Piccola Industria e Settore Terziario di Confindustria Brescia hanno lanciato un ciclo di otto incontri dedicati alla comprensione e alle applicazioni del Metaverso in ambito industriale. Il progetto “Metaverso - istruzioni per l’uso - Viaggio nella dimensione immateriale dell’impresa”, organizzato da Pmi Academy e promosso da innexHub e Piccola Industria e Settore Terziario di Confindustria Brescia, è partito a luglio con l’evento “Ecco il Metaverso!”. Proseguirà il 20 settembre e il 25 ottobre, con testimonianze del Gruppo Haier e del filosofo Cosimo Accoto e il 22 novembre con il SummIT “Oltre le colonne d’Ercole”, con la partecipazione dello scrittore Alessandro Baricco.
Il mercato del Metaverso, secondo le previsioni di BCG che ha realizzato lo studio “The Corporate Hitchhiker’s Guide to the Metaverse”, potrà raggiungere un valore tra i 250 e i 400 miliardi di dollari entro il 2025. Il mercato è principalmente composto da 4 elementi: l’economia degli asset virtuali grazie al Web3, per cui un numero crescente di beni virtuali sarà creato da singoli utenti e scambiato tra utenti e aziende (si prevede che il valore delle transazioni per gli asset virtuali, data la loro volatilità, sarà compreso tra 150 e 300 miliardi di dollari entro il 2025).
Il mercato di hardware e software di realtà aumentata, virtuale e mista (AR/VR/MR) che, da quasi 50 miliardi di dollari, sarà equamente suddiviso tra acquirenti consumer ed enterprise, a testimonianza dei vantaggi in termini di produttività derivanti dall’aumento dell’AR/VR. Infine, dall’infrastruttura di rete e Cloud e dalle infrastrutture informatiche e di comunicazione.
«Tutte le nostre imprese hanno da anni una dimensione immateriale e digitale, in particolare con i siti web. Con il Metaverso, questa dimensione diventerà molto più immersiva ed esperienziale. La possibilità di interagire tra esseri umani in un ambiente immersivo potrà essere una grande opportunità per le imprese e subirà una importante accelerazione in tempi rapidi. Va perciò guardata, da coloro che fanno impresa, con attenzione e senza pregiudizi», esordisce Luigi Matteo Meroni, Consigliere della Piccola Industria di Confindustria Brescia.
Maggiore interazione con i clienti, presentazione di nuovi prodotti, scouting di preferenze, prototipazioni virtuali, simulazioni di impianti produttivi e supply chain con i digital twin, certificazioni di filiere produttive, costruzione di comunità digitali e interazioni con gli stakeholder sono tra le principali applicazioni possibili a livello industriale nel B2B e nel B2C. Per il B2B2C il Metaverso con i token rende possibile un approfondito data mining che arriva fino al consumatore finale, una maggiore tracciabilità, trasparenza e integrazione di filiera.
Metaverso: work in progress
La principale caratteristica del Metaverso è l’integrazione tra mondo reale e mondo digitale, che renderà sempre più immersive le esperienze virtuali attraverso tecnologie di realtà aumentata, realtà estesa e mixed reality. Si tratta però di tecnologie che non sono ancora pronte per produrre casi d’uso nella vita di tutti i giorni, assicurando la percezione di esperienze digitali sempre più “umane”. Per aumentare di efficacia, serve infatti una enorme capacità computazionale, oltre al fatto che i visori disponibili sul mercato producono ancora molto calore e hanno ancora costi alti.
Si tratta dunque di una realtà in divenire che richiede grandi investimenti in hardware, su cui diverse aziende stanno già scommettendo. Microsoft ha stanziato 70 miliardi di dollari sul metafuturo e ha pianificato l’acquisizione di Activision Blizzard, società americana che sviluppa videogiochi. Fondi di venture capital hanno investito quasi 25 miliardi di dollari nel 2021 sulle Criptovalute e Facebook, ribattezzatosi come Meta Platforms, conta di investire quest’anno 10 miliardi di dollari nell’operazione “Reality Labs”.
