Il primo appuntamento dei Laboratori MECSPE 2020 si è tenuto a Firenze. Organizzato da Senaf, in collaborazione con ARTES 4.0 e il patrocinio di Confindustria Firenze e DIH Toscana, l'evento è stata un'occasione di confronto sulle innovazioni tecnologiche attuali e sulle prospettive della trasformazione digitale insieme alle aziende che hanno presentato i propri case. L’iniziativa precede la diciannovesima edizione di MECSPE, che si terrà a Parma dal 26 al 28 marzo.
La realtà toscana
Con 24.093 società nate nel corso del 2019 la Toscana, secondo i dati annuali di Unioncamere sulla base di Movimprese, si colloca all’ottavo posto in Italia per tasso di nuove iscrizioni presso le Camere di Commercio e una percentuale di crescita del +0,1%. Forte anche l’attrattività del mercato manifatturiero toscano su scala globale, stando al bollettino trimestrale dell’Istat, che nel terzo trimestre del 2019 segna un incremento del +18% delle esportazioni della filiera.
Stime in linea con gli ultimi dati nazionali dell’Osservatorio MECSPE, presentati in occasione della prima tappa del 2020 dei “Laboratori MECSPE, la via italiana alla fabbrica intelligente”, gli appuntamenti che da tre anni ormai attraversano i territori strategici del Paese con l’obiettivo di raccontare il processo di trasformazione 4.0 delle industrie.
“La via italiana alla fabbrica intelligente dovrebbe caratterizzarsi per due linee prioritarie: prima di tutto la crescita delle competenze e delle tecnologie 4.0 abilitanti, e in secondo luogo la sostenibilità.-– ha dichiarato Paolo Dario, Direttore Scientifico di ARTES 4.0-– Dobbiamo diventare, o continuare a essere, leader nella manifattura e nei servizi a connessione totale 4.0, ma traguardando fin da subito anche al tema emergente dell'Impresa 5.0 (per esempio, una forte attenzione verso il sapore "artigianale" della nostra manifattura). Allo stesso tempo, dobbiamo caratterizzarci e dare valore alla capacità che ci distingue di saper integrare il manifatturiero del ‘saper fare’ con la capacità del saper "pensare" e del sapere guardare lontano e dare valore ai grandi trend ("megatrend") che determinano profondi cambiamenti culturali, sociali, ambientali, e demografici. La fabbrica (e, in generale, l'impresa) del futuro deve essere capace, come oggi, di produrre valore per la collettività, agendo come volano di sviluppo socio-economico, ma lo deve fare in un contesto profondamente diverso. Le imprese devono essere messe nelle condizioni di crescere rapidamente e generare posti di lavoro, anche con nuovi e più efficaci (ed etici) modelli di finanziamento, dal microcredito al crowd. Ma anche esplorando e valorizzando inclusione, contaminazione e cultura come valore aggiunto, e non costo, per uno scenario in cui l’uomo resti il vero protagonista di ogni forma di progresso.”
Trasformazione digitale e andamento economico
Il processo di trasformazione digitale in Italia è a buon punto; lo riconoscono quasi 6 imprenditori su 10 che indicano come molto o abbastanza sviluppatala crescita aziendale raggiuntafinorain quest’ottica. Guardando nel dettaglio alle tecnologie e ai processi innovativi già in uso in azienda, al primo posto su tutti spicca la sicurezza informatica, su cui il 75% ha maggiormente investito, seguita dal cloud computing (37%), simulazione (31%), produzione additiva (23%) e Internet of Things (23%).
Al contrario, se da un lato si innova, dall’altro rimangono alcune criticità che continuano a condizionare l’andamento aziendale. A partire dai tempi giudiziari in caso di controversia, individuati come un freno dal 36% dei rispondenti, insieme alla burocrazia (29%) e agli aspetti fiscali (15%). Il processo di innovazione in azienda è reso tale grazie, soprattutto, agli investimenti in ricerca e sviluppo (il 53% delle PMI ha destinato, nei primi 6 mesi del 2019, fino al 10% del proprio fatturato in R&D, con un 19% che si è spinto fino al 20%) e ai diversi benefici raccolti mediante l’industria 4.0. Il 52% dichiara di avere raggiunto maggiore efficienza e velocità di produzione, il 44% ha riscontrato un miglioramento della competitività sul mercato a seguito di un percorso intrapreso in questa direzione; mentre la razionalizzazione dei costi e una migliore qualità del prodotto con, di conseguenza, una riduzione degli scarti, hanno avuto un significativo vantaggio, ottenendo risposta rispettivamente dal 37% e dal 36% degli intervistati. Nel confronto con gli altri, il 24% ammira soprattutto il coraggio delle start-up e il 17% il loro spirito visionario e il modo di approcciarsi al mercato.
