In arrivo importanti novità per le piccole e medie imprese italiane. In realtà se ne parla da gennaio 2024. Tuttavia, solo dal 01 ottobre sarà possibile richiedere il contributo previsto dalla Nuova Sabatini che, con la descrizione “Capitalizzazione”, cambia nuovamente veste.
Anche nota come Beni Strumentali, l’agevolazione è da anni un baluardo tra gli incentivi italiani del comparto manifatturiero. Di fatto, conformandosi alle esigenze del mercato, negli ultimi tempi è stata destinataria di una serie di modifiche, tutte migliorative. Ma l’ultima promette interessanti opportunità. Vediamo quali e come.
La capitalizzazione nel Decreto interministeriale 43/2024
Allineando la Nuova Sabatini alle strategie nazionali di innovazione, il legislatore ha promosso gli investimenti a favore di digitalizzazione e transizione verde. Ha puntato a modelli produttivi avanzati, secondo i principi di Industria 4.0. A inizi 2024, facendo seguito alle novità già accorse in tema green e Mezzogiorno, ha poi alzato ancora una volta l’asticella.
E così, per incentivare i processi di capitalizzazione delle pmi, il nuovo atto (pubblicato in GU il 5 aprile 2024) promuove un contributo “rafforzato”, destinato alle imprese, funzionalmente alla realizzazione degli investimenti previsti dal modello già noto. Da una lato, quindi, si sostengono gli investimenti facendo leva su una maggiore patrimonializzazione. Dall’altro si incoraggiano le imprese verso un percorso di solidità finanziaria.
Quale dovrebbe allora essere il risultato? Strutturate e forti, le aziende potranno ricevere un contributo ancora più elevato, a fronte di un aumento di capitale deliberato ed effettuato. E dovrebbero riuscire ad investire meglio, crescendo e diventando competitive a lungo termine. Sarà così? È ancora presto per capirlo. Lo sportello aprirà il 1° ottobre 2024, e si prevede un autunno movimentato.
La disciplina base e gli incentivi della Nuova Sabatini
Ma partiamo dall’inizio, ovvero dalla classica misura agevolativa, anche nota come “Beni Strumentali”. L’incentivo consta di un contributo a fondo perduto, ovvero una quota degli interessi su un finanziamento. Quest’ultimo sarà erogato da banche e intermediari creditizi individuati dal MIMIT, per realizzare specifici investimenti.
In questo modo si alleggerisce il peso del tasso bancario e l’impresa può disporre di maggiore liquidità. Il finanziamento andrà utilizzato per transazioni in beni nuovi, ovvero immobilizzazioni materiali per impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali, software e tecnologie digitali. Non sono finanziabili le spese per componenti o parti di macchinari (con alcune eccezioni per le nuove funzionalità).
Nella versione primordiale della Nuova Sabatini erano previste solo due percentuali relative al contributo. Le modifiche del 2022, in tema di investimenti al Sud e investimenti green, hanno introdotto quote più elevate. Lo stesso ha fatto il Decreto interministeriale n. 43/2024. Dunque, come cambia la rosa delle percentuali sul contributo offerto dal MIMIT?
Le percentuali della Nuova Sabatini: dal modello ordinario a quello rafforzato
Si parte da un sostegno pari al 2,75% (sugli interessi per il finanziamento) per gli investimenti ordinari (in beni strumentali), e al 3,575% per quelli in beni 4.0. Con la Nuova Sabatini Sud il contributo sale al 5,5%, e copre gli investimenti in tecnologie d’impresa 4.0, effettuati dalle micro e pmi con sede legale (o unità locale) nelle regioni del Mezzogiorno. Doppio, quindi, rispetto a quello per beni strumentali (2,75%).
Dal 1° gennaio 2023, per gli investimenti in beni green il contributo agli interessi sale al 3,575%, alleggerendo il finanziamento per l’acquisto (o leasing) di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale. Ma solo se l’impresa è in possesso di idonea certificazione ambientale di processo o di prodotto.
Arriviamo infine al Decreto 43/2024. Il contributo è incrementato al 5% per le micro e piccole imprese e al 3,575% per le medie. Ma a che condizioni? L’articolo 6 stabilisce che, per poter beneficiare dell’agevolazione, l’impresa dovrà procedere con un aumento del capitale. Solo con la delibera e la sottoscrizione potrà essere concessa una quota maggiorata rispetto a quella ordinaria.
L’aumento di capitale nella Nuova Sabatini
Dunque, entro la data di presentazione della domanda di contributo l’impresa richiedente dovrà aver deliberato un aumento di capitale. L’incremento dovrà essere pari ad almeno il 30% del totale finanziato, e dovrà essere effettuato esclusivamente attraverso un conferimento in denaro. Non sono quindi ammesse altre forme, come beni et similia.
La modifica dovrà risultate nella delibera adottata, come “versamento in conto aumento capitale”. Il tutto si dovrà perfezionare entro (e non oltre) i successivi trenta giorni dalla concessione del finanziamento. Una sottoscrizione tardiva comporterà la revoca dell’agevolazione.
Sempre entro la medesima data il beneficiario dovrà versare almeno il 25% o il 30% (nel caso di S.r.l.s o con unico socio) dell’aumento di capitale. Per la restante parte c’è tempo fino alla prima richiesta di erogazione del contributo, con una serie di eccezioni a seconda dell’ammontare del finanziamento. Che, ricordiamo, può avere una durata massima di 5 anni, e un valore compreso tra i 20mila e i 4 milioni di euro.
Nuova Sabatini Capitalizzazione: tempistica e procedura
Dal 1° ottobre 2024 le micro e pmi, che hanno proceduto con la delibera di aumento del capitale, potranno presentare la domanda utilizzando i modelli predisposti dal MIMIT, attraverso l’apposita piattaforma (benistrumentali.dgiai.gov.it). Fermo restando l’impegno di sottoscrivere e versare l’aumento di capitale, secondo la tempistica stabilita.
La liquidità concessa dalla Banca dovrà essere esclusivamente utilizzata per realizzare gli investimenti in beni strumentali, beni 4.0 e beni “green”, sul territorio nazionale, presso la sede legale o l’unità locale. Non sarà possibile frazionare l’investimento in più aree e all’impresa sono concessi 12 mesi per concludere il progetto.
Il Soggetto gestore è Invitalia, ma tutta la modulistica, con le informazioni, è presente sull’apposita pagina del Ministero (). Attenzione: nel caso in cui si proceda con la richiesta ma non si effettui il promesso aumento del capitale, l’impresa decadrà da beneficio. E non solo. Non potrà infatti chiedere di convertire la domanda in una semplice istanza per gli incentivi ordinari (Nuova Sabatini, versione basic).
Sulla pagina del MIMIT una guida alla compilazione della domanda per la Nuova Sabatini.