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Affidato ai robot il magazzino di stagionatura di Brazzale

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Marta Roberti

Il magazzino di stagionatura innovativo di Brazzale si trova a Sant’Agata di Cogollo del Cengio (Vi) e ospita un sistema integrato di navette e robot antropomorfi che si prende cura di 250mila forme di Gran Moravia, in stagionatura negli oltre 8mila mq coperti del nuovo stabilimento. Opera in totale autosufficienza energetica, grazie ai pannelli fotovoltaici installati sulla copertura del magazzino. Tra i plus della nuova struttura c’è anche quello della totale autosufficienza energetica, ottenuta grazie ai pannelli fotovoltaici sulla copertura del magazzino, in una sorta di “moto perpetuo”.

Rivoluzione duplice e radicale

La rivoluzione di questo impianto è duplice e radicale: da un lato si ottiene l’eliminazione delle tare costituite dai corridoi, che nei magazzini di precedente generazione rappresentano circa il 50% dell’intero deposito. Si permette così la massima stabilizzazione di temperatura ed umidità, a beneficio del naturale e complesso processo di stagionatura e con una forte riduzione di consumi energetici ed edificazioni. In secondo luogo, l’affidamento alle navette ed agli antropomorfi di tutte le operazioni di carico e scarico, spazzolatura e rivoltatura, controllate da un sistema informatico centrale, garantiscono l’optimum di stagionatura grazie ad una precisione certosina.

Inoltre, l’aria più mite in inverno e più fresca d’estate della localizzazione scelta assicura condizioni climatiche e logistiche ideali. L’aerazione sarà diffusa in modo omogeneo e dolce tramite 140 km di canalizzazioni capillari, con ricambio completo ogni 2 ore. Per realizzare questa struttura, è stato recuperato un fabbricato industriale abbandonato della superficie di circa 5mila mq, ampliato di circa 3mila mq. destinato ad alloggiare i robot e le linee di balia del prodotto, senza consumo ulteriore di territorio.

Il nuovo sito rende obsoleti i 15 vecchi depositi periferici finora utilizzati dall’azienda per la stagionatura del formaggio. L’impianto ha richiesto un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro generati da cash flow e da 2 bond da 13 milioni di euro lanciati a dicembre e maggio scorsi, sottoscritti dai fondi Ver Capital e Anthilia Capital Partners.

L’intelligenza artificiale in realtà non esiste, esiste solo quella umana, e questo impianto ne è un mirabile esempio, un’autentica meraviglia. A renderla possibile sono state le mani e le menti di quei formidabili tecnici con i quali ho avuto l’onore di trascorrere molto tempo, nell’ultimo anno.
Roberto Brazzale, presidente del gruppo

Come funziona il magazzino Sant’Agata

La struttura si compone di elementi: un deposito di stoccaggio climatizzato del volume di circa 50mila mc. e un padiglione che ospita la robotica divisa in 2 unità, la prima di carico e scarico e la seconda di rivoltatura e spazzolatura. Il deposito di stoccaggio è attrezzato con scaffalature disposte su 4 piani e sulle quali sono collocati circa 8mila “racks” in acciaio da 32 forme ciascuno, appoggiate su 8 tavole in abete lamellare, provenienti solo da foreste certificate sostenibili. Le 2 unità di trattamento sono dotate di 4 robot antropomorfi che provvedono alla selezione ed alla movimentazione delle forme, nonché allo smontaggio temporaneo dai “racks” per consentire spazzolatura e rivoltatura di formaggio e tavole.

La movimentazione dal deposito agli antropomorfi è gestita da navette senza batteria, a basso consumo, guidate da fotocellule ed alimentate ad induzione dal pavimento. Due shuttle, elevatori di alta precisione, portano al livello desiderato queste navette che caricano e scaricano le forme e ritornano poi a fare il loro lavoro. Le navette sono di 2 tipi: quelle che lavorano dentro il magazzino del formaggio e quelle che invece lo vanno a prendere alle porte e, seguendo apposite guide, raggiungono i 4 robot antropomorfi che se ne occupano. Con questa architettura vengono eliminate le tare dei corridoi che, nei magazzini tradizionali, devono permettere l’accesso delle macchine di rivoltatura e che rappresentano quasi il 50% dell’intera superficie e volumetria. Sono intuitivi l’ingente risparmio di energia e spazio e la maggiore uniformità del microclima nel quale riposa il formaggio in maturazione.