“La Toscana per MECSPE rappresenta un territorio caratterizzato da un’elevata dinamicità imprenditoriale, dalle innumerevoli potenzialità da cogliere e da sfruttare per lo sviluppo, non solo del comparto regionale, ma anche, e principalmente, di quello nazionale. -– ha dichiarato Maruska Sabato,Project Manager MECSPE–Di qui, la decisione di contribuire alla sua valorizzazione sia scegliendo la regione come punto d’inizio del nuovo roadshowdei Laboratori MECSPEsia soprattutto attraverso la discussione delle tematiche di grande attualità e importanza per le imprese che l’Osservatorio MECSPE riesce puntualmente a far emergere.E, proprio attraverso il dialogo con le eccellenze del territorio e gli opinion leader, il percorso verso la digitalizzazione e l’innovazione può essere affrontato senza limiti”.
Sul fronte dell’export, il 27% degli imprenditori dichiara di realizzare all’estero fino al 10% del proprio fatturato, l’11% dal 10% al 25%, il 13% oscilla tra il 25% e il 45%, il 10% dal 45% al 70%, mentre l’8% supera ben il 70%. Le aree geografiche a cui ci si orienta maggiormente vedono una prevalenza dell’Europa (Unione Europea), indicata da 8 PMI su 10. Il 38% guarda anche all’Europa extra-UE, al Nord America (23%), all’Asia (17%), alla Russia (14%), mentre Medio Oriente (13%), America Latina (13%), Africa (10%) e Oceania (4%) rappresentano gli altri mercati di approdo. Un andamento positivo confermato anche dal portafoglio ordini, giudicato “adeguato” ai propri livelli di sostenibilità finanziaria dal 75% delle PMI.
Focus sostenibilità
La consapevolezza del ruolo primario della sostenibilità è una questione sempre più sentita dalle realtà imprenditoriali. Se il 27% non ha ancora attuato cambiamenti ma ha in programma di farlo in futuro, il 40% ammette che negli ultimi anni, il proprio impegno a favore della tematica sia cresciuto sempre più. A partire dagli investimenti: il 72% ha prestato attenzione agli aspetti di riduzione dei consumi e il 64% si è concentrato su fattori legati all’inquinamento e all’impatto ambientale. Inoltre, la considerazione è alta anche verso il coinvolgimento diretto dei dipendenti. Il 44% delle aziende, infatti, ha destinato risorse in favore della formazione, dell’assistenza e dei progetti di responsabilità sociale.
Formazione 4.0 e persona al centro
La formazione si rivela la strada migliore per raccogliere appieno le opportunità offerte dalla rivoluzione industriale, con il 76% degli imprenditori consapevole che questa sia la strada maestra anche per attrarre i giovani in azienda, e l’80% che ritiene in generale primario il ruolo della persona per il successo dello stabilimento produttivo.
Le Agenzie di ricerca del personale, insieme alle Università, sono il riferimento più importante per quanto riguarda la ricerca di nuove professionalità che facciano fronte alle sfide dell’Industria 4.0, scelte rispettivamente dal 53% e dal 47% delle aziende. Seguono gli istituti tecnici (39%), ma anche web e social, in particolare LinkedIn, ormai sempre più considerati per il recruiting specializzato: il 24%, infatti, se ne serve, con una percentuale allineata a quella delle società di consulenza.
L’Imprenditore/Top Manager è riconosciuto invece come la figura più adatta a valutare le competenze digitali e 4.0 in azienda, indicato dal 40% rispetto all’Innovation Manager e Responsabile Progetti I4.0 (28%); mentre gli strumenti principali per portare l’innovazione in azienda risultano la partecipazione a fiere specializzate, importanti quanto il trasferimento di conoscenza (60%), la consulenza mirata (47%),la partecipazione a workshop e convegni (45%), la comparazione con aziende analoghe (28%) e la tutorship universitaria (16%).