Il progetto “A game for immersive learning” fa parte delle iniziative strategiche di Fondirigenti, il fondo interprofessionale per la formazione continua dei dirigenti, promosso da Confindustria e Federmanager.
Nella logica di favorire la cultura manageriale, questo modello didattico di micro-learning digitale risponde ai bisogni di flessibilità, velocità e approfondimenti puntuali espressi dai manager. Combattuti tra mancanza di tempo e urgenza di aggiornare le competenze su temi strategici in continua evoluzione, i manager cercano infatti soluzioni formative personalizzabili. Che siano “on demand”, accurate ma brevi e diluibili nel tempo.
Da un’indagine di Fondirigenti la digitalizzazione risulta al primo posto sia come tema sia come strumento da sviluppare. Emerge anche una diffusa diffidenza sulla qualità e sull'incisività dei corsi disponibili sul mercato. Più una percezione, che una realtà, visto che poi l’80% di chi ha seguito dei corsi si definisce pienamente soddisfatto. Solo 13mila su 87mila dirigenti hanno partecipato ai piani di formazione di Fondirigenti del 2023, mostrando ampi margini di miglioramento per partecipazione e formati.
Così, alla luce di questa domanda formativa, è stato messo a punto un modello efficace e coinvolgente, che andasse incontro alle esigenze di upskilling e reskilling dei manager, coinvolti direttamente nello sviluppo del progetto. Questo è stato sviluppato, sia nell’architettura digitale sia nei contenuti, da LIUC Business School.
L’ateneo ha organizzato dei focus group con manager di aziende aderenti a Confindustria Varese, sia sui temi da trattare (la scelta è caduta sulla Lean), sia sulla fruibilità e funzionalità della piattaforma digitale, con due survey in corso d’opera. Una intermedia per testare il progetto e una in fase conclusiva.
Gioco cognitivo e comportamentale
La formula del gioco applicato alla formazione (gamification) favorisce il coinvolgimento del partecipante, con un impatto positivo sulla motivazione intrinseca e il desiderio di apprendere. In particolare, questo nuovo gioco digitale sulla Lean consiste in un mazzo di 50 carte digitali che pongono domande, stimolano riflessioni e portano esempi. Quindi, sul retro di ciascuna carta, si trovano risposte, definizioni, suggerimenti, antidoti e si stimolano esperimenti e cambiamenti in azienda. Le carte sono infatti equamente suddivise tra parte cognitiva (teorica) e parte comportamentale (applicazione), con l’invito a mettere in pratica con comportamenti e decisioni quanto appena appreso, ricordato, rinfrescato.
«Combinare le due dimensioni, cognitiva e applicativa, in un formato unico, su cui soffermarsi per pochi minuti al giorno con continuità, rende più incisivo l’apprendimento. Sono infatti micro-learning, sessioni parcellizzate di contenuti che si inseriscono nell’attività lavorativa, con concetti puntuali e spunti che favoriscono il cambiamento nella pratica gestionale. Il nostro obiettivo infatti non è tanto far accumulare altre conoscenze. Ma agire sulla sfera comportamentale per produrre apprendimento e agire il vero cambiamento», spiega Raffaele Secchi, Professore Operations & Supply Chain Management LIUC Università Cattaneo, esperto di Lean Management.
Il sistema prevede infatti dei messaggi “push” giornalieri che arrivano sul telefono o il computer del manager, che poi decide in autonomia (on demand) il momento più opportuno per applicarsi. I macro temi trattati, attraverso declinazioni nelle Operations, sono “Sprechi e flussi di lavoro”, come over production e over processing, inventory ed eccessi e ridondanze e “Variabilità e standardizzazione”, come variazione della domanda, metodo 5S, cambiamento delle abitudini e delle routine di lavoro.
Navigazione e grafica sono molto intuitive, con immagini fumettistiche che richiamano i concetti, poi affrontati in modo preciso e puntuale, ma discorsivo, non nozionistico. Lo strumento digitale consentirà in futuro ulteriori aggiornamenti e integrazioni di contenuto.
Gamification: l'importanza dell'autovalutazione per rinforzare l’apprendimento
Nel frattempo, contribuisce all’efficacia didattica l’autovalutazione alla fine di ogni giocata, ossia per ogni carta su un tema specifico. La conoscenza può essere completa, parziale, vaga, assente. Il self-assessment aiuta a prendere consapevolezza del proprio livello di competenza, delle aree di miglioramento e, casomai, a orientarsi verso ulteriori approfondimenti in modo personalizzato. Inoltre, in base alle risposte date, il sistema che è dinamico e guidato da algoritmi, tenderà a riproporre le carte sui contenuti da rinforzare.
«Abbiamo evitato di inserire badge, livelli e premi proprio per slegare l’apprendimento da punteggi e performance. Questi avrebbero potuto falsare la parte di autovalutazione, che invece è un elemento importante dell’autoapprendimento. Anche la letteratura scientifica suggerisce di tenere le due dimensioni separate», spiega Andrea Venegoni, Associate Dean Research & Applications Business LIUC Business School.
La linea strategica di LIUC Business School va nella direzione di sviluppare formati innovativi, digitali e ibridi per rendere sempre più incisiva la formazione executive. In un mondo in continua evoluzione tecnologica e cambiamento dei mercati, la comunità manageriale ha bisogno di aggiornarsi continuamente e rapidamente su competenze verticali e soft skill.
Così, i corsi in partenza in primavera avranno a integrazione, come strumenti di rinforzo dell’apprendimento, giochi digitali immersivi. Riguarderanno Leadership e gestione delle risorse umane, Sostenibilità, Marketing, General management, Corporate Strategy, Corporate Finance e Finance Accunting. Tutti questi giochi, compreso quello sul Lean Management e Industria 4.0, saranno integrati nell’Mba executive di LIUC che affronta trasversalmente tutte queste aree di business.