Nella cornice dell'Aula Magna dell'Università di Pavia, è stato presentato il progetto “Nodes - Nord Ovest Digitale E Sostenibile” con capofila il Politecnico di Torino e il coinvolgimento di altri Atenei, per un totale di 24 partner pubblici e privati.
Facciamo un passo indietro, per la genesi di questo progetto. A dicembre 2021, per supportare la crescita sostenibile e inclusiva dei territori, e per realizzare la cosiddetta doppia transizione - ecologica e digitale - il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha emanato un avviso pubblico per sollecitare la presentazione di “Proposte di intervento per la creazione e il rafforzamento di ecosistemi dell’innovazione, costruzione di leader territoriali di R&S”.
I progetti, a valere sui fondi PNRR, rientrano nell’ambito della Missione 4 (Istruzione e ricerca), Componente 2 (Dalla ricerca all’impresa) e si concretizzano nell’Investimento 1.5, (Creazione e rafforzamento di “ecosistemi dell'innovazione”, costruzione di “leader territoriali di R&S”), a cui sono destinati 1,3 miliardi di euro per realizzare 12 ECS.
Nella Fase 2, susseguente alla Call del MUR, solo 11 ECS sono risultati idonei: sei nelle regioni centro-settentrionali e cinque nel Mezzogiorno. Tra questi c’è l’Ecosistema Nodes-Nord Ovest Digitale e Sostenibile.
Ecosistemi dell’Innovazione, definizione e operatività
Gli Ecosistemi dell’Innovazione sono pool di soggetti che interagiscono tra loro, in una maniera rinnovabile e sostenibile: attraverso le proprie attività e i propri strumenti rendono possibile l'innovazione. Nello specifico, si tratta di reti di Università, enti pubblici (territoriali o di ricerca), ma anche soggetti pubblici e privati, caratterizzati da elevata qualificazione e riconosciuti a livello internazionale.
Ogni Ecs interviene su una area di specializzazione tecnologica contestualizzata nel proprio territorio di riferimento, agendo con l’intento di promuovere e rafforzare i rapporti tra il sistema produttivo, le istituzioni e la ricerca, per realizzare quella preziosa sinergia di cui l’Italia ha bisogno, in ambito innovativo.
All’interno dell’Ecs è presente un Hub, che gestisce e coordina il “gruppo”, e diverse Spoke (filiere), che operano nella ricerca, realizzando il trasferimento tecnologico, accelerando la trasformazione digitale delle stesse produzioni locali e operando in maniera sostenibile, con il minimo impatto ambientale.
Nodes, l’eccellenza nordoccidentale
I soggetti coinvolti nel progetto NODES sono 24, tra partner pubblici e privati della regione Piemonte, Valle d’Aosta e delle province lombarde di Como, Varese e Pavia (Lombardia occidentale).
Gli Atenei saranno soggetti attuatori (Hub), con il coordinamento del Politecnico di Torino, a cui si associano Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi di Pavia, Università della Valle D’Aosta e Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.
Ci sono poi 6 Poli di Innovazione, 5 Centri di ricerca di riferimento, 3 Incubatori e 1 Acceleratore, 1 Competenze Center. Gli stessi Atenei poi opereranno anche nella ricerca, nelle diverse Spoke di propria competenza.
All’Ecosistema dell’Innovazione NODES sono destinati quasi 110 milioni di euro; ulteriori 15 milioni andranno in bandi a cascata ed attività di ricerca nelle regioni del Mezzogiorno, come stabilito in ambito PNRR, per livellare la disomogeneità produttiva tra le Regioni.
Vision e obiettivi di Nodes
La vision di Nodes consiste nel potenziamento dell’Ecosistema dell’Innovazione, per supportare la crescita sostenibile e inclusiva dei territori, perseguendo diversi obiettivi. In primis, si punta sulla creazione e sullo sviluppo di filiere di ricerca e filiere industriali, sostenendo l’innovazione tecnologica ad elevato potenziale, con l’obiettivo di sviluppare – in ambito produttivo – nuovi prodotti e processi, tra le PMI locali. In questo modo si stimola la valorizzazione della ricerca, e si cresce anche in competitività internazionale.
Il progetto, poi, vuol favorire la creazione di start-up e spin off “Deep Tech” per attrarre investitori, e sostenere i processi di transizione digitale, grazie a nuove sinergie tra i diversi attori coinvolti.
Infine, si pensa anche alla formazione di talenti up skilling, con un approccio diretto, concentrandosi altresì sul re-skilling del personale, considerando che la crisi pandemica ha tranciato diverse professionalità che, ora, vanno recuperate e, nuovamente, inserite nel mondo del lavoro.
