Lo avevamo definito il “valzer delle proroghe” quello del credito d'imposta 4.0 e, in effetti, non sbagliavamo. Dopo i giri di fine 2022 e inizio 2023, ci ha accompagnato anche durante l’ultimo mese dell’anno passato, ma forse ora siamo davvero arrivati alla fine della performance, e non nel migliore dei modi. Ci riferiamo al credito d’imposta 4.0 con aliquota al 40% e, in particolare, alla dilazione dei termini per la consegna dei beni strumentali tecnologicamente avanzati.
È una storia che parte da lontano, ma proviamo a riassumerla brevemente, per arrivare al nodo della questione: l’ultimo decreto Milleproroghe, ufficialmente Decreto Legge n 215/2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 303 il 30 dicembre 2023, non ha confermato quanto inizialmente previsto nella bozza circolata e, quindi, resta tutto invariato.
No news, bad news, è il caso di dire, e l’aliquota al 40% resta un bellissimo ricordo. Agli investimenti in beni strumentali (ovvero quelli riportati nell’Allegato A della Legge 11 dicembre 2016, n. 232), effettuati dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, è stato infatti riconosciuto un credito d’imposta del 40%. Solo però alle specifiche condizioni già stabilite, e per le consegne effettuate entro il 30 novembre 2023.
La nuova deadline paventata, ovvero un'ennesima coda al 30 giugno 2024, sparisce dalla bozza del Milleproroghe e dal D.L. approvato. Ma procediamo per gradi e ricostruiamo la vicenda, pur arrivare comunque al medesimo “triste” finale.
Il credito d'imposta 4.0 e le aliquote fino al 40%
Il credito d’imposta per gli investimenti 4.0, anche noto come bonus 4.0 è una agevolazione destinata alle imprese che acquistano beni tecnologicamente avanzati, i beni strumentali 4.0. Il funzionamento di tali beni è controllato da sistemi computerizzati, che operano con una gestione da remoto tramite sensori e azionamenti – secondo la definizione dell’Allegato A, nella Legge 232/2016.
Il Piano Transizione 4.0 aveva stabilito che, per il 2022, le imprese avrebbero potuto fruire di un credito pari al 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 20% per investimenti da 2,5 a 10 milioni e al 10% per investimenti fra 10 e 20 milioni. Questo sarebbe stato possibile qualora i beni fossero stati ordinati entro il 31 dicembre 2022, con l’accettazione dell’ordine da parte del fornitore e il versamento di un acconto non inferiore al 20% pattuito, da parte dell’acquirente.
Per utilizzare il credito d’imposta, la consegna del bene sarebbe dovuta avvenire entro il 30 giugno del 2023. Tuttavia, a causa dei noti problemi della supply chain, con i numerosi ritardi accorsi nel 2022, gli ordini non sarebbero mai stati perfezionati entro il primo semestre del 2023. Senza consegna di beni, dunque, non sarebbe stato possibile poter utilizzare il credito d’imposta.
La prima dilazione dei termini nel Milleproroghe 2023
La comunità imprenditoriale aveva quindi chiesto, per il tramite delle varie Associazioni, una dilazione dei termini. Da qui un susseguirsi di date, nel soprammenzionato valzer delle proroghe. Secondo quanto riportato nella bozza del Decreto Milleproroghe di dicembre 2022 (il cosiddetto Milleproroghe 2023), il termine ultimo per la consegna era fissato al 31 dicembre 2023.
Nel testo definitivo, però, quel “31 dicembre 2023” era stato stralciato per “questioni tecniche e normative”, come avevamo spiegato a suo tempo. Tuttavia, grazie all’apporto delle Commissioni riunite Bilancio e Affari Costituzionali, era stato apportato un emendamento (in melius). Nella Legge di conversione del Milleproroghe (Legge 24 febbraio 2023, n. 14) la deadline per la consegna di beni strumentali 4.0 è passata dal 30 settembre al 30 novembre 2023.
E poi? E poi siamo arrivati a fine anno e abbiamo fatto i conti con lo stato dei fatti. A causa della forte domanda di beni strumentali 4.0 – considerando che l’aliquota per il credito d’imposta sarebbe sceso dal 40 al 20 per cento – molti fornitori hanno accumulato gli ordini e non hanno rispettato i termini di consegna, con un danno non indifferente per le imprese.
Le ultime novità: dal Milleproroghe 2024 a Transizione 5.0
Si rendeva quindi necessaria una ulteriore proroga per le consegne dei beni strumentali. L'articolo 9 della bozza del Milleproroghe 2024 stabiliva un nuovo rinvio del termine per la consegna, dal 30 novembre 2023 al 30 giugno 2024. La scadenza risultava posticipata di ulteriori 7 mesi. Si trattava, indubbiamente, di una ottima chance per le imprese che avevano “prenotato” i beni 4.0 già nel 2022, con l’acconto del 20%, e per i quali avrebbero potuto ricevere un credito d’imposta fino al 40%.
Tuttavia, qualcosa deve essere andato storto in corso d’opera. La versione del testo Milleproroghe 2024, approdata in Consiglio dei ministri, non conteneva già più la parte relativa al differimento. E, in effetti, nel Decreto approvato dal Governo nella seduta n. 64 del 28 Dicembre 2023, e pubblicato in GU il 30 dicembre 2023, non se ne fa menzione alcuna. Dunque, chi ci ha sperato è rimasto deluso.
Intanto, il dimezzamento dell’aliquota, scesa dal 40 al 20% nel 2023, ha già iniziato a mostrare i suoi primi effetti negativi, impattando sulle vendite di nuovi macchinari, con un rallentamento della domanda e degli investimenti. Lo ha confermato Federmacchine dalla lettura dei dati rilevati negli ultimi mesi. L’acquisto è frenato, perché si attende di conoscere i dettagli agevolativi per il 2024.
E allora è vero che la speranza è l’ultima a morire? Le imprese continuano forse a credere (e ad augurarsi) che qualcosa potrà cambiare. Sono alte le aspettative per le previsioni normative del Decreto PNRR, atteso prima per fine dicembre 2023 e poi slittato a fine gennaio 2024, con riferimento al Piano Transizione 5.0. Quest'ultimo affiancherà il Piano 4.0. Ma attenzione, bisogna fare in fretta, prima che il danno sia eccessivamente rilevante.