Anche nella filiera dell'Automotive si vedono gli effetti del Piano Impresa 4.0 e dell'iperammortamento. Ne abbiamo parlato con Paolo Scudieri, il presidente di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), che ha messo in evidenza alcuni trend del mercato dell’auto e dello stato di salute, anche tecnologico, del comparto.
"Guardando ai dati relativi al 2017, e in particolare alle imprese che, in Italia, hanno fruito dell’iperammortamento a fronte di investimenti in beni strumentali materiali", dice Scudieri.
"Sappiamo che il settore automotive si è posizionato tra i primi 10 per valore dell’investimento medio per impresa: 1,6 milioni di euro, contro un valore medio di 0,9 milioni per l’intera manifattura. Si stima che la misura, nel 2017, abbia riguardato complessivamente 10 miliardi di investimenti.
Nel 2018, secondo i dati Ucimu, il consumo, in generale, di macchine utensili, robot e automazione in Italia, è salito del 25,9%, a 5.620 milioni di euro, anche grazie all’azione di stimolo sulla domanda dei provvedimenti per la competitività quali super e iperammortamento, inseriti nei programmi Industria/Impresa 4.0, che ha prodotto una maggiore disponibilità ad investire in nuova tecnologia, anche digitale.
Nei primi mesi del 2019, si è rilevato un rallentamento degli investimenti in nuove macchine da parte degli utilizzatori italiani, a causa di un clima generale meno favorevole – che con ogni probabilità ha riguardato anche il settore automotive – nonostante il rinnovo, con la Legge di Bilancio, dell’iperammortamento, seppur con una rimodulazione delle percentuali di maggiorazione in base all’entità dell’investimento, meno incoraggiante rispetto alla precedente percentuale unica del 150%.
Confidiamo che possano dare una nuova spinta le novità del recente Decreto Crescita, del 30 aprile scorso, che ha reintrodotto il superammortamento, ha introdotto semplificazioni operative alla "Nuova Sabatini" e, soprattutto, ha introdotto uno specifico incentivo, in misura massima pari al 50% delle spese ammissibili sostenute, per favorire la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle pmi in linea con il piano Impresa 4.0".
In che modo le imprese italiane legate alla filiera Automotive si stanno trasformando e quale ruolo ricoprono le start-up e i centri di ricerca accademici in questo contesto?
La digitalizzazione migliora l’efficienza tecnica ed energetica dei processi industriali e aumenta la flessibilità produttiva. Le tecnologie 4.0 servono a prendere decisioni più rapide e precise, a creare nuove forme di interazione uomo-macchina, a interconnettere l’intera catena del valore interna all’impresa e, potenzialmente, l’intera catena di fornitura.
Le attività di collaborazione con le università sono fondamentali sia per accrescere nelle aziende il know-how sulle nuove tecnologie, sia per aiutare le università a sperimentare quanto testato nei laboratori sulla produzione industriale. In queste attività di scambio, le start-up legate alle università giocano un ruolo fondamentale per lanciare progetti di miglioramento con nuove tecnologie.
Quali sono le tecnologie digitali di maggior successo o più promettenti per la fabbrica automobilistica del futuro?
Tra le tecnologie digitali più utilizzate nel nostro settore abbiamo l’analisi di big data per le manutenzioni predittive su impianti industriali e l’intelligenza artificiale applicata a sistemi di visione industriale.
Anfia crea continuamente eventi per approfondire queste e altre tematiche, tra cui la robotica fissa per la manipolazione e l’assemblaggio di componentistica e la robotica collaborativa mobile, come il workshop "L’Innovative Automation nella produzione automotive", organizzato in collaborazione con Omron Electronics e Continental Powertrain e in programma a Torino il prossimo 11 luglio".