La misura Beni Strumentali, anche nota come Nuova Sabatini, torna a far parlare di sé. Definita “agevolazione senza tempo”, è entrata nell’ordinamento italiano più di un decennio fa. Dal 2013 sono stati oltre 4 i miliardi di euro stanziati, a favore delle imprenditorie. E, nel tempo, lo strumento ha vissuto continui rifinanziamenti dalle diverse Leggi di Bilancio.
Misura molto apprezzata e, soprattutto, utilizzata dalle imprese del comparto manifatturiero, è puntualmente oggetto di discussione verso la fine di ogni anno, contestualmente alla predisposizione delle “Leggi Finanziarie”. Questa volta, invece, le novità sono tutt’altro che invernali. Parliamo di un rifinanziamento extra, contestualmente al prossimo esaurimento dei fondi. Ma procediamo per gradi.
La disciplina della Nuova Sabatini
Secondo la normativa, le imprese possono richiedere un finanziamento agevolato a banche e intermediari creditizi – riportati in un apposito elenco del MIMIT. Con le risorse, le pmi potranno realizzare una serie di investimenti. L’acquisto di beni nuovi risulta favorito: immobilizzazioni materiali per impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali, software e tecnologie digitali.
L’agevolazione consiste nell’abbattimento del tasso di interesse al finanziamento, con percentuali variabili a carico del MIMIT. Si tratta, quindi, di un contributo che, a conti fatti, alleggerisce il peso dell’operazione di investimento. In questo modo le imprese sono incoraggiate. Disponendo di una maggiore liquidità – che deriva dal “risparmio” sugli interessi – possono incrementare la produttività.
Con riferimento invece alle percentuali a carico del Ministero, queste variano in base al tipo di investimento. Per i beni strumentali (investimenti ordinari) l’aliquota è del 2,75%. Per i beni 4.0 sale al 3,575%. Medesima percentuale per l’acquisto (o leasing) di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica, a uso produttivo e a basso impatto ambientale. I cosiddetti beni green. Ci sono poi gli investimenti al Sud, dove la percentuale sale al 5,5%.
Le novità di fine 2023 in attesa del Piano Transizione 5.0
Quello che innesca il procedimento agevolativo della Nuova Sabatini è un circolo virtuoso che fa bene all’economia del Paese. Ed è chiaro a tutti. Motivo per il quale la misura resta un caposaldo del sistema agevolativo. Ma, puntualmente, si aggiusta il tiro. Le ultime (ma non ultimissime) novità sulla Nuova Sabatini risalgono a fine dicembre 2023.
E, precisamente, sono rinvenibili nel comma 256 dell’articolo 1 della Legge 30 dicembre 2023, n. 213 (La Legge di Bilancio 2024). Dove, per assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, per l’anno 2024 l’autorizzazione di spesa è cresciuta di 100 milioni.
Si è quindi proceduto con un ampliamento del budget destinato alle imprese. In realtà, la precedente Legge di Bilancio (quella per il 2023) aveva disposto uno stanziamento di 40 milioni annui dal 2024 al 2026. Pochi, secondo la comunità imprenditoriale. Con lo stanziamento delle Finanziaria 2024 il totale per l’anno in corso ammontava, quindi, a 140 milioni. Una cifra che, in considerazione dell’imminente operatività del Piano Transizione 5.0, sarebbe potuta risultare sufficiente. Ma, di fatto, qualcosa è andato storto.
Il ritardo di Transizione 5.0 e l’esaurimento delle risorse
Se a fine dicembre 2023 la partenza del Piano Transizione 5.0 sembrava questione di pochi mesi, così non è stato. E, nell’attesa, le imprese hanno investito in beni strumentali, attrezzature, impianti, software e tecnologie digitali facendo ricorso – qualora possibile – all’agevolazione Nuova Sabatini. Le due misure, tra l’altro, sono totalmente diverse (credito d’imposta vs contributo) e compatibili tra loro.
A giugno 2024 il plafond risultava quasi esaurito, secondo il contatore sul sito del MIMIT. Era disponibile solo un 2%, pari a 99,4 milioni. A questo punto si è reso necessario agire. E ci ha pensato CNA, con una richiesta diretta al Ministero. Nel mese di maggio 2024 la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa ha scritto al Ministro Urso “denunciando” il veloce esaurimento delle risorse destinate alla Nuova Sabatini.
Ha altresì evidenziato come il totale rimanente non avrebbe potuto soddisfare le istanze delle imprese italiane. In effetti, senza il rifinanziamento della misura si rischiava un blocco: le banche e gli istituti creditizi non avrebbero concesso erogazioni, e le imprese non realizzato investimenti. Questa impasse va ad aggiungersi ad una situazione già pesante, derivante dalle lungaggini del Piano Transizione 5.0.
Con una ricaduta sull’intero indotto, a fine 2023 molte imprese avevano messo in stand by gli acquisti, puntando sulle nuove (e più elevate) aliquote per i crediti d’imposta previsti nel Piano Transizione 5.0. Nel 2024, quindi, in attesa del decreto attuativo, le pmi hanno deciso, dove possibile, di investire con l’aiuto della Nuova Sabatini.
Nuova Sabatini, un rifinanziamento da 201 milioni
A consuntivo di tutto ciò, si prospettava un danno di elevata fattezza, con uno stallo da un lato e dall’altro. Perché, secondo le stime di CNA, per il 2024 sarebbero state necessarie risorse fino a 300 milioni di euro, per coprire le richieste. Attivando, così, investimenti per 4 miliardi di euro, ad opera delle pmi. Un po’ come fatto in passato: dal 2013, i 4,4 miliardi della misura hanno sostenuto investimenti privati per 53 miliardi.
Ebbene, al di là dei numeri, la petizione è andata a buon fine. Nell’ambito del Disegno di Legge di assestamento del bilancio sono arrivati 201 milioni di euro, per dare continuità alla agevolazione (pag. 92 del Dossier). Sarà quindi possibile coprire il fabbisogno dell’intero anno 2024.
Si preannuncia, quindi, un autunno ricco di investimenti? Probabilmente. Dovrebbero quindi essere circa 300 i milioni utilizzabili per gli investimenti in beni strumentali. Ai quali si affiancheranno i 6,3 miliardi del Piano Transizione 5.0. Anche perché, ormai, è questione di “ore” per la pubblicazione del Decreto Attuativo del MIMIT. O, almeno, così si spera.