«Il Metaverso è già profondamente presente nel mondo contemporaneo, anche se non ne conosciamo ancora tutte le traiettorie. Oggi numerose aziende vi stanno già lavorando. Il mio consiglio alle imprese è di incominciare in tempi brevi a misurarsi con queste nuove realtà. Non mi riferisco solo all’ambito B2C, ma anche al B2B e al comparto della manifattura: penso alla prototipazione o alla presentazione di un prodotto, a showcase immersivi delle aziende, alla partecipazione a fiere virtuali o a sponsorizzazioni. Per le pmi è certamente più complicato, visti gli investimenti richiesti, ma si potrebbe lavorare a distretti, o attraverso l’intermediazione di associazioni di categoria come Confindustria Brescia», suggerisce Antonio Deruda, professore a contratto di Psicologia della Comunicazione e Neuromarketing in diverse business school e consulente di strategie digitali.
Per esempio, suggerisce di familiarizzare con Decentraland, il Metaverso che, a differenza di Sandbox, il progetto nato dall’omonimo videogioco, non richiede visori speciali. Su Decentraland si può fare un po’ di tutto: si gira per negozi, si provano modelli, si può assistere sugli spalti virtuali a una partita, reale, di tennis, si prova l’ultima racchetta, si ordina un panino che verrà consegnato in ufficio. «La fashion week della scorsa primavera, per esempio, si è svolta tutta nel Metaverso», ricorda Deruda.
Al momento, però, un grande limite del Metaverso è la mancanza di interoperabilità tra sistemi digitali, perché come esperienza utente un conto è muoversi ovunque con il proprio avatar, in modo globale e decentralizzato, un conto è doverne creare uno nuovo ogni volta che si cambia ambiente.
«Quando è nato Internet, nessuno pensava a cosa sarebbe potuto succedere negli anni successivi e alle implicazioni che esso avrebbe avuto nelle nostre vite. Oggi sul Metaverso è già possibile monetizzare, anche se il discorso in prospettiva è più ampio e complicato del semplice ambito economico: serve un’accettazione anche etica del tema, mentre a livello più pratico occorre un’integrazione tra i vari Metaversi. Come ogni nuova tecnologia, tocca a noi decidere che scopo avrà», aggiunge Marco Cavallo, R&D Manager Augmented Reality in Apple, in collegamento da San Francisco.
La funzione degli NFT
Un altro aspetto fondamentale del Metaverso sono gli smart contract su blockchain, ossia la possibilità di acquisire degli Nft (Not Fungible Token), che sono certificati digitali che garantiscono l’autenticità e la proprietà di un bene digitale e la possibilità di esercitare un diritto su di esso. In campo industriale, per esempio, possono essere distribuiti token del digital twin di una prototipazione o di una produzione che poi, all’atto di immissione nel mercato del prodotto fisico, portino all’esercizio di un diritto, per esempio di “Profit Sharing”.
«Strategia e business plan sono fondamentali nel digitale: sapere perché lo si fa e dove si vuole arrivare. In base agli obiettivi, per esempio avere più clienti, utilizzare altri mezzi di pagamento, arrivare alla generazione Z, si sceglierà il progetto da sviluppare nel Metaverso e si definiranno le funzioni dei Token, degli asset digitali e dei diritti che l’imprenditore prevederà per esempio per attrarre clienti o per creare comunità digitali. Proprio la costruzione delle comunità digitali è un aspetto cruciale del Metaverso, perché si tratta di un aspetto relativo al “riconoscimento”, paragonabile a quanto avviene nella realtà con il comparto del lusso, dove l’acquisto di un prodotto garantisce un riscontro di tipo sociale, un plusvalore slegato dall’effettivo valore materiale del bene», spiega Marco Pagani, Ceo di WizKey.
Possono essere Nft nuove collezioni, operazioni charity, il digital twin del proprio divano inserito in uno spazio del Metaverso, o il videogioco di una casa produttrice di moto, che distribuisce Nft di copie digitali delle moto. In questo caso, per esempio, grazie al gemello virtuale del motore e della carrozzeria, il pubblico può interagire cambiando i pezzi per i vari assetti su pista. «In questo modo gli appassionati testano i nuovi modelli e partecipano al loro sviluppo, propongono modifiche e, se vincono la gara digitale, potranno avere una scontistica sull’acquisto della moto fisica», racconta Pagani riguardo a un recente progetto. Gamification e metaverso, quindi, si integrano perfettamente nella virtualizzazione del reale.