti e competenze (25%), su tecnologie digitali (23%), innovazione di processo (18,5%) e integrazione dei criteri di sostenibilità nella strategia di business (18,5%).
Digitale, innovazione e criteri ESG sono infatti visti come leve di competitività grazie ai risultati di maggiore efficienza, di rapidità di risposta alle richieste mutevoli del mercato e di attrattività di risorse e clienti, come produttori sostenibili. Ma come sempre servono le competenze giuste per implementare strategie e tecnologie.
«Proprio il fattore umano è uno degli elementi maggiormente messi in evidenza dagli imprenditori che abbiamo intervistato. In uno scenario, mai quanto oggi volatile e incerto, la capacità di avere accesso al talento, farlo crescere e garantire la giusta meritocrazia e inclusione, è una leva fondamentale per la creazione di valore di lungo termine», commenta Enrico Lenzi, responsabile Italia del Premio EY “L’imprenditore dell’anno”.
L’indagine di EY Private, svolta a marzo, viene presentata in contemporanea al lancio della XXVI edizione del Premio “L’imprenditore dell’anno”, riservato alle aziende dai 40 milioni di euro in su di fatturato. Lo scorso anno è stato premiato Matteo Bruno Lunelli, Ceo del Gruppo Lunelli.
Data analytics e advanced manufacturing le tecnologie più promettenti
Come intendono applicare le nuove tecnologie gli imprenditori? Su quali puntano? Data analytics e fabbrica digitale sono le aree di innovazione su cui si intendono concentrare gli sforzi. Si punta sulla data analytics, cioè l’analisi e l’interpretazione dei dati, tradotti in informazioni utili per la presa di decisioni, soprattutto a supporto della strategia commerciale (26%). Servono quindi competenze digitali per trarre vantaggio dai dati e dalle nuove tecnologie (25%).
Più in generale, si punta sulla fabbrica digitale e interconnessa (Industria 4.0) con applicazioni di advanced manufacturing (24%) per ottimizzare i processi e le attività industriali, come la manutenzione. Solo il 14% indica invece come prioritari un nuovo Erp e la robotica e solo il 6% è interessato al Cloud. La consapevolezza di un uso intelligente dei dati utilizzando le nuove tecnologie mette i nostri imprenditori sulla buona strada, in un periodo in cui si registra sovrabbondanza di fonti e dati tra cui non sempre ci si riesce a orientare e che anzi creano stress e blocchi decisionali, come emerge da studi globali (link al pezzo su Oracle e Ibm che ti ho mandato).
Quanto alle risorse finanziarie per sostenere l’innovazione, gli imprenditori affermano che c’è una eccessiva complessità nell’accesso alle misure del PNRR, che vanno a rilento (40%) e che servirebbe una semplificazione nell’accessibilità alla finanza agevolata, poiché le informazioni risultano spesso frammentate e non sempre sufficientemente chiare, tali da consentirne l’accesso in modo autonomo.
Green con nuovi prodotti, processi e Supply Chain
Quando si entra nel dettaglio dei piani di sostenibilità, indicati come una leva strategica per restare sul mercato, gli intervistati si distribuiscono sulle diverse fasi dei processi industriali. C’è chi punta sulla progettazione di prodotti con componenti riciclabili o riutilizzabili in ottica di economia circolare (31%).
C’è chi preferisce partire dalla riduzione delle emissioni del proprio ciclo produttivo, attraverso una politica lean, macchinari a più basso consumo e soluzioni di recupero energetico (25%). Chi, invece, guarda alla Supply Chain, selezionando fornitori che offrano dati trasparenti sulle proprie emissioni (25%). Solo un 10% si affida a strumenti di finanza sostenibile per compensare i propri impatti e un 9% pensa di rivedere strategie di business e mercato.
Talent attraction con wellbeing e sviluppo di carriera
Quanto all’attrarre e trattenere in azienda giovani talenti con competenze digitali, gli imprenditori italiani hanno compreso che serve trovare un punto di equilibrio tra domanda e offerta per le mutate priorità e necessità delle nuove generazioni. Il 37% riconosce la necessità di lavorare maggiormente su flessibilità e lavoro per obiettivi, includendo una valutazione delle performance più moderna.
Il 28% punta su programmi mirati di wellbeing, come nuova soluzione del welfare aziendale, come forza attrattiva e, al contempo, come leva per migliorare la produttività con risorse soddisfatte e motivate. Il 25% riconosce l’importanza di azioni di employer branding, investendo sul proprio brand e rendendolo attrattivo con l’attenzione alla sostenibilità, valori etici, parità di genere e Diversity and Inclusion.