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Assinform chiede una politica industriale per l'IT

Presentando il 44° Rapporto sul settore, Assinform mette in evidenza il ritardo digitale del nostro Paese e auspica un impegno del Governo su Agenda Digitale, economia digitale e politica industriale per il settore IT. Come a dire che smart phone e social network, da soli, non bastano

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Virna Bottarelli
Nei primi quattro mesi del 2013 la crisi ha colpito pesantemente il Global Digital Market, che ha registrato una contrazione del 7,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, trascinato verso il basso dalle componenti tradizionali dell'Ict, con le Tlc calate del 9,4% principalmente per effetto della riduzione delle tariffe di terminazione e l'It attestata a -4,2%.
Questo segnale negativo, appesantito dai ritardi accumulati nel processo di attuazione dell'Agenda Digitale e dall'assenza di misure tese a favorire la ripresa degli investimenti in innovazione e a risolvere fattori fortemente penalizzanti per le imprese, costringe gli analisti a correggere in termini peggiorativi lo scenario più pessimistico delineato all'inizio dell'anno, stimando che il mercato digitale chiuderà il 2013 a -4,2%.

Paolo Angelucci, presidente di Assinform, presentando il  44° Rapporto Assinform sull'Informatica, le Telecomunicazioni e i Contenuti Multimediali, ha commentato: "Anche in Italia l'economia digitale presenta aspetti di notevole potenzialità e vivacità con trend allineati o superiori a quelli globali, tuttavia, a fronte di un +62% nella vendita di smart phone e di un +22% nell'Internet of things, in Italia l'arretratezza della Pubblica Amministrazione, l'oggettiva difficoltà delle imprese e la mancanza di una strategia sistemica per lo sviluppo dell´innovazione frenano la possibile ripresa e pesano sul ritardo che Paese sta accumulando con le principali economie". 

Insomma, smart phone e social network ci danno solo l'illusione di
vivere nell'era del digitale: la realtà italiana è infatti ben lontana
da quella europea in quanto a capacità di cogliere le opportunità di
crescita di un'economia basata sull'Information Technology.

Proprio il Rapporto offre dati sui quali riflettere:  gli investimenti in tecnologie digitali sono diminuiti per le grandi aziende dell'1,7%, per le medie del 2,1% e per le piccole del 3%, mentre la percentuale di fatturato attraverso l'e-Commerce si è attestata al 6% a fronte di una media europea del 15%; le abitazioni con accesso a banda larga si fermano al 55% mentre la media UE27 è del 73%; gli individui che non hanno mai usato Internet rappresentano il 37% della popolazione, quelli che acquistano on line si fermano al 15% a fronte di medie europee rispettivamente del 22% e 35%, per l'utilizzo dell'e-banking siamo al 21% e per le interazioni on line con la Pubblica Amministrazione al 19%, mentre le medie Ue viaggiano sul 40% e 44% rispettivamente.

"I tanti ritardi e digital divide italiani", ha concluso Angelucci, "indicano chiaramente che per attivare il circolo virtuoso della crescita non ci si può affidare a provvedimenti spot, ma occorre un impegno a tutto campo puntando su Agenda Digitale, Economia Digitale e Politica Industriale per il settore IT. La realizzazione dell'Agenda digitale va posta al centro del progetto di sviluppo del Paese al fine di creare le condizioni per la modernizzazione della Pa e delle sue transazioni con i cittadini e con le imprese. Avviare il processo di digitalizzazione è assolutamente urgente, ma per questo occorre rafforzare la governance attraverso l'assunzione diretta di responsabilità nelle mani della Presidenza del Consiglio e l'istituzione di un efficace coordinamento con le Regioni".

Per lo sviluppo dell´economia digitale, Assinform ritiene prioritarie due misure: istituzione del 'Bonus Cloud' sotto forma di credito d'imposta da utilizzare obbligatoriamente in applicazioni e nello sviluppo di nuovi processi aziendali; introduzione di una 'Sabatini tecnologica' per agevolare la digitalizzazione delle imprese e gli investimenti anche immateriali. Da non dimenticare è anche lo sviluppo di politiche attive del lavoro, con stage di 12 mesi per l´introduzione in azienda anche di personale diplomato con passaggio automatico al regime di apprendistato.

Assinform chiede una politica industriale per l'IT - Ultima modifica: 2013-06-18T11:16:27+02:00 da Virna Bottarelli