Un "trucco" basato sullo sfruttamento di impurità nel reticolo cristallino del diamante è riuscito a superare il problema di manipolare gli stati di entanglement in strutture allo stato solido e a temperatura ambiente senza contemporaneamente distruggerli. Il risultato rappresenta un passo importante verso lo sviluppo tecnologico di computer quantistici (red). Per immagazzinare informazioni sfruttando i principi della meccanica quantistica, la creazione di uno stato di entanglement fra due sistemi quantistici è un passo essenziale. Tuttavia nello sfruttare questo stato si scontrano due esigenze opposte: quella di interagire con i sistemi per creare lo stato di entanglement e controllarlo, ossia scrivere e leggere informazioni, e quella di mantenere i sistemi perfettamente isolati dall’ambiente, dato che sono estremamente “fragili” e una perturbazione porterebbe alla loro “decoerenza”, ossia alla distruzione dello stato quantistico predefinito e dunque dell’informazione. Questo problema è particolarmente delicato quando ci si trova di fronte alla necessità di misurare il qubit di parità, che svolge un ruolo centrale per la correzione degli errori quantistici e permette la creazione di porte logiche a due qubit. Un qubit di parità è una proprietà comune agli elementi del sistema che indica se in esso vi è un numero pari o dispari di qubit che si trova in un particolare stato. Questa misurazione deve riuscire a estrarre dal sistema entangled solo le informazioni sulla parità, ma non deve rivelare alcun altra informazione sullo stato dei qubit, che altrimenti verrebbe distrutto.