Aumentano le buone pratiche di trasferimento tecnologico dalle imprese alle imprese per ridurre il gap culturale e tecnologico e garantire la competitività del sistema in un mondo che pone sfide continue. Con progetti di Open Innovation dentro la cornice del Piano Industria 4.0 o dei Cluster innovativi per coinvolgere pmi e startup, con iniziative delle associazioni di categoria e, ancora, con società di advisory o direttamente imprese che lanciano progetti di co-innovazione.
In ogni caso, sono tutte esperienze che concorrono a favorire la contaminazione, lo scambio e la collaborazione tra i soggetti impegnati a far crescere l’Italia. In questo meccanismo virtuoso, le startup innovative lavorano sempre più a contatto con le grandi aziende per accelerare nuovi processi e soluzioni.
Il vero nodo restano però le piccole e medie imprese che hanno bisogno di maggiore coinvolgimento per introdurre le nuove tecnologie e nuovi modelli di business.
Il modello dell'Open Innovation funziona?
Dalle ultime ricerche risulta che l’81% delle grandi aziende ha un approccio di Open Innovation, modello che fa ricorso a strumenti e competenze anche dall’esterno, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, consulenti e aziende non concorrenti, mentre solo il 42% delle pmi. In particolare, il 49% delle grandi collabora con startup innovative (il 62% delle grandissime e il 38% delle grandi).
A loro volta, le startup collaborano con le grandi per l’83%, mentre solo il 7% delle piccole e medie sviluppa progetti con startup innovative e il 70% non è interessato o non sa di cosa si tratti (fonte: Osservatori Digital Innovation Politecnico di Milano: Startup Intelligence/Digital Transformation 2021).
Il nostro focus è sulle iniziative e sui progetti per intercettare e coinvolgere in concreto le pmi, sia in termini di sensibilizzazione e avvio di progetti di trasformazione digitale, sia come possibili beneficiarie di progetti di ricerca e sviluppo e innovazione all’interno di partenariati più estesi.