Addio silicio, benvenutocarbonio. Almeno per quanto riguarda il cuore di tutti i nostri dispositivi digitali. A segnare il possibile inizio di una nuova era sono stati i ricercatori di Stanford , che hanno costruito un computer che funziona usando nanotubi di carbonio, un materiale semiconduttore che promette prestazioni migliori – e minore consumo di energia – rispetto ai tradizionali chip in silicio. Un risultato a lungo inseguito dai ricercatori di mezzo mondo, ancora non raggiunto a causa di diverse difficoltà nella produzione dei nanotubi. Nel loro lavoro, gli scienziati di Stanford affermano di averle superate: «Si parlava a lungo di una nuova era dell’elettronica, basata sull’utilizzo di nanotubi di carbonio», spiega Subhasish Mitra, ingegnere elettrico e informatico alla Chambers Faculty Scholar of Engineering. «Ma finora ci sono state pochissime dimostrazioni di sistemi digitali completi che usano quest’entusiasmante tecnologia. Noi ne abbiamo fornito una prova». Verrebbe da chiedersi cosa ci sia che non va nel silicio. Il problema è che, negli ultimi decenni, gli sforzi di fisici e ingegneri elettronici si sono concentrati nelrimpicciolimento dei transistor, per poterne impacchettare sempre di più all'interno di un chip: diventando più piccoli, questi richiedono più energia e generano più calore. Il che può rivelarsi un grande problema, dal momento che le alte temperature riducono drasticamente la vita delle componenti elettroniche. I nanotubi di carbonio, invece, sono già piccoli – si tratta sostanzialmente di lunghe catene di atomi di carbonio, estremamente efficienti nella conduzione e nel controllo dell'energia elettrica – e quindi sono parzialmente immuni dal problema del surriscaldamento.