Il mercato dell’Automazione Industriale italiano ha accusato un calo vistoso nel primo semestre del 2020: -17%, anno su anno, con una previsione per l’intero 2020 intorno al -15%. “Tutte le componenti sono negative, solo il software dà qualche segnale positivo: non c’è da stare né sereni né inoperosi”, ha commentato Fabrizio Scovenna, presidente di Anie Automazione, dopo aver comunicato il dato di preconsuntivo dell’anno in corso, in occasione degli Sps Digital Days.
Già lo scorso anno si era già evidenziato un rallentamento, ma dopo anni molto positivi, se si pensa che il comparto cresce dal 2012. “La pandemia e il conseguente lockdown hanno amplificato una situazione che ha accompagnato l’Italia negli ultimi decenni”, ha continuato Scovenna. “L’economia italiana fa fatica a crescere e farà fatica a recuperare come avvenne in seguito alla crisi del 2008/9”.
Puntare sulla digitalizzazione per aumentare la produttività
È necessario intervenire per aumentare la produttività, spingendo sulla digitalizzazione e sul concetto di Industria 4.0. “Chi ha investito nel periodo pre-Covid ha reagito meglio”, ha affermato Scovenna. “Si pensi al remote engineering di macchine e impianti, all’utilizzo della Realtà Aumentata e della Realtà Virtuale, o alle tecnologie legate alla simulazione”.
Da uno studio dell’Università La Sapienza di Roma “Industria Italia. Ce la faremo se saremo intraprendenti” è emerso che chi ha investito sul digitale, su Industria 4.0 e in formazione ha avuto risultati positivi, aumentando anche il numero digli addetti.
Next Generation EU per disegnare il futuro delle prossime generazioni
È altresì fondamentale investire in Ricerca e Innovazione, e in questo caso il Recovery Found/Next Generation EU ci viene in aiuto. “Meglio parlare di Next Generation EU, perché Recovery Found fa pensare a una visione nel breve periodo, mentre è il piano che dovrà disegnare il futuro delle prossime generazioni”, ha aggiunto Scovenna. “Ho sentito parlare di transizione X.0, mi piace perché dà l’idea che l’innovazione non si fermi, ma tenda all’infinito". Come è giusto che sia, perché "l’innovazione non si può ingabbiare, ma si deve facilitare e sollecitare”, ha precisato Scovenna.
Il piano Next Generation EU di ripresa e resilienza è interessante e ben indirizzato su sette aree tematiche. In particolare, le prime tre rientrano nel settore dell’automazione industriale: digitalizzazione/innovazione, rivoluzione green/transizione ecologica, competitività del sistema produttivo con attenzione alle pmi.
"È tuttavia importante darsi delle priorità", ha proseguito Scovenna, segnalando che oggi in Italia investiamo solo 1,3% del nostro Pil in R&D. I settori trainanti sono le tecnologie avanzate, la robotica, le nano e biotecnologie, l'intelligenza artificiale, la cybersecurity, la Blockchain, le tecnologie abilitanti di Industria 4.0.
All'automazione servono certezza e stabilità
“Abbiamo appreso che il ministero sta valutando possibili sinergie tra la Next Generation EU e la Legge di Bilancio 2021 e questo è un elemento positivo perché serve avere una visione integrata e di sistema dei provvedimenti da mettere in campo”, ha affermato Scovenna. “L’ipotesi di estendere a tre/cinque anni i crediti d’imposta per i beni strumentali (in sostituzione dell’iper/super ammortamento) e di dare certezza e stabilità gli investimenti in R&D e in formazione vanno nella giusta direzione, cosi come è interessante la cessione del credito d’imposta sullo stile dell’eco bonus, ma con modalità più agevoli".
"Se saremo bravi a orchestrare e a implementare in modo efficiente questi progetti, ottenendo anche degli effetti moltiplicatori, raggiungeremo un buon obiettivo", ha concluso Scovenna. I programmi dovranno, però, avere una regia comune per tornare a crescere in uno scenario economico globale così sfidante e complesso come quello di oggi.