Il rapporto, che presenta un articolato programma di interventi volti a favorire e incentivare l'attività di sviluppo delle imprese manifatturiere italiane, è stato inviato al presidente di Confindustria e ai candidati alle prossime elezioni politiche.
All'interno sono presentate misure e proposte concrete studiate dalla federazione che rappresenta un settore, quello del bene strumentale, che conta 3mila e 300 imprese e 141mila addetti, per un fatturato complessivo di 28 miliardi di euro.
Tra le misure suggerite vi sono: l'introduzione del provvedimento che permette la riduzione del pagamento dell'Irap sul personale per una percentuale pari alla quota di produzione destinata ai mercati stranieri; la liberalizzazione delle quote di ammortamento, le cui aliquote vanno comunque attualizzate (per Federmacchine questa misura che non inciderebbe, nel medio termine, sulle casse dello Stato, poiché implicherebbe soltanto la traslazione degli incassi per l'erario); un rinnovato provvedimento sul modello della legge 1329/65 (legge Sabatini) che molto ha concorso all'industrializzazione del Paese.
Il Consiglio Direttivo ha inoltre sottolineato la necessità di operare sempre più intensamente con i colleghi dell'Unione per sensibilizzare la Bce verso una politica monetaria più favorevole al made in Europe, attualmente penalizzato dal cambio sfavorevole con le principali monete, prima fra tutte il dollaro.