Per sostenere i programmi di investimento a tutela dell’ambiente, attraverso la realizzazione di progetti green-oriented, il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha pubblicato un nuovo Bando. L'obiettivo è l’efficientamento energetico, attraverso nuovi processi produttivi o grazie all’utilizzo di macchinari e impianti capaci di riutilizzare materie prime e materie riciclate.
Le risorse, pari a 300 milioni di euro, rientrano nella dotazione finanziaria del Fondo per il sostegno alla transizione industriale, uno strumento gestito da Invitalia ma istituito dalla Legge di Bilancio 2022 (articolo 1, commi 478 e 479) e disciplinato dal Decreto interministeriale dell’ottobre successivo.
Il Fondo è stato creato con l’apposito scopo di favorire l’adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee, combattendo l’annosa questione del cambiamento climatico. Ebbene, dopo un anno dalla sua attuazione, le imprese potranno finalmente procedere. Lo sportello aprirà il prossimo il 10 ottobre 2023. C’è però tempo fino al 12 dicembre 2023 per richiedere le agevolazioni, che saranno concesse nella forma di contributi a fondo perduto.
Incentivi green, i principali destinatari
Possono presentare domanda di ammissione tutte le imprese che operano sul territorio italiano, indipendentemente dalla dimensione, in possesso di specifici requisiti. Oltre alla classica regolare costituzione e iscrizione (con status attivo) nel Registro delle imprese, i possibili beneficiari dovranno operare, prevalentemente, nel settore manifatturiero ed estrattivo (sezioni B e C della classificazione delle attività economiche Ateco 2007).
Sono poi richieste l’assenza di condizioni societarie border line (liquidazione, fallimento ecc.), l’assenza di procedure concorsuali in corso e di sanzioni interdittive nei confronti dell’impresa (o reati specifici a carico dei rappresentanti). I destinatari dell’agevolazione non potranno risultare “imprese in difficoltà”, secondo la definizione del Regolamento GBER. Non dovranno rientrare tra quelli considerati “morosi” nei confronti della Commissione europea o del MIMIT.
È altresì obbligatoria la regolarità contributiva nonché il pieno e libero esercizio dei propri diritti. Poi è fondamentale che l’impresa beneficiaria abbia almeno una sede sul territorio italiano, nel momento in cui richiederà la prima erogazione. Infine, non sono ammessi i soggetti nei cui confronti siano opponibili cause ostative (ex disciplina antimafia) o che possano essere considerati, dalla Legge, incapaci di ricevere benefici pubblici.
I programmi di investimento previsti dal Fondo Transizione Industriale
I programmi di investimento finanziati – ai quali si potranno anche aggiungere eventuali progetti di formazione del personale – dovranno prevedere una o più finalità indicate nel Bando, tramite interventi presso le unità produttive. Dovranno perseguire (1) una maggiore efficienza energetica, (2) un uso efficiente delle risorse o (3) un cambiamento fondamentale del processo produttivo.
I progetti dovranno quindi riguardare lo svolgimento dell’attività d’impresa, contribuendo a un cambiamento del processo produttivo, attraverso l’implementazione di soluzioni tecnologie capaci di consentire un efficientamento. Possono essere infatti introdotti sistemi di monitoraggio dei consumi energetici, o installati impianti ad alta efficienza.
Allo stesso modo, saranno favoriti i progetti che operino una riduzione dell’utilizzo delle risorse, grazie al riuso, riciclo e recupero. Saranno poi agevolati gli acquisti per l’installazione di impianti da autoproduzione di energia, da diverse fonti green. In tutti i casi, i programmi di investimento devono prevedere un miglioramento, in ambito ambientale, funzionalmente ai processi – mentre non sono ammessi gli interventi che apportino un aumento alla capacità produttiva.
Tutti i programmi potranno essere avviati solo successivamente alla presentazione della domanda ad Invitalia, il soggetto gestore della misura agevolativa.
Fondo Transizione Industriale: risorse e spese ammissibili
Le risorse sono pari a 300 milioni di euro, di cui la metà verrà riservata alle imprese qualificate come “energivore”, ovvero comprese in un elenco speciale tenuto dalla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali. Ogni investimento dovrà prevedere un importo compreso tra i 3 e i 20 milioni di euro. La realizzazione dovrà avvenire entro 36 mesi dalla data di concessione del contributo – ai quali possono essere aggiunti ulteriori 12 mesi, eventualmente, a specifiche condizioni. Dopo questo lasso temporale, l’investimento dovrà risultare pienamente operativo.
Le spese ammissibili dovranno risultare “strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento”, e le risorse concesse andranno utilizzate per l’acquisto e la costruzione di immobilizzazioni relative ai seguenti elementi.
- Suolo aziendale (non più del 10% del totale).
- Opere murarie et similia (non più del 40% del totale, in base agli obiettivi ambientali).
- Impianti e attrezzature nuove.
- Programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate.
- Spese di formazione.
L’agevolazione verrà concessa sotto forma di contributo a fondo perduto, con percentuali variabili in base alle spese. Ad esempio, per quelle relative al miglioramento dell’efficienza energetica, l’agevolazione coprirà il 30% dei costi (con una maggiorazione connessa alla dimensione – +20% per le piccole e +10% per le medie – e alla zona di appartenenza della sede operativa). Ci sono poi casi specifici in cui la percentuale potrà salire al 40 o al 50, con possibili ulteriori incrementi, come indicato dall’articolo 8 del Decreto.
Per le spese di installazione di impianti da autoproduzione, le agevolazioni coprono dal 30 al 45% (più eventuali maggiorazioni). Per gli investimenti relativi all’efficientamento delle risorse le percentuali salgono al 40 (arrivando anche al 60, per le piccole imprese). Con riferimento, invece, agli investimenti che modificano il processo produttivo, si terrà conto delle disposizioni riportate nella carta degli aiuti a finalità regionale, funzionalmente alla dimensione aziendale e alla zona.
Procedura e deadline per gli incentivi green
Lo sportello aprirà alle ore 12 del prossimo 10 ottobre 2023 e la chiusura è prevista sempre alle ore 12, del 12 dicembre 2023. Ogni impresa potrà presentare una sola domanda per unità produttiva, scegliendo l’obiettivo ambientale da perseguire. Bisognerà procedere per via telematica, sull’apposita pagina di Invitalia. La procedura è valutativa a graduatoria, quindi indipendente dal giorno di presentazione della domanda.
Invitalia inizialmente assegnerà punteggio ai singoli programmi di investimento. Solo successivamente ci sarà un’istruttoria tecnica. Sarà predisposto così un ordine di ammissione alla valutazione e un elenco di merito. Nel caso di parità, sarà preferita la domanda con il contributo agevolativo inferiore. La normativa prevede comunque la possibilità di revocare l’agevolazione, qualora si presentino specifiche condizioni.
Una volta esauritosi l’ammontare delle risorse, i programmi d’investimento in lista non potranno più essere finanziati. È quindi fondamentale non tanto puntare sul fattore tempo, arrivando primi alla presentazione delle domande, quanto piuttosto alla qualità del progetto. Tutti questi dettagli – e ulteriori – sono riportati nel Decreto direttoriale del 30 agosto 2023, che definisce appunto termini e modalità di presentazione delle istanze.