La recente ricerca “PMI, industria e digitale, la sfida è adesso”, realizzata dall’Osservatorio innovazione digitale nelle PMI del Politecnico di Milano e condotta su un campione di 504 osservazioni rappresentative del complesso di 69.000 PMI manifatturiere nel mese di dicembre 2020, ha evidenziato che solo il 14% delle piccole e medie aziende ha un approccio strategico al digitale coinvolgendo anche i processi core: sviluppo prodotto, rapporti di filiera, marketing e vendite. Queste in genere sono però realtà più grandi e collocate al Nord Italia, di natura meno familiare e con una propensione maggiore all’export.
Pianificare, agire in rete e cogliere le opportunità offerte dall'innovazione
La maggior parte del campione, pari al 57%, mostra invece un approccio definibile come “tattico”, con una focalizzazione al digitale su obiettivi specifici e contingenti di efficienza dei processi, con una forte diversità dei percorsi di digital transformation, e la cultura è un gap importante. Il restante campione (29%) manifesta un avvicinamento al digitale come reazione a uno stimolo esterno, per esempio la crisi sanitaria o la specifica richiesta di un cliente, con pochi investimenti, limitati a singole attività e processi, su una prospettiva di breve periodo. Stando ai ricercatori del Politecnico emerge che le piccole e medie industrie italiane, già prima della pandemia di fronte a un ritardo rilevante in termini di digitalizzazione, di processo e di visione, non sono riuscite a cogliere durante l’emergenza sanitaria e nell’attuale crisi economica e industriale l’opportunità di ridisegnare i propri modelli di business e la propria cultura aziendale: non basta essere reattivi o tattici, oggi è il momento di essere strategici e per farlo occorre pianificare, agire in rete e cogliere tutte le grandi opportunità offerte dall’innovazione, che non è solo implementazione tecnologica, ma è anche cultura e analisi.