Presentata come sempre a luglio, la relazione annuale Inail 2014 conferma il trend decrescente degli infortuni sul lavoro in Italia. Lo scorso anno, infatti, le denunce presentate sono state 663.149, il 4,6% in meno rispetto all'anno precedente. Addirittura, se il confronto viene effettuato rispetto al 2010, la flessione percentuale risulta del 24%.
È invece del 6,3% il calo degli infortuni effettivamente riconosciuti sul lavoro, che nel 2014 sono stati 437.357, di cui il 18% avvenuti “fuori dall’azienda”, ovvero “con mezzo di trasporto” o “in itinere”.
Delle 1.107 denunce di infortunio mortale (erano state 1.215 nel 2013 e 1.501 nel 2010) gli infortuni accertati “sul lavoro” sono 662 (-6,8% rispetto ai 710 del 2013), di cui oltre la metà (358) “fuori dall’azienda”. Anche se i 26 casi mortali ancora in istruttoria fossero tutti riconosciuti “sul lavoro”, la riduzione sarebbe comunque superiore al 3% rispetto all’anno precedente e di quasi un terzo (31%) rispetto al 2010.
Si tratta di risultati positivi, anche se nell'87,5% delle aziende controllate lo scorso anno sono emerse situazioni di irregolarità.
Massimo De Felice, presidente di Inail, nel corso della propria relazione a Montecitorio ha precisato che nel 2014 “gli infortuni sul lavoro hanno causato circa 11 milioni di giornate di inabilità con costo a carico dell’Inail. In media 82 giorni per gli infortuni che hanno provocato menomazione e circa 20 giorni in assenza di menomazione”. È stato inoltre avviato, in fase sperimentale, “il censimento dei lavoratori assicurati, per poter calcolare in modo adeguato l’indice di sinistrosità, vale a dire il numero di infortuni normalizzato con il periodo di esposizione al rischio.