Il principio su cui è organizzata la robotizzazione della stagionatura è che sono i formaggi a muoversi verso le macchine che se ne occupano e non il contrario, come avviene tradizionalmente.

Ogni bancale si avvicina ai 4 robot antropomorfi che tolgono le forme, le rivoltano e le mandano a spazzolare, per poi occuparsi delle tavole, che vanno alla pulizia finendo dentro una raschiatura. Terminate queste operazioni, che durano soltanto 5 minuti per ogni rivoltatura, i robot antropomorfi ricompongono in continuo il bancale con il formaggio spazzolato e girato e le tavole pulite. A questo punto, una navetta riporta il bancale sulla soglia del magazzino dove un’altra navetta lo prende in custodia per riportarlo al suo posto. Anche se può sembrare incredibile, questo processo è molto più efficiente del sistema tradizionale.

Maggiore efficienza

“Il nostro compito è quello di conservare il formaggio extraduro nelle condizioni ideali perché i processi di stagionatura avvengano armonicamente: una temperatura di 16-18°C, un’umidità relativa di 75-85%, un ricambio costante d’aria senza perturbazioni violente o correnti, i supporti delle assi in legno. Contemporaneamente, dobbiamo operare con regolarità i rivoltamenti e le spazzolature di forme e tavole, al fine di garantire ad ogni “piatto” le stesse condizioni”, spiega Roberto Brazzale. “Ciò è realizzato dai robot antropomorfi sotto il governo di un sistema informatico centrale che registra le operazioni e assegna le missioni, collegata direttamente con l’amministrazione centrale di Zanè”.

L’impianto lavorerà su 2 turni e sarà controllato da soli 3 addetti qualificati. Il deposito garantirà un controllo costante della maturazione per ogni singola forma, che verrà pesata ad ogni rivoltatura e regolarmente espertizzata attraverso un sistema a scanner in linea, prima di giungere alla “battitura” eseguita dagli specialisti.

Anche la manutenzione sarà più efficiente: il magazzino è realizzato interamente in acciaio riciclato leggero di alta resistenza. Le uniche parti deperibili sono le giunture e gli elementi elettronici. Grazie a una zona realizzata a vetrate, i visitatori potranno vedere tutte le fasi della stagionatura.

Il valore della prossimità

La prossimità del nuovo sito (8 chilometri) al reparto di taglio e confezionamento dell’azienda ne riduce inoltre l’impatto.

“Sant’Agata sarà già riempito nel giro di pochi mesi, poiché vi verrà stoccata tutta la nuova produzione, permettendoci di recuperare molti costi legati alla stagionatura conto terzi e di risparmiare circa 200mila km. di percorrenza da e verso i 15 magazzini oggi utilizzati. Ma ciò che davvero cambia è avere il nostro formaggio sotto controllo costante, in un ambiente nel quale vengono garantite le condizioni ideali per il processo di maturazione grazie all’eliminazione dei corridoi e con l’ausilio del sistema di controllo digitale. Questo ci consentirà una cura e una qualità della stagionatura fino a poco fa impensabili”.

In tema di logistica, l’azienda si augura che, al più presto, il completamento dell’Autostrada Valdastico verso Trento sia realizzato quanto prima. “Siamo ad un km. dal casello di Piovene Rocchette sulla Valdastico ed a 10 km. dalla Pedemontana Veneta. Con il sempre più indispensabile completamento della Valdastico a Nord anche il collegamento con la Germania ed il Centro Europa sarà immediato”.

Affidato ai robot il magazzino di stagionatura di Brazzale - Ultima modifica: 2021-06-17T15:00:00+02:00 da Marta Roberti