Le sette Spoke per l’ecosistema Nodes
Il progetto partirà il prossimo 1° ottobre 2022 e si dovrà realizzare entro 36 mesi, durante i quali diverranno operative le sette Spoke (filiere di ricerca e industriali) afferenti al settore manifatturiero avanzato, tipico dell’area geografica di riferimento (Piemonte e Lombardia occidentale). Nel dettaglio, le filiere industriali e di ricerca della manifattura avanzata sono:
- Spoke 1 – Industria 4.0 per la mobilità e l’aerospazio (18,3 milioni)
- Spoke 2 – Sostenibilità industriale e tecnologie green (21,1 milioni)
- Spoke 3 – Industria del turismo e cultura (14,8 milioni)
- Spoke 4 – Montagna digitale e sostenibile (14,1 milioni)
- Spoke 5 – Industria della Salute e silver economy (14,2 milioni)
- Spoke 6 – Agroindustria primaria (13,8 milioni)
- Spoke 7– Agroindustria secondaria (14,4 milioni)
Nei tre anni di attività, si prevede il coinvolgimento di 81 nuovi ricercatori, 22 Phd, 378 studenti e 1.260 manager formati. Il trasferimento tecnologico riguarderà 180 PMI, con 37,5 milioni di investimenti industriali. Per lo sviluppo dell’imprenditorialità, il Progetto prevede sinergie con ulteriori 90 PMI, e 27 nuove startup.
La Spoke 1: Industria 4.0 per la mobilità e l’aerospazio
La Spoke 1, presentata dal Politecnico di Torino, con la collaborazione dell’Università di Torino, la fondazione Torino Wireless, Environment Park, il Competence Center CIM 4.0, l’incubatore I3P e la fondazione Links, si focalizza su Industria 4.0 per una Mobilità Sostenibile e per l’Aerospace.
Per la Mobilità Sostenibile, le attività di ricerca si focalizzeranno sul processo di generazione di idrogeno da fonti verdi e rinnovabili, e sui sistemi di stoccaggio e distribuzione, ma anche sulle infrastrutture e sui servizi per la mobilità elettrica.
Per l’Aerospazio, invece, le attività coinvolgeranno sia il segmento upstream (sviluppo di tecnologie, sistemi e materiali per infrastrutture spaziali), sia quello downstream, destinato all’innovazione nelle soluzioni per la generazione e l’utilizzo dei dati di origine spaziale.
La Spoke 2: sostenibilità industriale e tecnologie green
Lo Spoke 2, Green Technologies and Sustainable Industry, ha come mission l’implementazione e l’applicazione dei principi di Economia Circolare, sia nei processi upstream che in quelli downstream, per realizzare produzioni industriali sostenibili.
Le aree di ricerca si focalizzano sui processi e materiali verdi, con l’obiettivo di usare prodotti recuperati da rifiuti. Si studiano anche (1) nuovi approcci ai processi per la produzione e la sintesi e (2) fonti alternative di materie prime a minor impatto ambientale. La ricerca, poi, si concentra sulla conversione e valorizzazione dei rifiuti, con una specifica caratterizzazione per un recupero ad alto valore
I soggetti coinvolti sono l’Università di Torino, in qualità di coordinatore, coadiuvato dal Politecnico di Torino, Uninsubria, UPO, l’Università di Pavia, Environment Park, il consorzio PropPlast, l’incubatore 2i3T e l’hub OGR Tech.
Risorse e capitale umano nella Spoke 1 e 2
La scelta tematica delle Spoke segue la logica territoriale, con un’alta concentrazione di realtà imprenditoriali nei suddetti settori.
Per la Spoke 1, sono 73 le persone coinvolte nelle attività, di cui 30 ricercatori, e si prevedono ulteriori 10 assunzioni. Il budget complessivo è distribuito tra bandi (7,4 milioni) – veicolo per arrivare alle imprese, attraverso fondi pubblici; ricerca applicata e formazione (5 milioni); attività di supporto del trasferimento tecnologico (3,5 milioni), con proof of concept destinati alle startup o PMI per la realizzazione di un prodotto innovativo.
Nell Spoke 2, invece, la destinazione finanziaria del budget prevede 8,3 milioni per i bandi a cascata, 7 per ricerca applicata e formazione, e 3,3 nelle attività di supporto del trasferimento tecnologico. Il personale coinvolto è composto da 81 soggetti, di cui 48 ricercatori, con 16 future nuove assunzioni.